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Il fabbricante di ombrelli
Per il filosofo Francois Jullien la Cina è la sola possibilità di “prendere le distanze dal pensiero da cui proveniamo, […] di interrogarlo nelle sue evidenze, in ciò che costituisce il suo impensato”. Per il giovane Davide, scuola, volley, diciottanni e un sogno a un palmo di naso, è “una moltitudine di persone – formica con poca voglia di integrazione e tanta capacità di occupare ogni spazio disponibile”. Per Pietro D., il protagonista della nostra storia, padre e marito di giorno, studente di quinta liceo la sera, è un pezzo di memoria, un ricordo della vita da artigiano in quella bottega dove la sola traccia di “modernità” era un trapano verticale, realizzato da un vecchio torniere, che girava tramite la cinghia di un motorino attaccata da un lato al trapano e dall’altro al motore di una lavatrice, il tutto bloccato su un banco in legno che aveva più di 200 anni. Gli attrezzi necessari alla rifinitura? Tutti costruiti a mano e riposti nel cassetto di un banchetto, anch’esso senza età, insieme a balene (le stecche di ombrello), pezzi di legno, cacciaviti, pinze, tronchesi, martelli piccoli e grandi. Lo sgabellino dove ci si sedeva? Un reperto “storico”, sottratto ai tedeschi negli anni dell’occupazione. In tutto erano in tre, compreso il titolare, e realizzavano, rigorosamente a mano, ombrelli costruiti su legni pregiati interi (Ginestra, Malacca, Ciliegio, Corniolo, Olmo, Castagno, Frassino, Nocciolo, Bamboo), con la punta finale in corno di bue, utilizzando insegnamenti, modi, strumenti, tecniche, tramandati da padre in figlio.
I clienti? Tutti quelli che, potendoselo permettere, avevano fatto dell’eleganza il proprio stile di vita. Cinesi compresi. Perché, sottolinea Pietro, anche se i cinesi ricchi sono “pochi”, qualche decina di milioni, sono così tanto ricchi da poter cercare in ogni prodotto qualità e particolarità. Poi racconta senza fatica dell’arrivo in bottega dei clienti cinesi, della scelta accurata dei tessuti e dei legni, delle fotografie a ciascun ombrello, tessuto, legno, così da poter controllare, all’arrivo in Cina, l’esatta corrispondenza con quanto ordinato. 120 euro più i costi di spedizione il prezzo di ogni ombrello, che ai ricchi cinesi costa tra i 250 e i 300 euro.
La storia di Pietro pare voglia dirci che “poco” e “molto” sono avverbi quanto mai indefiniti quando si riferiscono alla Cina. E che chi ha più idee, prodotti, servizi e sistemi di qualità ha più possibilità di collocarli sui mercati mondiali, Cina compresa. Dite che dobbiamo preoccuparci?
La Cina spacca l’Occidente
PARTE I PECHINO-WASHINGTON COPPIA DI FATTO
John C. HULSMAN – L’Occidente è finito perché l’America vuole allearsi con la Cina
La Grande Recessione evidenzia la rivoluzione geopolitica globale. L’Europa, divisa e decadente, è un museo. Per pagare il conto di Bush, Obama guarda a Pechino e all’area dell’Oceano Indiano. Il futuro è degli Stati nazionali.
Giorgio ARFARAS – Nelle mani dell’Asia
La crisi globale evidenzia i limiti della simbiosi economica sino-americana. Gli Usa devono comprimere i consumi per ridurre il debito interno ed estero. La crescita sarà trainata dai consumatori asiatici, o non sarà.
Fabrizio MARONTA – Chi vince e chi perde
La crisi ridisegna i rapporti di forza globali. Chi ne esce meglio finora è la Cina, seguita dall’India. I più colpiti, nel mondo che conta, sono gli Stati Uniti e alcuni paesi europei. Russia e America Latina in bilico. Il Medio Oriente paga l’austerità.
Sergio ROSSI – Oltre il dollaro
La crisi rivela i limiti dell’‘impero a credito’ e impone di rivedere il sistema dei pagamenti fra nazioni. Alcune idee per sostituire il regime basato sulla moneta statunitense con una moneta internazionale. Il piano Keynes e le proposte cinesi.
Francesco SISCI – Americina
I cinesi possono dare libero sfogo al loro amore per l’America, con cui stanno costruendo un duopolio di fatto. Il vincolo economico reciproco è stato perseguito da Pechino per assurgere a junior partnerdi Washington. Limiti e rischi dell’operazione.
Fabio MINI – Chimerica è una chimera
Un duopolio globale è implausibile. L’avvicinamento fra Cina e America avviene in circostanze non volute, infelici: Pechino resta inferiore e Washington è in declino. Ordine mondiale e ordine delle cose.
Thomas ZHU – L’orgoglio ferito dei cinesi di frontiera
Snobbati dai connazionali dell’interno, osteggiati dalle minoranze locali, gli han del Xinjiang esibiscono con fierezza i loro successi economici. E accusano: Pechino ci ha tradito, per la gioia dei secessionisti.
Jean-Léonard TOUADI – Soccorso giallo: la crisi battezza Cinafrica
Il continente nero è devastato dalle conseguenze della Grande Recessione. La Cina ne profitta per consolidarvi la sua penetrazione economica e geopolitica, con l’appoggio delle élite locali. L’Occidente ha altre priorità.
PARTE II L’OCCIDENTE DIVISO DALLA CRISI
Federico RAMPINI – Noi europei al bivio: o ci uniamo o non contiamo più
La Cina punta al G2 con gli Usa, alle sue condizioni. Le potenze europee, ormai residuali, dovrebbero fondersi in un solo polo. Non saremmo alla pari con i due colossi, ma almeno potremmo partecipare alla partita globale.
Paolo QUERCIA – Ultima chiamata per l’Italia
Tra anniversari malinconici e dogmatismi, rischiamo di perdere di vista opportunità e minacce nel mondo che cambia. Che cosa conta per noi? Estero vicino ed estero rilevante. L’importanza di partire dalle nostre necessità.
Federico FUBINI – Attenti al Fondo
L’Fmi come barometro dei nuovi equilibri. La Cina impone sempre più il suo peso economico, politico e finanziario. India e Brasile pensano in grande, mentre Giappone e Stati Uniti segnano il passo. Chi rischia di più è l’Europa.
Mattia DILETTI – Il ‘realismo magico’ di Obama
L’America non può rinunciare al suo spirito missionario, ma nemmeno concedersi il lusso dell’interventismo ‘umanitario’. Da questa contraddizione scaturisce l’ideologia dell’attuale Casa Bianca. Che cosa resta del sogno americano.
Tomàs F. SUMMERS SANDOVAL JR. – L’America non capisce il suo razzismo
L’elezione di Obama è stata salutata come la fine della questione razziale. Niente di più sbagliato. La razza resta un pilastro della società statunitense e un potente fattore di discriminazione, specialmente in tempo di crisi.
Enrico BELTRAMINI – L’Obama-pensiero tra Reagan e Malcolm X
Il presidente americano ha saputo lanciare al paese un salvagente etico per evitare che sprofondasse nelle sabbie mobili della crisi. Una sapiente miscela di liberalismo politico e conservatorismo morale, solidarietà e responsabilità, Stato e individuo.
Simone NELLA e Alessandro POLITI – Pakistan, i ching e la Bomba
Washington e Pechino condividono alcuni interessi nell’Afpak, a cominciare dalla lotta al jihadismo. Di qui a immaginare una cooperazione sinoamericana molto ne corre. Le ‘linee rosse’ cinesi: no a Balucistan e/o Pashtunistan indipendenti.
PARTE III HAI DETTO ECONOMIA?
Oswald SPENGLER – È la demografia, bellezza’ (a cura di Giorgio ARFARAS)
conversazione con Oswald SPENGLER, editorialista di Asia Times a cura di Giorgio ARFARAS
Rosario AITALA – Il nuovo triangolo delle mafie parla cinese
La crisi globale ha rafforzato il potere delle grandi organizzazioni criminali, che dispongono di denaro in abbondanza. Pechino come hubdi un sistema di traffici che ha i principali mercati in Europa e America. I predatori migliorano le prede.
Carlo STAGNARO – Viva i paradisi fiscali!
La demonizzazione degli ‘uncooperative tax havens’ esprime la competizione fra gli inferni occidentali ad alta fiscalità e alcuni piccoli Stati, ben amministrati, a bassa fiscalità. Il caso delle Isole Cayman e quello del Delaware. La retromarcia di Obama.
Mauro GUERRA e Fabio PANZERA – Lo shadow banking e le quattro isole dell’economia mondiale
La distribuzione di prodotti costituiti ‘impacchettando’ i crediti a bilancio segna la crisi finanziaria in corso. L’incerto futuro delle banche americane e l’emergere dei colossi bancari cinesi. Usa, Cina, Europa e America Latina come poli dell’assetto planetario.
Mauro BUSSANI – Crisi delle regole e regole della crisi
L’improvvidenza del diritto, non la sua mancanza, è alla radice dell’attuale tempesta economico-finanziaria. Le lacune del modello americano e l’illusione mercatista. Cinque criteri e una Corte per ridisegnare il sistema globale.
Marco SAVINA e Rodolfo VISSER – La ballata dei numeri zero
Dalla realtà virtuale alle dure repliche dei fatti: come e perché si è arrivati al disastro che ancora scuote il mondo. Le follie dei manager e i dilemmi di Obama. La chimera del ‘mai più’. Chi ha rotto paga? Non proprio.