Archivi categoria: Citazioni e note a margine

Elias Canetti

Un Dio che gli esseri umani non li ha creati, ma trovati.

Dare un nome alle cose è la grande e seria consolazione concessa agli umani.

Il risultato non è che la minima parte dell’esperienza.

APPUNTI, 1942 – 1993, ADELPHI

Zona di confine

Jean Baudrillard, parlando di Matrix, il film nel quale molti commentatori hanno voluto vedere una trasposizione del suo pensiero, ha sottolineato come in realtà, proponendo una struttura del racconto nel quale i personaggi o sono nella Matrice, cioè nella digitalizzazione delle cose, o sono radicalmente al di fuori, cioè a Zion, la città di coloro che resistono, i fratelli Wachowski abbiano rinunciato a mostrare ciò che accade nel punto di giuntura dei due mondi, per l’appunto ai confini, e come in questo modo abbiano finito col trascurare proprio l’aspetto più importante e interessante della questione.
L’idea della zona di confine segnala possibilità che non sempre riusciamo ad afferrare. Evoca e opportunità, contesti, prospettive non definibili in una logica bianco o nero, buono o cattivo, giusto o sbagliato.

Francois Jullien (Pensare l’efficacia – Laterza 2006) ricorda l’Ulisse dalle mille risorse, l’Ulisse abile, “astuto”, ingegnoso, polytropos” che rappresenta l’archetipo dell’uomo che utilizza una razionalità diversa e una diversa abilità: “la metis […] “il fiuto”, così come si parla di fiuto negli affari. […] La metis è […] la capacità di trarre vantaggio dalle circostanze, di vedere come la situazione evolve e sfruttare in essa l’orientamento favorevole […] dare prova di metis significa scoprire i fattori “portanti” in seno alla situazione per lasciarsi trasportare da essi”.
Surfare piuttosto che Modellare, suggerisce ancora Jullien. E se fosse questa una prospettiva per il futuro prossimo venturo?

I fattori portanti

Francois Jullien (Pensare l’efficacia – Laterza 2006) ricorda a propria volta l’Ulisse dalle mille risorse, l’Ulisse abile, “astuto”, ingegnoso, polytropos” che rappresenta l’archetipo dell’uomo che utilizza una razionalità diversa e una diversa abilità: “la metis […] “il fiuto”, così come si parla di fiuto negli affari. […] La metis è […] la capacità di trarre vantaggio dalle circostanze, di vedere come la situazione evolve e sfruttare in essa l’orientamento favorevole […] dare prova di metis significa scoprire i fattori “portanti” in seno alla situazione per lasciarsi trasportare da essi”.

Eustazio, Ulisse e il polipo

Donatella Puliga e Claudia Piazzini (La memoria e la parola, Le Monnier) scrivono che “un antico commentatore dell’Odissea, il monaco bizantino Eustazio, paragonava Odisseo a un polipo, che per i Greci è l’animale astuto per eccellenza: possiede infatti la capacità di mimetizzarsi, assumendo il colore dell’ambiente che lo circonda e degli oggetti a cui si attacca; secerne inchiostro, con cui si nasconde al nemico; organizza trappole efficaci per catturare i pesci di cui si ciba, servendosi dei suoi lunghi tentacoli. I Greci chiamavano il polpo polyplokos, “dalle molte pieghe”, in riferimento ai numerosi tentacoli che lo dotano di infinita mobilità; una definizione assai vicina a quella di polytropos, “dai molti giri”.
Il paragone tra Odisseo e il polipo, suggerito da Eustazio, ci fa capire cos’era per i Greci la metis, l’astuzia: un’intelligenza pratica, l’accorta prudenza che consiste nel sapersi adattare a ogni situazione attraverso la mutevolezza”.

Rispetto

Citazioni e note a margine da Sennett

21. IL RISPETTO NON COSTA NIENTE?

30. lo sviluppo di un qualsiasi talento porta con sé un elemento fondamentale di ogni arte e mestiere: fare qualcosa per il solo piacere di farlo bene, ed è questo aspetto della professionalità che garantisce all’individuo un senso profondo di stima di sé.

42. la sensazione di essere risucchiati da un vortice in cui tutte le realtà e tutti i valori sono annullati, esplosi, decomposti e ricombinati; un’incertezza di fondo riguardo a cosa sia fondamentale, a cosa sia prezioso, persino a cosa sia reale. [Marshall Berman, l’esperienza della modernità, Il Mulino, 1999, pag. 154].

43. Pico della Mirandola [Sulla dignità dell’uomo] e l’uomo artefice di sé stesso 43. HILLMAN E DAIMON

44. Riesman era ossessionato dal senso di responsabilità, era mosso da questa sua sensibilità.

47. nessuno può costruirsi un futuro solido odiando il proprio passato.

57. come dice Adam Smith, provare simpatia spesso significa immaginare falsamente come propria la sofferenza di un altro.

65. c’è reciprocità nel termine riconoscimento. Fu il filosofo Fichte il primo ad inserire la parola riconoscimento nel linguaggio giuridico, esplorando come le leggi possano essere strutturate in modo che la costituzione riconosca le esigenze di stranieri e migranti. Rousseau aveva ampliato il dibattito in senso democratico, vedendo nel riconoscimento reciproco un problema di comportamento sociale, così come di diritto. Negli scritti di John Rawls, riconoscimento significa rispetto per le esigenze di chi è diverso da noi; negli scritti di Jurgen Habermas, riconoscimento significa rispetto per coloro che sono portati a dissentire in base ai propri interessi.

68. DIGNITA’ DELLA PERSONA E DIGNITA’ DEL LAVORO

69. esiste un divario enorme tra il volere agire bene nei confronti degli altri e il riuscire a farlo.
69. UNA COSA E’ CONOSCERE LA VIA E UN’ALTRA E’ PERCORRERLA (MATRIX).

73. ci sono tre vie per conquistare rispetto:
attraverso la crescita personale, in particolare sviluppando abilità e competenze;
attraverso la cura di sé;
dando agli altri.

85. ogni essere umano possiede una “motivazione alla riuscita”, la spinta a fare bene qualcosa. [David McClelland].
Nel lavoro come nell’istruzione, il giudizio “tu non hai potenzialità” è devastante come mai potrebbe esserlo un’osservazione del tipo “hai fatto un errore”.

90. la competenza può essere posta al servizio del mestiere, oppure al servizio della padronanza sugli altri.

93. il mestiere, dice Thorstein Veblen, porta l’artigiano al rispetto di sé ma, bisogna aggiungere, non necessariamente al rispetto per gli altri.

95. negare o nascondere l’influenza di coloro grazie ai quali si è cresciuti fa sì che la forza e la capacità di un individuo sembrino qualcosa di totalmente proprio.

101. ci sono una varietà di cose che gli individui possono fare anziché perdere tempo in continui confronti [Howard Gardner, formae mentis: saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli, 2000]

104. LA PROFESSIONALITA’ PRODUCE RISPETTO DI SE’

105. INDIPENDENDENZA E CONDIZIONE ADULTA.

111. servitù volontaria: “vorrei comprendere come è possibile che tanti uomini, tanti borghi, tante città, tante nazioni sopportino talvolta un tiranno solo, che non ha forza se non quella che essi gli danno, che ha iil potere di danneggiarli unicamente in quanto essi vogliono sopportarlo, che non potrebbe far loro alcun male se essi non preferissero subirlo invece di contrastarlo …. E’ il popolo che si fa servo, che, potendo scegliere se esser servo o libero, abbandona la libertà e si sottomette al giogo: è il popolo che acconsente al suo male o addirittura lo provoca. [Etiene de La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria, Torino, La Rosa, 1995].

114. CON LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE L’ADULTO RISPETTATO E’ L’ADULTO CHE LAVORA.

115. da Locke in poi l’infanzia si amplia e poi nasce l’adolescenza.

118. l’adulto che ha coscienza del legame ancora esistente con il bambino che fu ha una comprensione più profonda del suo presente. [Freud]

119. la trasgressione produce colpa, l’insufficienza produce vergogna (chi copia un esame si può sentire colpevole, chi non lo passa prova vergogna).

119. “c’è qualcosa di ostile in noi stessi che impedisce all’amore di completarsi e raggiungere la perfezione” [Hegel]. Gerhart Piers parla della vergogna come un senso profondo di incompletezza, anche di fronte a chiare prove di realizzazione o gratificazione; la persona che non riesce a provare questo senso di compiutezza immagina ci sia qualcosa di sbagliato dentro di sé.
Le esperienze concorrenziali dell’economia di mercato alimentano il senso di colpa nei lavoratori adulti; la sconfitta sul mercato provoca la perdita della stima di sé. [Adler]

120. LA DISEGUAGLIIANZA ERODE IL RISPETTO.

121. si prova vergogna quando qualcuno viene reso visibile pur non essendo pronto ad essere visibile.

122. spesso i problemi diventano evidenti solo dopo essersi trasformati in errori. Nel sistema politica come nelle aziende si parla del bisogno solo dopo che sono capitati i guai.

123. autonomia come un processo di conversione della necessità in desiderio [Erik Errikson]; autonomia come capacità di trattare gli altri inn quanto differenti da sé; una forza di carattere basata sulla percezione degli altri; essa cioè istituisce una relazione fra le persone, anziché sancire una differenza che le isola. [Winnicott]

125. autonomia come accettazione della possibilità di non riuscire a capirsi.
Autonomia significa accettare dell’altro quello che tu non capisci, un’eguaglianza opaca. Nel farlo, tratti la realtà della sua autonomia al pari della tua. Naturalmente il rapporto prevede reciprocità.

125. Il popolo deve avere fiducia nei suoi governanti; se ha fiducia, accorda loro una libertà di azione senza sentire bisogno di consultazioni, monitoraggi e supervisioni costanti. Se non godesse di questa autonomia, il governante non potrebbe mai fare una mossa. [Locke]
BERLUSCONI SEGUACE DI LOCKE?

127. c’è bisogno di coesione sociale perché una persona ha sempre bisogno dell’altra per raggiungere un senso di completezza [Emile Durkheim].

132. INSEGNARE A PESCARE E NON REGALLARE IL PESCE.

137. COMPASSIONE E SOLIDARIETA’

141. lo scopo della protezione sociale è di occuparsi del bene dell’assistito, e dovrebbero essere del tutto irrilevanti i sentimenti dell’assistente sociale. Assistere senza compatire è il principio base per qualsiasi tipo di welfare state laico. [Harendt]

146. LA SENSIBILITA’ (SOLIDARIETA’) E’ FEMMINA?
RISPETTARE SENZA AMARE [SOLIDARIETA’ FRA ESTRANEI]

150. la carità implica sottomissione; la pietà produce disuguaglianza.

161. la deistituzionalizzazione del welfare è indice di un più ampio mutamento in corso nella società contemporanea: un attacco alle istituzioni rigide del mondo del lavoro e della vita politica. In un caso come nell’altro, si sta affermando la convinzione che le comunità possano rispondere ai bisogni sociali delle persone meglio delle burocrazie.

161. LO SCRIVANO BARTEBLY.

162. Julien Sorel, protagonista de “Il rosso e il nero”, impara ad adattare velocemente il suo comportamento, le sue espressioni, nonché il vestito, ogni volta che sale un gradino della scala sociale e tuttavia si accorge che si tratta solo di apparenze e dunque soffre di anomia (Durkheim).

164. in uno stato moderno il potere reale, che non si esercita né né nei discorsi parlamentari né nelle enunciazioni dei sovrani, ma nell’uso quotidiano dell’amministrazione, è necessariamente e inevitabilmente nelle mani della burocrazia. Della militare come della civile. [Max Weber]

176. l’autonomia, lo abbiamo visto, non è semplicemente un agire; essa richiede anche una relazione nella quale una parte accetta di non essere in grado di comprendere qualcosa dell’altro. Tale accettazione garantisce l’eguaglianza nella relazione. L’autonomia presuppone connessione ed estraneità, vicinanza e impersonalitàà.

177. CAPIRE DI COSA HANNO BISOGNO GLI UTENTI E ASCOLTARE IL LORO PARERE.

180. ORGANIZZAZIONI PIATTE E CORTE.

181. alla IBM nel 1965 esistevano 23 anelli gerarchici che separavano il vertice dalla base; nel 2000 soltanto 7.

182. nel 1965 gli investitori tradizionali tenevano le azioni in media per 46 mesi; nel 2000 per 8 mesi.

183. WINNER TAKE ALL – CHI VINCE PIGLIA TUTTO.

183. la rivoluzione informatica permette all’unità centrale operativa un colpo d’occhio istantaneo sull’organizzazione nel suo complesso.

184. l’organizzazione flessibile riesce a funzionare come istituzione totale più della piramide burocratica tradizionale.

185. oggi nessuna nuova azienda può essere creata sul principio dell’impiego a vita. L’azienda flessibile è divenuta un modello per il welfare.

185. welfare flat. Welfare piatto. Welfare short. Welfare corto.
185. mentre il prezzo resta il riferimento principale per il mercato dei beni di consumo, il costo da solo non è un indice di qualità in materia di istruzione o sanità.

186. gli utenti del welfare non possono essere considerati dei clienti qualsiasi di un mercato qualsiasi: essi hanno bisogno di consigli disinteressati e in un mercato i venditori o chi offre servizi non sono disinteressati.

187. WELFARE: DA DIRITTO PER TUTTI I CITTADINI A BONUS AUTOFINANZIATI PER I RICCHI E CARITA’ PUNITIVA PER I MENO ABBIENTI.

187. nel mondo degli affari, l’eccesso di domanda rispetto all’offerta aumenta i profitti; nel welfare state, la domanda superiore all’offerta produca miseria.

190. ASSOCIAZIONE E COMUNITA’ GESELLSCHAFT E GEMEINSCHAFT.

193. COFFEE HOUSES – FACCIA A FACCIA – LLOYD’S.

194. NON CONFONDERE AIUTO E AMICIZIA. + ANZIANI E – GIOVANI VOLONTARI.

196. bonding (tessere legami – interno – identità) e bridging (gettare ponti – esterno – pluralità sociale).

198. architettura della simpatia: movimento che va dall’identificazione con persone che si conoscono all’identificazione con sconosciuti.

198. sono molto soddisfatto quando risalgo la strada che ho appena fatto e la vedo pulita, senza i mucchi di spazzatura che la ingombravano.
LO SPAZZINO INTERVENTISTA DI VIVIANI.

200. l’importanza dell’abilità nel lavoro utile separa l’assistenza dalla compassione, impedisce che la pietà sommerga la relazione.

207. il rispetto è un modo di esprimersi. Vale a dire, trattare gli altri con rispetto non è una cosa automatica, anche con la migliore volontà del mondo; portare rispetto significa trovare le parole e i gesti che lo rendano convincente.

209. LA ZIA SORDA DI TALLEYRAND

214. un uomo o un gruppo che riesca a donare collanine di conchiglia obbliga chi le riceve; in futuro costoro dovranno rendere il dono, ribaltando le parti della cerimonia. Nel frattempo, però, ognuna delle parti rimane legata all’altra dal vincolo di reciproca assistenza. Questo scambio trasforma i nemici in amici.
CHI RINGRAZIA ESCE FUORI DALL’OBBLIGO.

215. le relazioni mettono radici solo se lo scambio non è equivalente. Lo scambio asimmetrico socializza [Marcel Mauss]
216. il welfare state deve all’individuo qualcosa di più del semplice ritorno monetario dei contributi versati.
“Il lavoratore ha dato lla sua vita e la sua opera alla collettività e ai suoi datori di lavoro …. Coloro che beneficiano dei suo servizi non possono pensare di assolvere il proprio debito nei suoi confronti semplicemente pagandogli un salario. Lo stato stesso, come rappresentante della collettività, gli deve, come gli devono i suoi datori di lavoro, e anche con il suo concorso, una certa sicurezza nella vita, contro la disoccupazione, lla malattia, la vecchiaia e la morte.”[Marcel Mauss]

216. l’’asimmetria tra lavoro e protezione sociale è il socialismo come lo intendeva Mauss.

217. la reciprocità sta a fondamento del mutuo rispetto. … il donatore restituisce qualcosa alla società.

218. uno scambio economico è una transazione breve; le nuove forme istituzionali di capitalismo sono particolarmente brevi.

219. SCAMBIO CAPITALISTICO: SIMMETRIA E SCARSITA’ DELLA RISORSA TEMPO.

221. esiste una tensione fra rispetto di sé e rispetto reciproco.

222. gli scambi rituali costruiscono il rispetto reciproco; lo scambio porta la gente a esteriorizzare, e ciò è necessario per lo sviluppo di qualità relazionali.

225. la questione è come aprirsi all’esterno mantenendo un solido senso sé.

226. troppa rigidità = troppa fragilità [Lévi-Strauss]

227. l’antropologo chiama bricolage il processo di smontaggio di una cultura in pezzi e il suo allestimento eri il viaggio. Lévi-Strauss chiama “meteci” (métics) coloro che praticano il bricolage, trasformando l’accezione classica del termine greco per indicare gli stranieri nell’idea di gente che può ricordare da dove proviene anche sapendo di non poterci più vivere; questo genere di viaggio egli lo chiama “meticciato” (métissage), un percorso lungo il quale c’è un cambiamento ma non la perdita della memoria. Il viaggiatore, quindi, conserva un certo grado di sicurezza e fiducia in sé mentre fa fronte, e accetta, la diversità e l’incoerenza della nuova situazione.

228. l’importanza del passaggio da una conoscenza tacita a una conoscenza esplicita.
TACITO – ESPLICITO – TACITO COME TESI – ANTITESI – SINTESI

230. il filosofo Michael Polanyi dice che l’ambito del tacito racchiude ciò che sappiamo più che ciò che possiamo dire.
Michail M. Bachtin e il primato del contesto sul testo.
Maurice Merleau-Ponty e la sicurezza ontologica.
Freud sostiene invece che il sapere tacito e la sicurezza ontologica diano un falso senso di sicurezza.

234. LA RESA DI DEWEY E LA RINUNCIA TEMPORANEA AL CONTROLLO DI SE’ E DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE. LASCIARSI ANDARE.
POSARE LO SCUDO.

236. è necessario che cambi qualcosa nel profondo dell’individuo. Rivolgersi verso il mondo esterno significa che il prigioniero riforma anziché essere riformato.
SENNET E RORTY

236. divario fra linguaggio e realtà.
Secondo Daniel Kahneman l’assunzione di rischio ispira depressione e ansia anziché speranza; la gente si concentra su ciò che deve perdere piuttosto che su ciò che può guadagnare; i lavoratori si sentono giocati, non giocatori. Ne risulta quella che Albert Hirschman chiama mentalità di defezione piuttosto che di protesta.

237. IL RISCHIO SENZA POTERE GENERA DEPRESSIONE

238. PRIMA CAMBIAMO POI CE NE ACCORGIAMO

241. per trattarsi con reciproco rispetto le persone dovrebbe fare a pezzi i presupposti taciti e le visioni condivise del mondo.
ROMPERE PER COSTRUIRE

247. fin dall’inizio della sua carriera mio zio fu convinto che il capitalismo, insistendo unicamente sulla condizione materiale e sul prestigio degli individui, non fosse in grado di superare il divario della disuguaglianza.

249. ogni scambio positivo con il nemico rischia di indebolire la coesione di classe.
COSCIENZA DI CLASSE E RAPPORTO PARALIZZANTE FRA SE’ E IL MONDO.

254. la buona volontà unita all’improvvisazione – il jazz sociale – non crea vincoli.

255. i 3 codici moderni del rispetto: realizza te stesso in qualche modo; prenditi cura di te; aiuta gli altri.

255. “il compito di una società civilizzata è di eliminare quelle diseguaglianze che trovano la loro origine non nelle differenze individuali, bensì nell’organizzazione sociale.
SALVATORE VECA E LA SOFFERENZA SOCIALMENTE EVITABILE.

Incontro

“E correndo l’incontrai lungo le scale / quasi nulla mi sembrò cambiato in lei / la tristezza poi ci avvolse come miele / per il tempo scivolato su noi due”: comincia così “Incontro”, una delle sei meravigliose storie raccontate nell’album “Radici” da Francesco Guccini.
Ma si sarebbe potuto cominciare anche con “vorrei incontrarti fuori i cancelli di una fabbrica / vorrei incontrarti lungo le strade che portano in India / vorrei incontrarti ma non so cosa farei, forse di gioia io di colpo piangerei”, citando in questo caso “Vorrei incontrarti” di Alan Sorrenti che all’inizio della carriera ha pubblicato due album meravigliosi, “Aria” e “Come un vecchio incensiere”, nei quali hanno suonato musicisti come Jean Luc Ponty e Antonietta (Tony) Hilary Marcus, Tony Esposito, David Jackson, stratosferico sassofonista dei Van Der Graaf Generator, un gruppo che chiunque pensa di amare il rock dovrebbe conoscere.

Perché vi racconto tutto questo?
Perché vorrei provare a giocare assieme a voi con alcune parole. Con la speranza che ciò possa offrire qualche spunto al popolo degli studenti che si appresta a fare i conti con sua
Dato che i miei 5 minuti passano veloci passo ai libri per segnalarvi l’incontro con Proust e Kafka che dobbiamo a Franco Rella e al suo Scritture estreme, edito da Feltrinelli: un saggio di estrema bellezza, un viaggio fino al centro della Terra, un coltello fino in fondo al cuore.
Per chi ancora non ama Proust e Kafka. E per chi invece si.

Rimango volentieri sul pianeta libri per accennare all’incontro con noi stessi, il nostro daimon, il codice della nostra anima.
Proprio Il codice dell’anima è il titolo del meraviglioso, sconvolgente, straordinario libro di James Hillman edito da Adelphi.
Un libro assolutamente da leggere e da meditare.
Per comprendere, amare, sopportare meglio chi siamo. Tutto quello che siamo. Con i nostri pregi, pochi. E i nostri difetti. Tanti.
Per comprendere, amare, rispettare, incontrare gli altri. Con le loro teste. Le loro facce. Le loro mani. I loro modi di vivere, pensare, amare, giocare, odiare.

Per finire una saga cinematografica, una citazione e un ricordo che ci proiettano verso quello che a mio avviso è l’aspetto più bello e interessante del tema di oggi, l’incontro con l’altro.
L’incontro con l’altro non è mai semplice, banale, automatico. Richiede sempre un piccolo ma prezioso investimento in disponibilità, la voglia di fare il primo passo, o anche di “levare l’occasione” come usiamo dire noi napoletani.
La saga è quella di X Men, di cui è appena uscito il volume 3 in DVD, che nel modo spettacolare che caratterizza la migliore produzione – tradizione dei fumetti e del cinema, suggerisce, in particolare ai giovanissimi, riflessioni non banali intorno al tema “accettazione delle diversità”.
La citazione è del grande Levinàs: “L’origine dell’esistenza etica è la faccia dell’altro, con la sua richiesta di risposta. L’altro diventa il mio prossimo precisamente attraverso il modo in cui la sua faccia mi chiama”.
Il ricordo si riferisce a una nobile, antica, tradizione napoletana purtroppo ormai quasi completamente dimenticata: il “Sospeso”.
In buona sostanza accadeva che chi entrava in un bar per prendere un caffè, magari insieme a un amico, pagasse un caffé in più, il “sospeso” in questione, a favore di un futuro, spesso sconosciuto, avventore.
Era un gesto di disponibilità, di amicizia, di civiltà in fondo semplice ma assai ricco di significato.

Anche se non sempre ce e accorgiamo il significato è una cosa importante.
È la voglia di non rinunciare a trovare senso e significato che ci permette – nonostante le insopportabili, banali, retoriche, cose che, nel bene e nel male, si dicono di questa città – di continuare ad avere voglia di disponibilità, amicizia, civiltà, di far bene le cose perché è così che si fa.
Senso e significato sono il vero antidoto, le vere briscole che abbiamo a disposizione per combattere l’anomia, il disorientamento che incombe sulle nostre stanze di vita quotidiana.
Potrei dire che sono sempre più numerosi quelli che vivono tutto questo come una sorta di ultimo tentativo.
Preferisco constatare che i miei 5 minuti sono terminati.
Che sono riuscito a tornare laddove avevo cominciato, cioè a Guccini (stanze di vita quotidiana è il titolo, o il titolo del ,titolo come direbbe Alice nel paese delle meraviglie, di un altro suo album).
Che perciò mi fermo e vi dò volentieri la parola.