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Tanta musica e non solo scuola

E’ decisamente tempo di vacanze e per l’ultimo numero di scuola medium prima della pausa estiva non potevamo che scegliere Nonsoloscuola.
Cliccando su stazioni radio avrete ad esempio la possibilità di scegliere la vostra frequenza preferita ed ascoltare musica di ogni tipo. Noi ci abbiamo provato e una benevola dea bendata ci ha donato in sorte la mitica “Yesterday” dei Beatles.
Se invece avete voglia di dare un’occhiata a cosa sta avvenendo dalle parti dell’Etna cliccate su “Telecamera calda”, la web cam che ogni 30 secondi vi aggiorna su tutto quanta accade sulla bocca di fuoco più prolifica d’Europa: chissà che la vostra “buena” sorte non vi porti a godere in diretta di uno degli spettacoli naturali più suggestivi che esistano.
Se invece volete sapere cosa c’era scritto su un manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica chiesa di San Paolo cliccate su “Desiderata” e chissà che non troviate qualche spunto per riflettere un po’.
Ma anche se amate stare al fresco e passare un po’ di tempo a fare e disfare puzzle a “Nonsoloscuola” troverete quello che fa per voi: tanti puzzle preparati apposta per voi ed in più (gratis) il programma “Puzzlewizard”, creato in Visual Basic (un linguaggio di programmazione tra i più diffusi) da Claudio Gucchierato e Mauro Rossi, con il quale potrete inventare e costruire voi stessi i puzzle con i quali far impazzire i vostri amici vacanzieri.
Se amate la musica classica e pensate sia giusto celebrare Johann Sebastian Bach in occasione del 250° anniversario della morte, il 28 luglio 2000, cliccate pure su “Giovanni Sebastiano, un vecchio amico”, e da lì potrete salpare verso i siti dedicati al grande compositore: da Johann Sebastian Bach un sito molto ricco tutto in italiano, alle guide di Supereva, all’Archivio di midi classici, al Club J.S. Bach dove potrete scaricare gratis un gran numero di file musicali.
State pensando che a “Nonsoloscuola” la grande assente è la scuola? Vi sbagliate di grosso.
Provate ad esempio a collegarvi con “Nonsolobambini”, “Nonsoloinsegnanti” o “Nonsologenitori”, veri e propri canali tematici dedicati, e vi accorgerete subito di risorse e contenuti per la scuola a vostra disposizione.
Facciamo qualche esempio?
Potete scaricare Drawing, un programma per disegnare al computer davvero utile per i più piccini; esercitarvi con Indovinanumeri, un gioco di logica; visitare il Museo virtuale degli strumenti musicali; seguire il corso di Word; collegarvi con il corso Internet, dalla navigazione allo sviluppo; consultare la Guida al metodo di studio e tanto altro ancora.
Buone vacanze.

Con la propria testa e con le proprie mani

Come farà “l’uomo flessibile” a ritrovare, mentre salta continuamente (quando ha la fortuna di vivere nella parte “giusto” della parte ricca del mondo) da un lavoro ad un altro, il filo di una storia, per l’appunto quella della propria vita lavorativa?
La domanda è, come è noto, per tante ragioni assai meno bizzarra di quanto appaia a prima vista.
E’ stato proprio attraverso il lavoro che intere generazioni di uomini e donne sono riuscite, più o meno consapevolmente, con più o meno successo, a dare qualche risposta al bisogno di sapere “chi siamo” e di condividere con altri idee, progetti, aspettative.
Era il secolo breve, e si poteva ancora essere operaio dell’Italsider o della Pirelli, tecnico dell’Ansaldo o della Fiat per tutto l’arco della vita. E l’avere questo filo conduttore consentiva di ridurre l’incertezza, di connettersi con gli altri, di avere identità e dunque futuro.
Il fatto che questa possibilità non ci sia più causa cambiamento di paradigma, impone la necessità di rintracciare nuovi modi per definirci, riconoscerci, interagire, nella durata.
Perché si possono (forse) anche cambiare 10 lavori nell’arco di una vita, ma (forse?) non si può fare una vita nella quale ogni volta che si cambia lavoro si ricomincia tutto daccapo.
La discussione come è noto è aperta da tempo, vi partecipano prestigiose istituzioni nazionali, europee, mondiali assieme a intellettuali, partiti, sindacati, semplici cittadini, e grande spazio viene dato al suo interno alla discussione sulla formazione, la conoscenza, i saperi.
In questo ambito vi segnaliamo l’attivazione su AustroeAquilone, la fabbrica dei contenuti e Smile.it, il portale della formazione e dell’educazione, (www.smile.it) di un forum online dove, oltre a leggere le cose dette da Bassolino, Callieri, Foa, Ranieri, Trentin, nel corso della presentazione del libro “Il tempo del sapere” di Vittorio Foa e Andrea Ranieri, (Einaudi), tutti coloro che hanno voglia di partecipare con le loro opinioni e le loro idee al dibattito in corso possono inviare i loro interventi e vederli pubblicati.
State pensando che la discussione è troppo impegnata? Che abbiamo bisogno di fatti e non di parole? Vi sbagliate.
Perché, come ha scritto Ludwig Wittgenstein, “la misura del significato delle nostre parole è saldata alla loro capacità di far agire”.
Perché, come ci ricorda Salvatore Veca, è attraverso le parole, il linguaggio, che possiamo accedere alle cose che compongono il nostro mondo.
Perché abbiamo bisogno di trovare parole, idee, concetti in grado di definire, farci conoscere, farci “maneggiare” i cambiamenti in atto. E di strumenti e opportunità con i quali contribuire alla definizione di luoghi e contenuti del discorso pubblico. In maniera autonoma. Ciascuno con la propria testa e le proprie mani.

Leggere senza rete

Ricordate? Siamo stati tra i primi a parlarvi di e-book, a preannunciarvi gli sconvolgimenti in atto nel mai abbastanza amato mondo dei libri, ad organizzare apposta per voi “book or e-book”, il primo sondaggio online sul futuro del libro digitale (al quale fate ancora in tempo a partecipare su AustroeAquilone.
Ebbene ci siamo (quasi)! In autunno sarà operativo l’accordo tra Mondadori e Bertelsmann e nel giro di pochi anni i titoli del gruppo di Segrate saranno pronti per essere scaricati su palmari, portatili, personal computer.
Ma da subito la Mondadori annuncia la nascita di un nuovo portale, Scrittori in Corso, dove 20 tra i suoi autori di maggior prestigio avranno “finalmente” il proprio sito web.
Cosa si può dedurre da tutto ciò? Che, piaccia o no, a volte “il nuovo avanza davvero”. Che però questo ve l’abbiamo già detto qualche mese fa. Che perciò per questa settimana proviamo ad essere senza rete. E a proporvi qualche buon libro. Rigorosamente di carta. Con l’aiuto di Valeria Di Paola, giovane “aspirante” lettrice, Armida Lugani, direttrice della libreria Feltrinelli Duomo di Milano e Luigi Morra, che dirige invece la libreria Feltrinelli di Napoli.
Valeria, 13 anni, un amore ancora (troppo) tiepido per la lettura, è stata alle prese, in queste (troppo) assolate giornate di luglio, con un libro di Cyrano de Bergerac, ‘L’altro mondo, ovvero Stati e imperi della luna’, (Theoria, 163 pagine, 22 mila lire). Il risultato? Entusiasmante. Per lei e per noi, quelli dell’ombrellone a fianco, fortunati lettori per caso.
Armida Lugani propone due saggi. ” Il primo è ‘La terza fase’, di Raffaele Simone (Laterza, 152 pagine, 22 mila lire). Tratta dell’analfabetismo di ritorno, delle forme di sapere che stiamo perdendo; il secondo è ‘I nuovi schiavi’ di Kevin Boles, (Feltrinelli, 265 pagine, 30 mila lire): storie di donne e uomini di ogni età umiliati al tempo dell’economia globale”.
“A mio avviso sono tutti e due molto belli – ci dice -. Agili e di facile lettura. Ma che però non rinunciano alla profondità”.
Tra i preferiti di Luigi Morra c’è “Tutto sull’amore”, di Bell Hooks, (Feltrinelli, 172 pagine, 22 mila lire).
“E’ un libro straordinario – afferma – che riesce a parlare in maniera non banale di spiritualità, solitudine, rapporti con l’altro.
Per i più piccoli suggerisco ‘Il nuvolo innamorato e altre fiabe’ di Nazim Hikmet, (Mondadori, 133 pagine, 24 mila lire). Ed in particolare il racconto il gatto e la tigre, che a me è piaciuto tantissimo”.
Infine non perdetevi “Silenzio!”, di Jean Marie Gourio, (Feltrinelli, 167 pagine, 24 mila lire). Perché? “Perché è un libro molto particolare. Perché ha una trama davvero originale. Perché sta avendo successo grazie soprattutto al passa parola di chi lo legge”.
Parola di Armida e Luigi. Gente che di libri se ne intende. Buona lettura.

L’Iriscane? Uno scacciapaure

E allora leggete qua: “l’iriscane ha per testa il pescespada e sulla coda un fiore di iris. E’ grigio con delle macchie viola. Per naso ha una spada tagliente e sotto la coda un serbatoio pieno di odori puzzolenti. Quando si trova davanti ai nemici parte in volo sprigionando attorno la puzza, facendoli svenire. Svelto svelto sguaina la spada e li infilza come i polli allo spiedo. E la paura si spaventa!”
Il nostro amico iriscane è insomma lo “scacciapaura” che Silvia, Filippo e Andrea hanno inventato per tenere lontano quel persistente tremolio che avvertono su per le gambe quando sono o si sentono soli, quando c’è il buio, quando ogni occasione è buona per sentire strani rumori.
I loro amici Alessandro, Victoria, Antonella e Chiara pare abbiano tratto grande giovamento dalla loro scoperta e se avete anche voi voglia di servirvene, o anche solo di conoscerlo, collegatevi con il bel sito della Scuola Elementare di Solignano, in provincia di Parma.
Perché ritorniamo a parlare di paure?
Perché quello delle paure è, come ci ha detto tempo fa Colomba Punzo, insegnante del 70° Circolo Didattico di Ponticelli, Napoli, “un tema senza frontiere che accomuna i piccoli di ogni luogo e li invita a condividere un vissuto comune”.
Perché tra i diritti dei bambini c’è anche, come ricorda spesso Marco Rossi Doria, insegnante e fresco finalista del premio Viareggio, quello di “conoscere e sentire le parole della paura, del dispiacere, della morte”.
Perché in realtà le paure attivano quel meccanismo mentale prezioso che ci protegge da molti pericoli reali e che ci fa vivere di più e meglio.
Perché i grandi hanno tanto da imparare dalle paure dei bambini. E qualche volta anche tanto da farsi perdonare.
Leggete a questo proposito cosa scrive Pasquale Mancuso, 10 anni, in una delle più belle testimonianze raccolte nel libro “Aspettando l’Alba”, Avagliano Editore: “Noi adesso a Sarno vediamo solo ferite tra le montagne, le case distrutte, alcune ancora col fango all’interno e con il segno della “lava” vicino ai muri, che è arrivata ad un’altezza spaventosa, con gli schizzi fino ai soffitti.
E’ un paesaggio spaventoso. Prima era bellissimo. Parlando con la gente vediamo nei loro occhi e sentiamo dalle loro parole l’amore che hanno per il proprio paese e la nostalgia di com’era prima, prima che la montagna si stancasse della crudeltà dell’uomo e venisse giù con tutta la sua rabbia”.
Torniamo nel bit-mondo (certe volte è meglio!) per segnalarvi il percorso didattico della Scuola Media Statale “Galileo Galilei” di Pesaro che ha per titolo La paura e le paure degli adolescenti. La letteratura come risorsa.

Giro d’Italia (estivo) in pochi colpi di mouse

Siete già al mare convinti che sotto questo sole vi lasceremo finalmente in pace? Vi sbagliate di grosso. Arrancate per casa nel pieno della sindrome “ho appena finito gli scrutini, gli esami, di studiare, mi devo assolutamente riposare, mamma mia che faccio” e tutto vi aspettate tranne che sul quotidiano del vostro cuore qualcuno continui a interrogarvi? Peggio per voi.
Perché se non lo sapete ancora la vita è tutto un quiz ed avete soltanto 30 secondi di tempo per leggere i nomi delle seguenti piazze, con relative città di appartenenza, ed indovinare quali di esse sono rinascimentali, quali barocche, quali medievali: piazza Garibaldi, Massa Marittima; piazza del Plebiscito, Napoli; piazza della Signoria, Firenze; piazza del Popolo, Ascoli Piceno; piazza del Campidoglio, Roma; piazza Matteotti, Castell’Arcuato; piazza del Municipio, Noto; piazza Ducale, Vigevano; piazza Castello, Torino.
Perché vi infliggiamo tutto questo? Perché anche noi avremmo ormai bisogno di andarcene in vacanza; perché vorremmo finalmente vendicare il mitico Saverio Gargiulo, al quale non bastò, in un mercoledì in albis di quasi 30 anni fa, prorompere in un accorato: “professorè, stamm ancora pieni di casatiello (rustico tradizionale pasquale campano fatto con sugna, salame, uova sode, formaggio, ecc.) per evitare un famigerato n.p. (non preparato) in matematica; perché vorremmo segnalarvi Le piazze d’Italia, un sito davvero utile per raccogliere notizie ed informazioni su “le più belle e significative piazze italiane dal medioevo al barocco”.
E mentre immaginiamo che in tanti avrete visitato almeno un paio delle piazze di cui sopra in quanti siete stati a Torcello “luogo celebrato da letterati e viaggiatori romantici di ogni tempo, qui richiamati dalla magia di un ambiente naturale unico e dalla presenza di monumenti d’arte d’eccezione”? O a Bevagna, “una cittadina così remota, fuori dal tempo, gravata da un silenzio che è retaggio della civiltà contadina di cui ancora partecipa, che vanta una piazza d’impensata bellezza, tra le più eccezionali dell’Italia centrale”?
Se invece avete intenzione di fare un salto a Pisa non perdete l’occasione, prima di mettervi in viaggio, di visitare il Museo virtuale dell’Arte Medievale, che presenta, “oltre a monumenti famosi, un tessuto di opere d’arte piccole e grandi, una galleria di artisti, di architetture, di musei, e infine approfondimenti e suggestioni per una corretta comprensione del loro valore storico e culturale”.
E per quelli che hanno invece voglia di andarsene un po’ in giro per l’Europa? Beh, una tappa ai Castelli del Galles potrebbe essere davvero una buona idea. Provate a cliccare su http://castelligallesi.supereva.it e fateci sapere che ve ne pare.

I bambini e le città. Così Napoli chiama Reggio Emilia

“I bambini ascoltano i diritti dei papà, i bambini ascoltano i diritti dei bambini; i papà devono ascoltare i diritti dei bambini”.
“Se gli adulti non sono intelligenti non pensano e non proteggono i bambini”.
Alla libreria Feltrinelli di Napoli a discutere de “I diritti dei bambini nelle città del futuro” sono stati invitati Marco Rossi Doria, insegnante, autore del libro “Di mestiere faccio il maestro”, Deanna Margini, pedagogista, Rachele Furfaro, Assessore alla Cultura del comune di Napoli e Sandra Piccinini, Assessore Cultura e Sapere del comune di Reggio Emilia.
E dunque  un bene che per una volta i “grandi”, gli adulti, decidano di usare le parole, i pensieri, dei bambini. Quelli che avete letto all’inizio. Che sono raccolti, assieme a tanti altri altrettanto belli, nel libro “In viaggio coi diritti delle bambine e dei bambini”, autori i bambini stessi, edito da Reggio Children.
Marco Rossi Doria lo afferma convinto: “Occorre farsi sorprendere dalle parole dei bambini, trovare un punto d’incontro, ascoltare, mettersi in discussione”.
Poi cita ancora dal libro, “se i bambini conoscono le cose non hanno pi paura, sanno anche le cose pericolose” per sostenere che i bambini hanno diritto a sentire anche le parole del dolore. “Nelle nostre città c’è un eccesso di protezione. La vera protezione sta invece nel trovare le parole giuste per dire cose difficili. Non basta l’affetto, la cura, ci vuole il ragionamento”.
Deanna Margini, pedagogista, parte dall’esperienza di Reggio Children, nata nel 1994 per valorizzare il trentennale patrimonio educativo dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali a Reggio Emilia, e sottolinea la “necessità di considerare l’infanzia come un soggetto forte. La collana dell’ascolto che non c’è – così si chiama il progetto editoriale di Reggio Children – intende dunque promuovere l’ascolto attivo dei bambini, perchè sostenere l’infanzia, progettare le città del futuro, vuol dire abbassare lo sguardo all’altezza del bambino”.
Tocca a Rachele Furfaro, che riesce a mettere in evidenza i piccoli grandi risultati raggiunti, a cominciare dal numero di asili nido più che triplicato dal 1993 ad oggi, senza però smarrire il senso delle tante cose ancora da fare perchè Napoli possa anche solo avvicinarsi all’idea di città a misura di bambino.
“I diritti che i bambini ci chiedono – afferma – devono avere piena cittadinanza. Perchè dando spazio e futuro ai bambini si pensa al benessere degli adulti. Perchè se riusciamo a progettare una città a misura di bambino forse riusciamo a progettare una città vivibile. Da qui la necessità di creare luoghi dove il bambino possa essere davvero libero di esplorare e portare avanti il proprio modo di essere. Senza dimenticare al contempo che i bambini hanno bisogno anche di vuoto, che non bisogna riempire troppo gli spazi e il tempo dei nostri bambini”.
E’ Sandra Piccinini a chiudere la serata. Lei è assessore in un comune che gestisce una rete di 21 scuole dell’infanzia e 13 nidi, frequentate rispettivamente da 1508 e 835 bambini, ed  convenzionato con 5 nidi, 1 servizio per l’infanzia, ed 1 nido autogestito eppure riesce a parlare soltanto di futuro, di cose ancora da fare.
“Per i bambini – esordisce – i diritti sono desideri. Se riuscissimo a progettare le città con lo sguardo dei bambini sapremmo probabilmente guardare il futuro. Perchè i bambini sono più capaci di noi di allargare la prospettiva. Da 2 anni abbiamo avviato un progetto “Reggio tutta, una guida dei bambini e delle bambine alla città”.
Sapete che hanno scritto alcuni di loro? Che il confine  è un fumo. Non lo trovate straordinario?
I bambini sono pieni di cose. Mentre spesso c’è molta povertà nei loro confronti, anche nelle città ricche.
C’è bisogno di comunità. Di identità. Non può essere la pubblicità ad interpretare il bisogno di futuro. Neanche se ha il volto dolce di Nelson Mandela”.

Maturandi, un portale tutto da esplorare

“Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini, dice Ibn Battuta, l’infaticabile girovago arabo che andò da Tangeri alla Cina e ritorno per il gusto di viaggiare. Ma il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma. Le nostre prime esplorazioni sono la materia prima della nostra intelligenza”.
Comincia così, con questa citazione da “Anatomia dell’irrequietezza”, il viaggio che propone URL, in collaborazione con Adelphi, per tutti gli amanti (a giudicare dalle vendite tanti) di Bruce Chatwin. Ma cos’è URL?
Un nuovo portale che, come scrivono gli autori, “segnala web ma, soprattutto, pezzi di web, sottosezioni, pagine in fondali profondi. Ogni pagina web segnalata è descritta con una scheda, spesso ampia, che guida alla interpretazione del luogo cui si è diretti”. Perché abbiamo deciso di parlarne?
Perché è pensato ed organizzato davvero bene. Perché mantiene le cose che promette. Perché “URL è anche IPERTESI, un web nel web, dedicato alla segnalazione di siti utili per gli studi universitari”, con circa 1000 siti segnalati. Perché all’interno di IPERTESI c’è lo “Speciale Maturità”, per tutti quelli che aspettano il fatidico giorno e sanno, come il celebre e sfortunato ateniese, di non sapere (abbastanza).
Le risorse sono censite in 2 grandi (e un pizzico tradizionali) macro aree: materie umanistiche e materie scientifiche.
Volete sapere qual è il primo tema che incontrerete se scegliete la prima opzione? Il lavoro che ci aspetta. E quale il primo sito proposto? Quello del Marx – Engels Archive (ebbene sì!). Seguito da quello del Centro di Documentazione sul lavoro nell’Unione Europea istituito presso l’Università di Catania. E da quello dedicato ai mutamenti del lavoro visti dalla rete.
Andate appena un po’ più in là e troverete “Essere donne nel 2000”, con un ricco e ben commentato elenco di siti da visitare. Se invece sceglierete di navigare nella sezione “materie scientifiche” troveranno, tra i primi 5 argomenti, ciascuno con annessi siti censiti, “un’introduzione alla bioetica, ingegneria genetica, idee per ricerche sul tema dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, a partire dai 26 principi di Stoccolma, la radioattività nell’immaginario collettivo dagli anni 20 a oggi”. E se in questo elenco non trovate ciò che vi interessa, non scoraggiatevi. I temi che URL vi propone sono davvero tanti.
E se ancora non vi siete stancati fate un giro su Le vie maestre, 14 macro percorsi a tema tutti da esplorare. Alla voce ambiente potrete ad esempio scegliere tra sostenibile ed insostenibile; alla voce junior tra 0 – 15 (anni) e insegnanti e genitori; alla voce media tra culture e pratiche; alla voce viaggiare tra colto, comodo, stravagante, virtuale. Buona navigazione.

Tutte le strade per imparare le lingue

E se dedicassimo scuola medium di questa settimana a chi ha appena riposto libri e quaderni e ha voglia di andarsene per qualche settimana in giro per il mondo, non ha una lira e non ha a chi chiederla? E a chi ha la fortuna di poter chiedere i soldi a mammà e papà? A chi per andare all’estero con qualche amico o la ragazza “sente” l’irrefrenabile bisogno di perfezionare la propria conoscenza della lingua inglese? E a chi sta aspettando che finiscano gli esami per approdare nella verde Irlanda o nell’appassionata Spagna e magari rimanerci?
A tutti questi e ai tanti aderenti del club zaino in spalla e pedalare consigliamo vivamente di dare un’occhiata al sito dei Cittadini d’Europa, dove potranno scegliere tra i 15 Paesi disponibili le notizie e le opportunità relative al “vivere, lavorare, studiare, acquistare beni e servizi, viaggiare, pari opportunità, cercare lavoro”.
Facciamo un esempio? Clicchiamo sull’Irlanda e poi sulla sezione lavorare ed ecco una sintesi del menù al quale è possibile accedere: l’accesso al mercato del lavoro; come trovare lavoro; il riconoscimento dei diplomi: sistema generale, professioni paramediche, insegnanti, ingegneri, avvocati, medici generici e specialisti, farmacisti, dentisti, ostetriche, veterinari, infermieri generici, architetti; il diritto di soggiorno; la sicurezza sociale; le agevolazioni sociali; imposte e tasse; i lavoratori frontalieri; elementi del sistema d’istruzione nazionale.
Le informazioni per chi desidera studiare, formasi e fare ricerca in un paese dell’Unione Europea sono dunque davvero ottime e le schede complete.
Molto interessante e ricco di indirizzi utili è anche “Vacanze – studio all’estero: una guida completa per studiare ed imparare una lingua” proposta da Studenti.it.
Vi troverete una lista di siti caldi in italiano (MLA, Fulbright, Masterstudio, EF, e non in italiano ( British Council, Goethe Institut, Actilingua, FLE).
Se infine avete tra i 18 e i 35 anni, e volete restare 4 settimane (1 di corso, 3 di stage) nel Kent e lavorare nei settori marketing, finanziario, medicina, industriale, commerciale, turismo, informatico, amministrativo, giuridico ed essere sistemati in famiglia; o vi va di fermarvi a Dublino per almeno 10 settimane (corso più stage lavorativo) in hotel, ed essere sistemati in appartamenti o ostello; o avete 18 – 28 anni, conoscete il tedesco, e volete fare stages lavorativi di almeno 4 settimane in alberghi tedeschi con sistemazione in famiglia o nell’hotel in cui si lavora visitate il sito del Comune di Jesi. Buona navigazione.

L’esame di stato in rete non ha segreti

Avete la “fortuna” di avere proprio nella vostra classe il “mostro” che nello scrutinio finale del penultimo anno ha “preso” almeno otto in ciascuna materia e non sapete come togliervelo di torno? C’è un rimedio antico: il Regio Decreto 4 maggio 1925 n. 653, grazie al quale il suddetto “mostro” può sostenere l’esame di Stato saltando un anno.
E’ una delle rare cose su cui la nuova normativa relativa agli esami di stato non ha introdotto alcuna innovazione. Visto che per fortuna tutto il resto è cambiato profondamente noi vi suggeriamo, trepidanti studenti o ansimanti (di fatica) insegnanti che siate, a visitare il sito del Ministero della Pubblica Istruzione.
Cliccate sull’icona “esame di stato” e poi scegliete gli argomenti che più vi interessano, dal quadro normativo alle materie e commissioni, dagli esempi di prove alle prove d’esame, dalle FAQ (domande frequenti) ai modelli, dalle pubblicazioni alla vecchia maturità. Ciascuna sezione si sviluppa a sua volta, attraverso un semplice menù a comparsa, in diverse sotto sezioni.
Facciamo un esempio? Le FAQ si articolano in: prima, seconda, terza prova scritta; colloquio; svolgimento esame; anticipo; aree disciplinari; candidati esterni; certificazione; credito formativo; credito scolastico; doc. consiglio di classe; educazione fisica; esame preliminare; formazione commissioni; handicap; iscrizioni; lingue straniere; religione; sperimentazioni; tesina; valutazione.
Ai nostri giovani e fibrillanti ragazzi in cerca di diploma consigliamo anche di non trascurare il Sussidiario, una miniera davvero preziosa di notizie e argomenti fatti apposta per chi cerca modi alternativi di studiare (dite che a questo punto si dovrebbe soprattutto “ripassare”? meglio non andare troppo per il sottile!) senza creare troppi sconquassi.
Facciamo anche qui un esempio? Clicchiamo su storia della letteratura italiana, il 900, ed ecco il risultato: “Decadentismo: Storia, Ideali, Fogazzaro, Pascoli, D’Annunzio; Crepuscolarismo: Storia, Ideali, Gozzano, Palazzeschi, Moretti; Futurismo: Storia, Letteratura, Marinetti, Il Manifesto; Riviste Fiorentine: Prezzolini, Papini, Fucini, Serra; Primo 900: Svevo, Pirandello, Scrittori, Poeti; Ermetismo: Storia, Poetica, Ungaretti, Quasimodo, Montale; Neorealismo: Moravia, Pavese, Calvino, Tomasi di Lampedusa; Neoavanguardia: Principali esponenti, Narratrici e Narratori, Poesia; Teatro: De Filippo, Fo, Campanile, Bragaglia; Contemporanei: Camilleri, Covito, Eco, Guareschi, Pagliaro, Serao; Altri generi: Piovene, Brancati, Soldati, Tecchi, Dessì.
Per le sue tavole sinottiche sull’800 e il 900 e per tanto altro ancora vi consigliamo infine di non perdervi il progetto Metis su SOS Scuola, che presenta percorsi multidisciplinari davvero molto interessanti. Buona navigazione.

Divina Commedia, dalla selva oscura al sito

Chi di voi sa quante “e” ci sono nella Divina Commedia? E quante sono invece precisamente le “a”? Se “ch’i” ricorre più o meno volte di “ch’a”? E quante volte il sommo poeta ha usato parole come zabi, zanca, zara, zavorra, zebe, zefiro, zeno, zenone, zita?
Le risposte esatte sono rispettivamente 4217, 1899, 136, 112 e 1. Perché vi diciamo tutto questo? Perché puntualmente di questi tempi dal baule dei ricordi, e dal faticoso mestiere di genitori, ritornano alla mente quelle calde giornate di fine anno, le vacanze ormai alle porte, nelle quali si viveva sospesi nel “purgatorio” di chi si apprestava a “subire” le ultime interrogazioni e sapeva che da quelle dipendevano vacanze, rapporti con i “vecchi” e tanto altro ancora.
Da qui a proporvi un po’ di siti utili per “studiare” in modo un po’ più divertente del solito il passo è breve.
Restiamo dunque ancora su Dante Alighieri e vi segnaliamo le pagine dedicate all’argomento da webscuola dove potrete tra l’altro scoprire perché ” è possibile dedurre che lo smarrimento di Dante nella selva oscura ebbe luogo il 25 marzo 1300, che, a Firenze, era anche il primo giorno del nuovo anno e del nuovo secolo”.
E concludiamo la trilogia dedicata al sommo poeta con il sito www.mediasoft.it/dante, dove troverete l’opera completa commentata e strutturata in maniera davvero leggibile ed intelligente. Come precisano i curatori del sito, infatti, “è stato studiato un metodo grazie al quale non è più necessario spostare l’occhio su e giù e la consultazione di qualsiasi canto prevede la possibilità di cliccare sulla parola prescelta e consultare la nota collegata”.
Noi l’abbiamo provato e vi assicuriamo che funziona a meraviglia.
Per gli amanti di Giacomo Leopardi, e per tutti quelli stanno preparando tesi, tesine, annessi e connessi sul poeta di Recanati, Progetto Leopardi è una fermata assolutamente obbligatoria. Le finalità? “Dare rilievo al concetto di poeta nella rete e creare un luogo di incontro e comunicazione per tutti coloro che desiderano avvicinarsi a Leopardi, sia in modo accademico che non”. Oltre ad essere assai ricco di contenuti il sito è anche molto bello, il che non guasta.
Per chi ama l’antichità classica segnaliamo infine La Rassegna degli strumenti informatici per lo studio dell’antichità classica che, come scrive Alessandro Cristofori, “si propone di offrire una guida ai nuovi strumenti a disposizione di studenti e studiosi del mondo classico”. Buona navigazione.

Didaweb, il dibattito (sulla scuola) è aperto

“Se nella tua navigazione incontri queste pagine, sappi che non ti trovi nel solito sito di risorse scolastiche messe in vetrina come specchietto per raccogliere visitatori e vendere prodotti”.
Si presenta così, con un volto decisamente impegnato, verrebbe da dire persino militante (a proposito, quanti sono coloro che pensano che questa parola abbia ancora un senso, mentre i mercati attendono impazienti l’arrivo dell’ultimo modello del GSM che ci consentirà di parlare, inviare e-mail, sentire i notiziari, fare la spesa, farci la barba, uscire con la fidanzata? La discussione è aperta), Didaweb, una comunità di educatori in rete.
A dire il vero stavolta la scoperta si deve ad Antonio Limonciello, il coordinatore del sito, che ci ha inviato la seguente e-mail:
“Sono un lettore assiduo de l’Unita’ e ti volevo segnalare Didaweb, un’associazione no profit costituita dai moderatori delle liste di discussione, che sono a nostro avviso il motore propulsivo di un fare collaborativo in rete, da 3 anni presente su internet.
E’ un’esperienza che cresce senza clamore perché, oltre a non avere mezzi, opera prevalentemente con le mailing list piuttosto che mostrarsi in web.
La scelta nasce dal tentativo di operare in maniera collaborativa e sperimentare quell’intelligenza collettiva di cui tutti parlano e quasi tutti evitano. Vorrei che il mio quotidiano ci conoscesse, ci valutasse, e, se ci ritiene degni di essere presentati, ci presentasse sulle sue pagine”.
Una e-mail così un giro sul sito lo meritava senz’altro. Fatto sta che l’idea e i contenuti ci sono davvero piaciuti ed eccoci qua a proporveli.
A cominciare dal “piatto forte”, le liste di discussione.
44 liste e circa 8700 iscritti che si occupano, ad esempio, di educazione ambientale (dw-ambiente@egroups.com), discipline artistiche (dw-artis@egroups.com), educazione permanente (dw-eduperm@egroups.com), integrazione handicap (dw-handicap@egroups.com) lingue straniere (dw-lingue@egroups.com), multimedialità (dw-multimedia@egroups.com), educazione alla musica (dw-musica@egroups.com).
Lo scopo? “Garantire all’iscritto – ci dice Limonciello – la possibilità di ricevere a casa informazioni e interventi il più possibile vicino a quanto desiderato. Offrire non solo luoghi di discussione, ma la possibilità di produrre in maniera collaborativa progetti e materiale didattico strutturato, sperimentazioni, valutazione di esperienze, formazione docente”.
Ma Didaweb non è solo questo. Ma anche “Conosco”, un servizio di consulenza scolastica gestito da esperti via e-mail; “Progetto Modeuro”, per l’integrazione scolastica dei disabili; la newslwtter “Informa”; “Tracciati”, rivista di scuole in rete; “Risorse e Materiali”, la banca dati dei ricercatori scolastici e degli insegnanti. Buona navigazione.

Il cielo in un sito. Tutte le stelle di internet

Vi ricordate di Filemazio? Sì, proprio lui, il “protomedico, matematico, astronomo, forse saggio”, forse realmente vissuto e forse no, tormentato protagonista di Bisanzio, una delle tante belle canzoni di Francesco Guccini?
E’ diventato anche lui un sito web. Che si propone, come scrivono gli autori, di “raccontare in modo veloce ed immediato cosa viene scritto dalla stampa in tema di ricerca scientifica.
Filemazio mette a disposizione dei visitatori una rapida panoramica degli articoli a tema scientifico che appaiono sui giornali, presentandoli con una divisione per grandi temi (Medicina, Astronomia ed Astronautica, Ambiente, Bio & Biotech, Fisica) e si rivolge a chiunque (ricercatori, medici, insegnanti e studenti) abbia interesse per il mondo della Scienza”.
L’indirizzo del sito è www.filemazio.net e se almeno una volta nella vita vi siete chiesti se discendiamo dai topi o dalle scimmie o che cosa ci fanno tutti quei puntini luminosi lassù nel cielo vi suggeriamo di visitarlo.
E a proposito di puntini nel cielo che ne direste di fare un salto su Astrofili.org, il portale per l’astronomia? Ci troverete tantissime cose davvero interessanti. Rubriche come “Il cielo del mese”, “L’universo per tutti”, “Mitologia”; Mailing lists, Newsgroups, Icq astro list; Chat #Astronomia; approfondimenti su temi come “Attività solare”, “Comete & Meteore”, “Asteroidi” “Occultazioni Lunari”; e poi ancora “Iniziative & Novità”, “Riviste astronomiche”, “Studiare astronomia”, “Acquisti online”, “Astrosearch”, “Filmati astronomici”, “Links”.
Assolutamente da non perdere “Astro VRML”, la ricostruzione virtuale tridimensionale dello spazio, e “Canali NASA”, 12 webcam in diretta dal Kennedy Space Center.
Ancora sul tema, ma dedicato in particolare a tutti quelli a cui non dispiace fare ogni tanto un tuffo nel passato consigliamo di cliccare su Dinosauri.
Potrete così scoprire quali sono le differenze tra gli Ornitischi e i Saurischi; in che cosa gli Ipsilofodontidi si distinguono dai Ceratosauridi o dagli Archeopterigidi; quali sono i carnivori e quali gli erbivori (informazione che per i comuni mortali, quelli come noi che quando sentono parlare di clonazione temono che presto o tardi ci capiterà di incrociarne uno all’imbocco della tangenziale, può essere molto utile non solo per ragioni culturali).
Ancora sui dinosauri, leggete questa: “I dinosauri erano giganteschi animali. Alcuni erano erbivori e altri carnivori. Alcuni si chiamavano tirannosauro rex, velociraptor e c’erano tanti altri. Per fortuna gli uomini non esistevano. Gli uomini stavano ancora in cielo”. E’ il pensiero di una bambina. Che trovate insieme a quelli di un po’ di altri suoi coetanei. Non perdeteveli.

Scuola ER, così votano i più piccoli

Che ne direste di riscaldare i motori, in attesa del referendum del 21 maggio, accompagnando figli e nipoti a votare per “cambiare il mondo”?
Proprio così. Perchè nel 2000, dal 1 al 31 maggio, votano (anche) i più piccoli. Quelli dai 3 ai 15 anni. Che in cambio del loro voto riceveranno un “regolare” certificato.
E la promessa che le loro richieste saranno consegnate “a quegli adulti che possono e debbono cambiare le cose” (cosa da poco, specialmente di questi tempi).
E’ solo una una delle tante cose che abbiamo scovato, all’indirizzo www.edizpiemme.it/voto.htm, navigando nel sito di ScuolaER, il mondo della scuola in Emilia Romagna.
Un sito ricco di cose interessanti. Pensato per valorizzare il patrimonio di idee e progetti “made” in Emila Romagna. Ma che riesce a guardare oltre, a non rinunciare a quel “esprit” senza frontiere che dovrebbe caratterizzare sempre le iniziative in rete.
Avete voglia di diventare redattori di ScuolaER? Di scambiare idee ed esperienze? E contribuire con le vostre segnalazioni, proposte, progetti articoli a rendere sempre più bello e ricco il sito? Basta un clic.
Se invece avete voglia di partecipare ad un safari in rete aperto a tutti, bambini e adulti, e siete pronti a partire per la caccia grossa non dovete fare altro che cliccare su Cyber Safari.
Lo scopo? “Aiutare famiglie, ragazzi e insegnanti ad utilizzare al meglio le risorse Web”.
Se volete conoscere più da vicino la Scuola Media Manlio Marinelli il posto giusto è “una scuola in primo piano”, lo spazio dove settimanalmente viene presentato il sito di una scuola della regione (fate un giro anche nell’archivio: vi assicuriamo che le sorprese positive sono davvero tante).
Se siete interessati al nuovo numero di Sophia Zoom sulle risorse presenti in Internet in relazione al mondo dei disabili e al supporto a tutti coloro che si occupano dell’integrazione scolastica dei ragazzi con handicap potete richiederlo via e-mail a scuola@regione.emilia-romagna.it.
Potrete così consultare le sezioni dedicate alle risorse web (comunità virtuali, database online, siti istituzionali, editoria online, siti scelti), alle risorse extra web, ai software, ai progetti, agli eventi.
Ancora dalla prima pagina vi segnaliamo Progetto Lettura 2000, promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione, Pianeta Acqua, progetto didattico per le scuole elementari, il concorso Micromondi promosso dalla Garamond con la Logo Computer System e il Centro Intermedia del Comune di Cava dei Tirreni, la Rassegna teatro della Scuola.
Infine non trascurate le pagine di servizio, con link, notizie, normativa che abbiamo trovato davvero molto utili. Buona navigazione.

Prisma o cilindro, calcola il tuo solido

Cosa pensereste se vi dicessimo che basta un clic per fare qualcosa di concreto contro la fame nel mondo? Come minimo che qui a scuola medium non ci siamo ancora ripresi dallo shock post elettorale.
E invece vi sbagliate. Se infatti vi connettete con The hunger site e cliccate su “Donate Free Food” gli sponsor del sito saranno tenuti a versare al Programma Alimentare Mondiale i soldi necessari a nutrire un bambino per 5 giorni.
Di certo non è così che si risolve la questione. Perché in questo nostro straordinario ma diseguale mondo muore di fame una persona ogni 4 secondi. Perché 3 volte su 4 si tratta di un bambino con meno di 5 anni. Perché viene accettato un solo clic al giorno per persona. Ma la cosa ci sembra degna di essere segnalata. Pensate che tra il giugno del 1999 ed il gennaio 2000 sono stati “consegnati” oltre 9 milioni di sterline di cibo, grazie ai circa 34 milioni di visitatori che hanno partecipato all’iniziativa. Che ne direste di provare a fare ancora meglio nei prossimi 6 mesi?
Lasciamo “the hunger site” e approdiamo su L’Isola, progetto in rete rivolto agli under 10 e ai loro genitori assai ricco di contenuti, con soluzioni grafiche e tecnologiche all’avanguardia, veloce e sicuro.
Vi consigliamo vivamente di visitarlo, sicuri che ne rimarrete soddisfatti, ed intanto ci dirigiamo verso Nenanet, contenitore molto ben fatto di favole per bambini. Tra le tante altre cose vi segnaliamo “If”, una bellissima poesia di Rudyard Kipling, che potrete leggere in lingua originale o nella versione dei curatori del sito, di Dario Fonti, traduttore, di Ciro, Alessandra e Angela, visitatori interattivi.
E tra i tanti pregi ci piace sottolineare che a “Nenanet” i bambini non sono solo utenti, ma anche autori.
Per i più grandi segnaliamo infine Geometria, dove si può calcolare tutto quanto riguarda figure piane e solide, triangolo o ellisse, prisma o cilindro che sia, con formule dirette ed inverse. Come? Lo spiega Valerio Capello, l’autore del sito.
“Selezionando la figura sulla quale si intende effettuare il calcolo, scegliendo il tipo di calcolo dalla lista, premendo il pulsante Calcola e inserendo i dati richiesti. Durante l’immissione dei dati è possibile inserire una formula (o espressione), invece che un semplice numero e possono essere utilizzate comuni funzioni matematiche come sqrt (radice quadrata, contrazione dell’inglese square root), sin (seno), cos (coseno), tan (tangente). Per l’elevazione a potenza va utilizzata la funzione pow(x,y), quindi 5+2 elevato alla terza va scritto come 5+pow(2,3)”. Pensate di star “lavorando” troppo? Andate a fondo pagina, cliccate su “premi qui per un po’ di ricreazione” e buon divertimento.

Ambara-bà o Kaneemu-Kannabiri?

“Tutte le cose che oggi sono ritenute antichissime, furono nuove”. E’ farina del sacco di Publio Cornelio Tacito, che i curatori di EsteNet Scuola, il Polo Telematico Scolastico di Ferrara, hanno pensato bene di usare come incipit per l’illustrazione del loro progetto.
Gli obiettivi? “Educare gli studenti alla multimedialità e alla comunicazione attraverso un uso attivo e creativo delle nuove tecnologie; elaborare e condividere conoscenze attraverso l’utilizzo di sistemi di comunicazione a distanza; acquisire nuovi strumenti di studio e di crescita culturale attraverso una piena padronanza delle reti informatiche; adeguare le tecniche di insegnamento e di apprendimento in relazione alle possibilità offerte dalle tecnologie della comunicazione; accrescere la professionalità dei docenti e la loro padronanza delle moderne tecnologie didattiche”.
Ad oggi sono 25 le scuole collegate. Di ogni ordine e grado. Ve ne segnaliamo una per tutte: la scuola elementare Bruno Ciari di Cocomaro di Cona.
Potrete leggere la gazzetta di Cocomaro, le storie inventate e illustrate, la ricerca sulle “civette” (notizie di cronaca brevi) sui quotidiani ferraresi; visitare i quadri dei bambini nella galleria d’arte (abbiamo visto i lavori presenti nella prima sala e vi garantiamo che sono straordinari); curiosare tra le centinaia e centinaia di “conte”, le filastrocche che i bambini usano per scegliere chi di loro comincerà a “star sotto” per primo in un gioco di gruppo, provenienti da ogni parte del mondo.
Perché le conte? Perché, come scrive Mauro Presini, l’insegnante che cura questo sito davvero speciale, “le conte non invecchiano mai, perchè sono i bambini che le mantengono vive, le adattano, le trasformano, le stravolgono, ne inventano di nuove e le condividono. Ci piacciono perchè servono al gruppo: è infatti il gruppo stesso che si organizza dandosi delle regole condivise, e quindi democratiche, per evitare ingiustizie e prepotenze nella scelta del bambino che dovrà cominciare il gioco”.
Potrete sceglierne una dall’Uganda: “Kanneemu, Kannabbiri/ Kafumba mwanyi/Kattakkonkome, Malangajja/Kannakkwale, Ofumba otya/Ku luggyo?/Mbalirire, Kkumi liweze!” O una dall’Australia: “Racing car number nine/losing petrol all the time/how many gallons did it lose/which number did you chose?” Una in dialetto catanese: “C’era un vecchiu/ chi cusiva u saccu vecchiu/ ia pi dari un puntu/aspetta chi ti cuntu”. O una in dialetto milanese: “Viva Bassan/cul badil in man/cul badil in tera/viva la gera/la gera da cavà/pim pum pam.”
Cento di queste conte, dunque. E una domanda conclusiva: perchè la maggior parte delle iniziative si fermano al dicembre 1998? Restiamo in attesa di rassicurante risposta. Stop.

Acqua, regina della navigazione in Internet

Conoscete Andrea?
No, non stiamo parlando del vostro compagno di classe. E nemmeno di quella ragazza carina e un po’ lentigginosa che avete conosciuto durante la vostra vacanza studio a Londra. Parliamo di ANDREA, l’Archivio Nazionale di Documentazione e Ricerca per l’Educazione Ambientale. Che vale la pena conoscere per almeno due ragioni.
La prima è la banca dati, con la ricerca guidata che permette di scegliere per soggetti e per proposte educative, la ricerca mirata per enti, esperienze, attività, materiali e la ricerca avanzata per chi vuole ampliare le condizioni di ricerca e impostare il formato dei tabulati.
La seconda “Il nostro mondo”, un software didattico pensato per l’educazione ambientale nella scuola e nei laboratori territoriali con l’obiettivo di promuovere lo scambio tra scuole di diverse parti di Italia e tra gli studenti e il loro territorio.
“Il prodotto – spiegano gli autori – ha una interfaccia prevalentemente grafica ed offre quattro diversi spazi di lavoro: ‘Esplorare il mondo dentro e fuori la scuola’, una banca dati contenente informazioni e consigli per ricerche d’ambiente; ‘Discutere con gli altri’, un forum per confrontare opinioni, chiedere informazioni o condividere esperienze; ‘Cercare indirizzi per comunicare’, un indirizzario per comunicare con esperti, con altre classi o consultare altri prodotti informatici sull’ambiente; ‘Produrre informazioni’, dove i bambini possono inserire i propri documenti relativi all’ambiente studiato”.
Partecipate dunque, e state sicuri che nulla verrà disperso. Il software permette infatti di archiviare i diversi lavori dei bambini che diventano in questo modo una memoria in continua espansione per chi vuole progettare nuove esperienze e per chi intende fare ricerca nell’ambito dell’educazione ambientale.
E restiamo sul tema con WWW on Water un progetto di educazione ambientale mirato alla costruzione di un ipertesto aperto e condiviso su internet, sviluppato con scuole della provincia di Livorno, sotto la guida e coordinamento dell’IRRSAE Toscana in collaborazione con Provveditorato agli Studi, Comune e Provincia di Livorno.
Come è chiaro fin dal titolo, la protagonista indiscussa dell’ipertesto è l’acqua. L’acqua nella natura e come fonte di salute e benessere ma anche nell’arte, nell’inconscio collettivo, nelle religioni.
Non solo acqua ma anche aria, clima, fauna, vegetazione troverete invece su Ambiente@scuola l’ambiente umbro visto e raccontato dai bambini.
Al progetto, davvero molto bello, partecipano 10 scuole medie e 6 elementari umbre con risultati estremamente interessanti. Perché non prendere spunto? E provare a realizzare l’Italia verde vista dai bambini? Si accettano candidature.

Città dei bambini: Ginevra chiama Tirana

Vi siete mai chiesti come deve essere una città sostenibile delle bambine e dei bambini? Se avete risposto sì provate a fare un salto su Città Sostenibili. Se avete risposto no, anche.
E leggete cosa è stato fatto o si sta cercando di fare in città come Delft (Olanda), Newcastle (Inghilterra), Prosgrunn (Norvegia), Salzburg (Austria), Ginevra (Svizzera), Fohren (Germania), Kitee (Finlandia). O in città come Milano, Napoli, Fano, Palermo, Pistoia, Modena, Bolzano, Palermo, tanto per citarne qualcuna italiana.
Poi confrontate il tutto con quanto accade a Belo Horizonte (Brasile), Addis Abeba (Etiopia), Buonos Aires (Argentina), Khan Younis, (striscia di Gaza), Luanda (Angola), Tirana, (Albania), ovviamente nell’ambito dello stesso progetto.
Infine chiedetevi, e chiedete ai vostri figli e ai vostri alunni, come è possibile che per bambine e bambini di Kitee l’obiettivo sia quello di essere coinvolti nel miglioramento dell’ambiente e di acquisire gli strumenti necessari (metodi e tecniche) per negoziare le loro preferenze ambientali con chi è responsabile di attuare i cambiamenti, mentre per quelli di Khan Younis sia quello di riuscire finalmente a bere acqua potabile.
Siamo convinti che verranno fuori un bel po’ di cose interessanti.
E magari da qualche parte spunterà un altro Amartya Sen, il filosofo – economista indiano, premio Nobel, che ha raccontato di essersi fatto la domanda più importante della sua vita, “come è possibile che una persona come me possa morire di fame mentre io ho da mangiare in abbondanza”, all’età di 11 anni.
Restiamo sul tema, con il sito del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, ricco di fonti e documenti interessanti come il Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, il rapporto ONU sui diritti attuati, le statistiche sull’infanzia e l’adolescenza, gli aggiornamenti su lavoro e minori, i forum, i links e tanto altro ancora.
E per finire, il gioco. Che come non tutti sanno è una cosa seria.
Preparatevi allora a incontrare il teatro di figura e le tecniche di animazione dei burattini accompagnati da Pulcinella in persona; a creare un gioco storico di ambientazione preistorica, medievale o contemporanea; a fare una panoramica sulla storia e l’evoluzione, l’uso e l’abuso dei videogames.
Come? Partecipando a Mezzogiorno di Gioco, l’iniziativa organizzata a Bari dall’Associazione dei Ludobus Italiani dal 15 al 20 maggio prossimo.
Potrete scegliere tra ben 42 workshop su cultura ludica, didattica, vecchie e nuove frontiere nell’area del Mediterraneo. Scoprire nuovi giochi. E dunque nuovi modi per crescere e stare insieme. Con un gesto. Un’idea. Un pupazzo. Un sorriso.

Patente Microsoft nella scuola di Nichelino

“Ciò che si impara a scuola, e nell’università, è molto importante per imparare a utilizzare le nuove tecnologie: perchè senza cultura non si riesce a gestire il cambiamento”.
Provate a indovinare chi l’ha detto. Scegliendo tra le canoniche tre possibilità: a) un professore; b) un manager; c) un funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione.
Detto che è assolutamente vietato fare i furbi, quanti di voi hanno indovinato che la risposta giusta è la b?
Proprio così. Il manager in questione è Paolo Valcher. Ha 36 anni. E’ direttore del mercato education di Microsoft Italia .
Lo abbiamo incontrato per parlare dei risultati della ricerca condotta da International Data Corporation (IDC) e Microsoft sulla carenza di figure professionali qualificate nei settori della Information e Communication Technology (ICT): pare che nel 2001 e nel 2002 rimarranno scoperti in Europa circa il 13% dei posti disponibili, oltre 1 milione e 800 mila posti di lavoro, circa 170 mila in Italia. Esagerazioni? Pare di no. Leggere la Relazione per il Consiglio Europeo “Le prospettive d’impiego nella società dell’informazione” per credere.
La prima domanda è persino scontata: che fare?
“Un punto decisivo – ci dice Valcher – è imparare a gestire la montagna di informazioni che ogni giorno ci passa per le mani. Non è una cosa semplice. Ci vorranno 1-2 generazioni per riuscirci compiutamente. Ma ovviamente bisogna cominciare subito. Dai ragazzi. Dalla scuola. Dall’Università. Senza sottovalutare l’importanza della cultura e della formazione di carattere generale e scegliendo un approccio alla formazione tecnologica molto orientato al fare”.
Qual è dunque il messaggio che secondo lei va lanciato agli insegnanti e agli studenti italiani?
“In realtà il messaggio l’hanno lanciato loro a noi. Vede, all’inizio i nostri percorsi formativi avevano un taglio decisamente teorico: si parlava di multimedialità, comunicazione, ecc. Ad un certo punto gli insegnanti ci hanno detto: partiamo dai prodotti, impariamo ad usare al meglio il software nella multimedialità. Cosicché adesso, ad esempio nell’ambito di Tour Scuole 2000 insegniamo soprattutto ad utilizzare il software: non solo Word, Excel e Power Point ma anche, direi soprattutto, Access e Visual Basic”.
Ci fa un esempio di una scuola che si sta muovendo nella maniera giusta?
“Il Maxwell di Nichelino (TO) che sta portando avanti da gennaio con il nostro supporto tecnologico un progetto sperimentale, incentrato su Windows NT e Windows 2000, per consentire agli studenti del triennio di conseguire la certificazione Microsoft, oggi tra le più richieste dalle aziende del settore ICT”.
Il tema è caldo. E lo spazio è tiranno. Ma torneremo a parlarne. Con il Maxwell certamente. E con i tanti che a Nord e a Sud hanno voglia di fare.

Anche i bambni la prendono con filosofia

E se questa settimana provassimo a prenderla con filosofia? A curiosare tra le idee di quegli strani tipi che passano gran parte della loro vita a domandarsi chi siamo, quand’è che una cosa è vera, quando può ritenersi giusta?
Tanto per cominciare sfatiamo un mito. Quello del filosofo sempre con la testa tra le nuvole. La storiella di Talete che per guardare le stelle cadde nel pozzo.
Storielle appunto, come testimonia Hans Georg Gadamer sul sito della Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche: “Naturalmente Talete non cadde nel pozzo, ma si calò in un pozzo secco perché questo era l’antico cannocchiale.
Infatti grazie all’effetto di oscuramento e di schermaggio, reso possibile dalle pareti del pozzo, si può registrare con grande precisione l’orbita delle stelle che si trovano nella direzione di osservazione e si può inoltre vedere molto di più che non ad occhio nudo: una specie di vero e proprio cannocchiale greco”.
Resa giustizia a Talete, e alla riflessione filosofica, consigliamo a tutti quelli che sono convinti che pensare sia essenzialmente un’attività linguistica di fare tappa sull’eccellente sito dedicato a Ludwig Wittgenstein, dove troverete tra l’altro i link a “un’introduzione generale al pensiero di Wittgenstein tratta dall’Internet Encyclopedia of Philosophy; al sito ufficiale dell’Austrian Ludwig Wittgenstein Society; al sito dell’Archivio di Bergen; al sito dedicato al volume di Saul A. Kripke su regole e linguaggio privato.
Il tutto fa parte di un progetto assai interessante, Filosofi in Rete, che nasce dalla collaborazione tra Filosofia in Italia e SWIF Sito Web Italiano per la Filosofia.
Filosofia in Italia si segnala, oltre che per la ricchezza dei contenuti, per la creazione di un gruppo di discussione (it.cultura.filosofia) e due Chat riservate agli studiosi di filosofia che hanno voglia di dialogare a distanza e scambiare le loro idee.
SWIF è invece, a nostro avviso e non solo (ha vinto il primo premio del concorso Il Sole 24 Ore), il miglior sito filosofico in circolazione e dunque non perdetevelo.
Settimana dedicata tutta ai cervelloni? Niente affatto.
Chiedere per credere ai bambini delle 5 scuole elementari italiane che partecipano al progetto Philosophy for children , una delle più significative esperienze pedagogiche contemporanee avviata negli anni ’70 da Matthew Lipman. Buona Meditazione.

Per l’online Oscar Wilde non ha segreti

Volete sentire Oscar Wilde che parla dei suoi incontri con il brillante e straordinario, parole sue, George Bernard Shaw nell’altro mondo?
E che si chiede come passa il tempo la simpatica signora che amava dondolarsi e schiacciare mosche ora che frequenta l’aldilà, dove ciascuno continua a fare la stessa “vita” di sempre, ma non esiste nessuna delle cose irritanti, mosche comprese, che ci affliggono sulla terra?
Niente di più facile. Basta cliccare su Oscar Wilde Returns, dove potete leggere ed ascoltare il resoconto della seduta spiritica avvenuta il 20 Agosto 1962 a casa della medium inglese Leslie Flint.
Vero? Falso? Ben trovato. Spiritoso. Interessante.
E soprattutto curioso al punto giusto per invogliare un pò di ragazzi e di insegnanti ad approfittare del centenario della morte, che cade giusto quest’anno, per conoscere un pò di più la vita e le opere del geniale poeta e drammaturgo irlandese.
Potete farlo in tanti modi. Ad esempio con gli aforismi. Cose tipo “L’artista è il creatore delle cose belle” o “L’unica differenza tra un capriccio e una passione eterna è che il capriccio è più durevole” che abbiamo pescato, assieme a molte altre cose interessanti, sul sito del World Wilde Club.
Oppure potete curiosare nell’album di famiglia e magari scaricare qualche foto, ovviamente dopo aver chiesto il permesso alla libreria Clark, per il sito web della vostra scuola.
Per gli amanti del cinema il sito ufficiale del film con Stephen Fry, Jude Law, Vanessa Redgrave, è una sorta di fermata obbligatoria, ma sul The World-Wide Wilde Web, una vera e propria miniera di indirizzi e notizie assolutamente da non perdere, potete trovare i link di tutte i film realizzati sul nostro eroe, a partire da “The Trials of Oscar Wilde” del 1960, con Peter Finch.
E agli amanti degli indirizzi web chilometrici segnaliamo un sito davvero eccellente.
Il resoconto della visita del gennaio 1882 a San Francisco, su The Wasp, è invece ancora un’occasione per navigare tra le storie e le curiosità legate alla vita e all’opera di Wilde.
Come vedete siamo riusciti ad arrivare fin qui senza parlare del “Ritratto di Dorian Gray” nè de “Il fantasma di Canterville” che, naturalmente, potete trovare in rete partendo da un qualunque motore di ricerca.
Come “rimediare” infine al fatto che quasi tutti i siti segnalati questa settimana sono in inglese? Imparando l’inglese. Producendo contenuti e pagine web su Oscar Wilde in lingua italiana. Che ve ne pare?

Avete un’idea? C’è la fiesta di internet

Avete in piedi un progetto online e volete una mano a realizzarlo?
State cercando qualcuno che vi aiuti a pubblicizzare le vostre iniziative sulla rete?
Avete ancora pochi giorni di tempo per partecipare, dal 17 al 19 marzo 2000, a Internet Fiesta, un evento mondiale che ha l’obiettivo di “incoraggiare la pratica quotidiana di Internet e di permettere al più grande numero di persone di scambiarsi esperienze e progetti grazie alla rete”.
Come fate a partecipare? Fatevi venire un’idea e decidete come realizzarla. Meglio ancora se assieme ad altri. Infine registratela sul sito Internet della festa.
Sono già 138 le iniziative definite in ogni parte del mondo, e di queste 29 sono “made in Italy”.
Come la visita al Laboratorio Internet del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano dove sabato 18 e domenica 19 marzo saranno offerti ai visitatori un libro e il cd-rom con il sito Internet del Museo. Sarà inoltre in mostra, proveniente dal CERN di Ginevra, uno dei primissimi computer NeXT sui quali Tim Berners-Lee e Robert Cailliau hanno creato e sviluppato il World Wide Web, con ancora installato al suo interno il software originale del tempo, compreso il primo browser della storia.
Come le attività degli alunni della scuola media San Benedetto di Roma che hanno costruito siti anche con partner di diverse nazioni, utilizzato e-mail, chat e forum, e che mostreranno i loro lavori alle famiglie e ai cittadini e parteciperanno al gioco on line sul sito della Bdp.
Come il Premio Bergamo 2000, finalizzato alla promozione delle attività svolte dagli allievi delle scuole di ogni ordine e grado della provincia.
Come il giornalino sulla storia, la cultura e le tradizioni dei Paesi del comprensorio dell’Alta provincia di Caserta, redatto, con la collaborazione di Webscuola e di genitori e cittadini del luogo, da un gruppo di docenti di una Scuola Elementare di Vairano Patenora (CE). Il giornalino sarà pubblicato sul sito web della Scuola e la festa si concluderà con una manifestazione pubblica in una piazza del Paese.
Come il progetto Crescere in città con Torino, attività didattiche cooperative di 60 tra scuole e altri enti con finalità educative, compreso l’Ospedale infantile, del territorio torinese, che nasce dalla collaborazione tra la Città di Torino e Telecom Italia.
E se proprio siete fuori tempo massimo, niente paura, c’è Netd@ys Europe 2000 che vi aspetta. Avete tempo fino a novembre per partecipare e fino al 3 maggio per chiedere alla Commissione Europea di finanziare i vostri progetti.

E in rete c’è anche il karaoke sulle note della lirica

Questa settimana parliamo di musica. O meglio di educazione musicale.
Da dove cominciamo? Dall’Opera. Più precisamente dal Rigoletto. E dal teatro il Regio di Parma. Un po’ di tempo fa.
“Gilda era Lina Pagliughi, cantante dalla stazza superiore al quintale. Una volta pugnalata e messa nel sacco, il povero baritono doveva trascinarla sulla riva del fiume, ma il sacco era talmente pesante che il gobbo aveva non poche difficoltà. Dal mitico loggione si levò allora una voce in dialetto: “Mo fa ben do’ viaz!” (È meglio se fai due viaggi!)”.
Come lo abbiamo saputo? E’ una delle tante curiosità che potete trovare su Opera Web, il punto di partenza per il mondo dell’Opera.
Da non perdere l’opera del mese, le recensioni, le novità e il karaoke. Sì, avete capito bene. Come scrivono i curatori del sito, “potrete finalmente esibirvi nelle più famose Arie d’Opera cantando sulle nostre basi in formato midi!”
Restiamo in ansiosa attesa di conoscere il giudizio dei vostri studenti. Di sapere se sono più bravi a cantare “Nessun dorma” o “Bella figlia dell’amore”; “Di quella pira” o “Habanera”.
Per chi invece cerca notizie relative al patrimonio, all’istruzione, all’educazione, alla produzione musicale italiana; a biblioteche musicali, scuole, università, teatri; musicisti, musicologi, bibliotecari, complessi; forme e strumenti musicali, manuali, accessori, applicazioni; siti italiani di jazz, blues, rock, musica ebraica; siti musicali nel mondo; cataloghi, associazioni, centri di informazione e riviste relativi al mondo della musica, il posto giusto è la Home Page della musica in Italia.
Se invece siete impegnati ad utilizzare le nuove tecnologie nell’educazione musicale fate un salto a EduCom e vi assicuriamo che troverete molto pane per i vostri denti.
Pensate che la cosa sta prendendo una piega troppo seriosa e impegnativa? Temete che così i vostri ragazzi continueranno a pensare che studiare musica è meno importante che studiare greco o latino?
Cliccate su Vitaminic e vi garantiamo che il vostro tasso di popolarità tra gli studenti registrerà una esaltante impennata. Musica italiana, hip hop, jazz, country: non c’è passione o curiosità musicale che non potrete soddisfare.
Finita la ricreazione collegatevi con il sito della Associazione Italiana per la Musica e la Danza Antiche, dove potrete trovare corsi, notizie, link e manifestazioni sulla Musica Antica.
Per ultimo, ma assolutamente non ultimo, vi segnaliamo un sito sull’Educazione Musicale assolutamente da non perdere, MusicNet.
E’ un sito tutto in inglese, ma con un piccolo (speriamo) sforzo potrete scoprire MusicNet Encyclopedia e MusicNet Interactive insieme ai vostri ragazzi. Ne vale la pena!

La fantasia cerca casa nel cyber-villaggio

“Dov’è finita la fantasia? Si è estinta? E, soprattutto, dove si è rifugiato uno dei principali esperti del “settore”, il “bambino fantastico”? ”
Inizia così, il “manifesto” della XIII edizione degli Incontri di Castiglioncello, promossi dal Coordinamento Genitori Democratici e dal Comune di Rosignano Marittimo (LI) in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e di socializzazione dell’Università “la Sapienza” di Roma, ed il Movimento di Cooperazione Educativa (M.C.E), dedicati al ruolo e al valore della fantasia e dell’immaginazione negli attuali contesti di vita dei bambini e delle bambine.
Il tema ci pare di quelli davvero rilevanti. Perché scovare la creatività dei bambini, la loro immensa varietà immaginativa, la loro unicità è in fondo un modo per tutelare il loro diritto ad avere più opportunità, più strumenti per poter scegliere, nell’età adulta, i loro modi di stare nel mondo.
Come racconta Stefano Benni in “Immagino, dunque posso”, una “curiosa” intervista in forma narrata che potete leggere su AustroeAquilone, “l’immaginazione non è il giardino di rose dove si rifugia il pensiero, ma un’arma concreta per avere più possibilità. Il pensiero, la fantasia, non sono staccate dalle cose. L’immaginario può essere una ricchezza reale, un dono che, se coltivato, ti serve per le battaglie di tutti i giorni. La sua importanza è questa”.
Partiamo allora alla ricerca della fantasia ed approdiamo a Cybernetiquette Comix, dove due splendidi cartoni animati, “La mela avvelenata” e “Chi ha paura di una dolce pecorella” sono in realtà, come scivono i curatori del sito, “un modo divertente e interattivo per comprendere facilmente quali sono i comportamenti più corretti per divertirsi sulla Rete senza correre rischi”.
Salutiamo la banda Disney ed eccoci a Bacone Online, il sito della omonima scuola elementare di Milano dove potrete trovare chat, piano della offerta formativa, giochi interattivi (tanti), curiosità, e soprattutto la possibilità di conoscere ed interagire con le tante attività della scuola.
A questo punto non sarebbe male trovare qualche buona idea sul come usare le nuove tecnologie per insegnare le lingue straniere ai bimbi e alle bimbe del Belpaese? Niente di più facile, basta fare un salto dalla Maestra a Righe e a Quadretti e troveremo spunti, suggerimenti, percorsi didattici davvero creativi.
Se invece pensate di essere già pronti a “sfidare” il mondo intero partecipate al Concorso Multimediale Lingue 200@, il cui bando potete trovare su ScuolaER, il sito dedicato alla scuola della Regione Emilia Romagna. Buona fortuna.

Cavalcanti? Mi ricorda Lucio Dalla

Chi non ha pensato almeno una volta nella vita che studiare è la cosa più “pallosa” che esista al mondo scagli la prima pietra, ovviamente virtuale.
E chi non si è trovato almeno una volta nella vita a sgridare i propri figli o i propri alunni perché hanno sbagliato la versione di latino o il compito di matematica, mentre una vocina gli sussurrava “ma sei proprio sicuro di quello che fai?” faccia pure altrettanto.
La rubrica di questa settimana è dedicata a tutti gli altri. A quelli a cui non piace dire e fare sempre le stesse cose. Che si “scervellano” per scovare e far emergere l’interesse dei ragazzi. Perché sono convinti che imparare, ad ogni età, è prima di tutto un modo per avere più possibilità nella vita.
E quale modo migliore di mettersi in viaggio se non La ricerca geografica in rete, il sito della Nuova Italia che con i suoi percorsi rivolti ad insegnanti e allievi si propone di vivacizzare e rendere più interessante l’apprendimento della geografia?
Scopriremo così che, come scrivono i curatori, “se vogliamo trovare, cartografia, piantine e mappe di molte zone e città del mondo possiamo visitare il sito www.mapquest.com; se vogliamo osservarne il territorio possiamo visitare il sito della NASA che offre foto aeree o dallo spazio”. Se invece vogliamo conoscere il clima l’indirizzo giusto è www.meteoitalia.it; se siamo interessati alle storie, gli usi e i costumi delle popolazioni è utile fare un salto su Cronologia; se vogliamo visitare i musei è bene partire da Museionline, dove sono classificati 3000 musei italiani di ogni tipo.
E se dopo tanto vagare avete voglia di letture più leggiadre cliccate sul Sito web della poesia lirica italiana che l’autrice, la professoressa Ferdinanda Cremascoli, presenta così: “Ai miei studenti ho fatto leggere Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Tasso, ma loro amano Stephen King. (…) Così non sarà male mostrare ai ragazzi che gli stessi strumenti di analisi e di interpretazione che abbiamo imparato ad usare per quei testi possono aiutarci a capire Shining! Non sarà male mostrare ai ragazzi che il rap ha a che fare con i versi parisillabi della poesia lirica italiana”.
Collegatevi, dunque, e provate a scoprire “Come si legge la Poesia italiana”; cosa hanno in comune “Perch’io non spero” di Guido Cavalcanti e “Canzone” di Lucio Dalla; quali sono le differenze tra lo spartito di “Felicità raggiunta” di Eugenio Montale, quello di “Fotoromanza” di Gianna Nannini e quello di “Gente di notte” di Jovannotti.
Infine una segnalazione che non potrà che far piacere ai tanti e sempre più numerosi fans della “mela”. E’ nato Italiamac, il primo portale italiano per utenti Macintosh, con una infinità di notizie e servizi davvero interessanti.

Cino da Pistoia, il sto che parla medievale

“Veduto han gli occhi miei sì bella cosa / che dentro dal mio cor dipinta l’hanno / e se per veder lei tuttor no stanno / infin che non la trovan non han posa (…)”.
Questa settimana parliamo di poesia? No, di storia.
Perché, come canta Francesco De Gregori, “la storia siamo noi, nessuno si senta escluso”.
Perché, come scrive Remo Bodei, è sempre bene “prendere le distanze dai pregiudizi e dalle banalità che circondano spesso i discorsi sulla storia, sulla fine della storia o sulla perdita del senso storico”.
Che c’entrano allora i versi iniziali? Lo scoprirete tra poco. Perché, dato l’argomento, è meglio cominciare dall’inizio.
Partiamo allora con il progetto TELEMACO, Teledidattica e Multimedialità per le Antichità Classiche ed Orientali, ad opera del Dipartimento di Storia Antica dell’Università di Bologna e dell’Institut für Alte Sprachen dell’Università di Erlangen – Nürnberg che ha lo scopo, come scrivono i curatori, di “offrire un quadro completo ed aggiornato dei prodotti multimediali per la formazione nell’ambito delle antichità classiche ed orientali, sia editi su CD-ROM, sia diffusi attraverso Internet, elaborati negli stati che fanno parte dell’Unione Europea”.
Da segnalare, oltre al “Database”, la Telemaco – List e la sezione “Contributi”, nella quale troverete le esperienze di studenti e docenti che utilizzano il computer per la didattica del mondo antico.
E veniamo finalmente ai versi di Cino da Pistoia. Sono su Medioevo Italiano, un eccellente sito dove troverete motori per le vostre ricerche sui maggiori siti storici o fra le risorse medievistiche internazionali; un catalogo per argomenti; l’elenco dei centri di ricerca e istituzioni sul Medioevo Italiano; le risorse per specialisti (newsgroup, mailing list, biblioteche online, forum).
Assolutamente da non perdere A l’entrada del tens clar dove scoprirete, accompagnati da splendide musiche d’epoca, trovatori, carmina burana, saghe, romanzi della saggistica medievale.
Un altro balzo nel futuro e siamo a Storie Contemporanee, rivista di didattica della storia costruita con il contributo di circa 70 Istituti di storia della Resistenza federati con l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, che cura il sito e si propone di “raccogliere, condividere e ridistribuire saperi, conoscenze, risorse utili per la ricerca didattica e l’innovazione utilizzando le potenzialità di Internet”.
Molto interessante il percorso “uso pubblico della storia e conflitto nei balcani” con 3 ipotesi didattiche per le scuole elementari, medie e superiori.
Infine non perdetevi Edulinks di Antonio Marzano, dove alla voce “Storia” potrete trovare davvero tanti indirizzi utili.

Eurolandia non ha segreti anche per i più giocherelloni

Volete fare un colpo grosso all’Eurobanca? Partecipare ad una rapina nell’Eurodeposito? Essere arruolati in una banda di furbissimi ladri che sta per introdursi nell’edificio per fare piazza pulita?
Niente di più facile. Basta collegarsi con Eurolandia e cliccare sulla pagina dei giochi.
Se invece preferite avere un’esperienza meno “trasgressiva” potete sempre passare all’Euromarket, dove potrete vivere “una sfida a colpi di euro ambientata in un nuovissimo supermercato del cyberspazio” .
Se infine pensate di avere il “cervellone” potete sempre provare a rispondere ai quiz o a giocare con “Archimede: un divertente puzzle visuale che aiuta a riconoscere a colpo d’occhio le nuove banconote in euro; Oneonone: una battaglia che si svolge su una scacchiera a colpi di domande; Memory: un gioco mnemonico per riconoscere le bandiere degli 11 Paesi dell’Unione monetaria”.
Siete già pronti a farci un salto? E avete l’aria soddisfatta di chi si aspetta di trovare una sorta di parco di divertimenti a tema? Ebbene vi sbagliate. Perché Eurolandia non è solo giochi. Ma anche, soprattutto, documenti, notizie, percorsi culturali e didattici. Potrete ad esempio imparare come nasce una nuova moneta; consultare le schede di approfondimento sui principali temi collegati all’euro; conversare online con altre scuole su Europa e Euro; diventare redattori di Eurolandia.
La navigazione si snoda infatti nell’ambito di sei aree (assieme ai documenti e alle notizie ci sono le sezioni “noi e l’Euro”, “aulaperta”, “sala professori”, “giochi”) che, come scrivono i curatori del sito “simulano un percorso ideale che, partendo dallo studio del materiale esistente, attraverso continui aggiornamenti e confronti, porta i ragazzi stessi a elaborare i loro contributi; pubblicati on-line sul sito tali contributi diventano a tutti gli effetti ‘documenti ufficiali’, accessibili a tutte le altre scuole e a chi si collega al sito per saperne di più sull’Euro”.
C’è naturalmente la possibilità di utilizzare un Euro convertitore per conoscere l’equivalente in Euro della vostra paghetta settimanale e si può partecipare ai dibattiti online in diretta (giovedì 3 febbraio è stato ad esempio il turno del Commissario europeo dell’ambiente, la svedese Margot Wallstrom.) E c’è infine un elenco ragionato di siti che parlano della moneta unica europea.
Volete qualche esempio? Cliccate sulle pagine curate dalla Commissione europea; dalla Camera di Commercio di Milano; dal Ministero del Tesoro e del Bilancio.

Il Duecento online. Per naviganti agensi

Volete sapere come si chiuderà la “partita doppia” tra la fotografia e la pittura? Leggere come si è sviluppato il “desiderio di automatizzare il processo di rappresentazione visiva e di documentare eventi reali in modo istantaneo e permanente”?
Vedere cosa diventa una famosa immagine pubblicitaria, “dopo averla scomposta, mediante piani plastici, secondo la logica del Cubismo sintetico e ricomposta con un ritmo imposto dall’esterno pur conservando una somiglianza strutturale con l’oggetto di partenza”?
Collegatevi con il sito del Liceo Artistico Statale di Novara dove, assieme a quelli “cubisti”, troverete lavori ed esercizi “futuristi” e “astrattisti”.
Il Liceo in questione fa parte del Progetto Fausernet che, come scrivono gli autori, si propone di “sviluppare, in ambito didattico e culturale, le problematiche connesse all’utilizzo di risorse informatiche e telematiche”. E che presenta una caratteristica assai interessante. E’ pensato, realizzato, gestito da ragazzi e insegnanti dell’Istituto Tecnico Giacomo Fauser di Novara.
Come hanno fatto? Leggete qui.
“Da anni l’istituto, che è scuola di specializzazione in informatica industriale, ha progettato e realizzato al suo interno una rete dipartimentale collegata al CSI e quindi con pieno accesso alle risorse della rete.ET. La piena disponibilità dell’Amministrazione Provinciale di Novara ha consentito una fattiva collaborazione scientifica con il Centro di Supercalcolo di Torino ed il CSI Piemonte, e la possibilità, secondo un apposito protocollo d’intesa, di rendere l’Istituto nodo INTERNET per Novara”.
Il risultato? 43 scuole di ogni ordine e grado della provincia di Novara fanno ad oggi parte della rete e di queste 18 si sono già dotate di proprie pagine web; l’offerta di servizi (dall’insegnamento a distanza a molto altro) a professionisti, enti, imprese.
E le sorprese non finiscono qui. Perché sul sito dell’istituto, grazie in particolare all’iniziativa del professor Giuseppe Bonghi, è consultabile una biblioteca online che contiene testi assai significativi della letteratura italiana dal 1200 al 1900, con Dante, Boccaccio, Macchiavelli, Goldoni, Foscolo, Manzoni, Leopardi, Verga. Pirandello a fare da “ospiti speciali”.
Assolutamente da non perdere il glossario di circa 1000 termini tradotti dall’italiano del ‘200 a quello corrente, dove potrete scoprire ad esempio che una persona “agensa” è una persona “allegra”, che se fate una cosa “ancoi” la fate “oggi”, che un quadro “erkesu” è un quadro “richiesto”, che una persona “sottano” è una persona “umile”, che quando “ne gittate queste zare” in realtà “vi mostrate ingrati”.
Collegatevi dunque. E se avete notizie di altre iniziative di questo tipo, fatecelo sapere.

Online piccoli imprenditori crescono

Per quelli che già da un po’ di anni sono con la testa sui libri e pensano sia giunto il momento di imparare dall’esperienza pratica; per quelli che pensano sia indispensabile imparare a comunicare; per quelli che hanno voglia di mettersi alla prova; per quelli che sono molto bravi a scuola e per quelli che quasi quasi stanno pensando di lasciarla e di trovarsi un lavoro: provate a collegarvi con la Fondazione IG students.
Per fare cosa lo spiega nella sua lettera online Carlo Borgomeo, Amministratore Delegato di Sviluppo Italia e Presidente della Fondazione: “Il nostro obiettivo non è allevare tanti piccoli imprenditori, ma creare negli studenti una coscienza ottimista e positiva per quando entreranno nel mondo del lavoro e della società attiva. La cultura d’impresa è un valore. E se qualcuno sostiene che competere vuol dire distruggere l’altro, mente.
IG Students utilizza il valore del “fare impresa” come palestra per far emergere vocazioni, esprimere orientamenti e creare un collegamento vero tra il mondo degli studi e quello del lavoro. Convincendo i ragazzi (dai 16 ai 24 anni) che imprenditori di se stessi si diventa”.
Le cose fatte sono già tante. E quelle in cantiere ancora di più.
Nel primo anno di attività (anno scolastico/accademico 1998-1999) sono state costituite 363 imprese “in laboratorio”, contro le 200 inizialmente programmate come avvio delle attività, con 4 mila studenti complessivamente coinvolti.
Nel secondo anno di attività (anno scolastico/accademico 1999-2000), le imprese costituite sono già diventate 1420, e 16 mila gli studenti che in dieci mesi proveranno a misurarsi con problemi di marketing, di gestione del personale, di comunicazione, di finanza. Ed entro il 2006 il Programma della Fondazione, che aderisce al progetto Young Enterprise Europe, che da 5 anni associa organizzazioni non-profit di diversi paesi europei impegnate a diffondere una cultura di impresa tra i giovani studenti, prevede la formazione di ben 240 mila studenti.
Come funziona concretamente la cosa?
IG students attua un programma che si rivolge a studenti del penultimo anno di ogni tipo di scuole superiori e di facoltà universitarie e che, come si legge sul sito, “si sostanzia nella simulazione in ambiente controllato di creazione e gestione di imprese, e quindi è interessata a promuovere iniziative idonee ad agevolare l’attività delle Imprese ‘in laboratorio’ degli studenti”. Facciamo qualche esempio? Niente imposte per la costituzione societaria, niente partita IVA, niente vidimazione di libri, niente tasse sugli eventuali profitti. E da dicembre 99 si può investire su BIGs, la borsa riservata al collocamento delle azioni delle imprese costituite nell’ambito del Programma. Informatevi. E se avete l’età giusta e una buona idea non esitate a partecipare.

A lezione di astronomia con i liceali milanesi

Comunicazione urgente a tutti gli studenti delle scuole medie che vogliono sapere perché fra 3.000 anni non si potrà vedere un’eclisse totale di sole; come si chiama il primo momento cosmico dopo il Big Bang; in che cosa una stella si distingue da un pianeta; che cosa avviene nel nucleo del Sole; che cosa si intende per mari lunari: navigate verso le “Lezioni di Astronomia” preparate dagli studenti del Liceo Beccaria di Milano.
Dove potrete leggere ad esempio che la costellazione Delfino “ricorda l’animale che salvò Arione, famoso poeta e suonatore di cetra che viveva alla corte del re di Corinto, Periandro. Arione, di ritorno da un viaggio in Italia, fu depredato dai marinai della nave sulla quale era imbarcato e stava anche per essere gettato in mare, quando ottenne di poter suonare per l’ultima volta il suo strumento. I delfini incantati si radunarono ad ascoltarlo; Arione si gettò sul delfino più grosso e da lui fu portato in salvo.”
E’ un sito davvero ben fatto con sezioni dedicate agli astronomi antichi, all’astrologia e ai miti, ai progressi del sapere, al sistema solare, alle missioni spaziali, ai nuovi strumenti di esplorazione. Che non a caso si è classificato al 1° posto nel concorso milanese Netdays 99 nella sezione dedicata alle unità didattiche per la scuola media inferiore.
La cosa ci pare particolarmente significativa perché, assieme alla qualità della proposta, segnala che il numero di coloro che “pensano” la rete come occasione per produrre contenuti è decisamente in crescita. E perché il fatto che ciò avvenga nella scuola pubblica ci fa ben sperare sulla possibilità che essa diventi sempre più un punto di riferimento non solo per quel 23,2% di famiglie italiane che – secondo il CENSIS – ritengono le spese per istruzione, formazione e cultura la spesa più importante, ma anche per quel 43% degli italiani che hanno la disponibilità economica ma non la curiosità, la cultura per avvicinarsi ai nuovi media; e, soprattutto, per quel 26% di esclusi che continuano a far parte del club ad iscrizione rigorosamente involontaria degli svantaggiati.
Certo, la scuola da solo non basta. Investire nella formazione per tutti, e per tutto l’arco della vita, per investire nelle capacità individuali di ciascuno è possibile solo se sono per davvero in tanti, nella società, nell’impresa, nella politica, a ritenere che (e ad operare di conseguenza) la conoscenza sia oggi la principale ricchezza.
E se, nel frattempo, fossero i “privati” a dare (invece che chiedere) una mano? Impossibile? Pare proprio di no. Guardare al Millenium Scholarship Programm della Fondazione Gates per credere. O alle decine di miliardari che negli States aiutano le scuole e gli studenti più bravi.
Filantropi del Belpaese, se ci siete battete un colpo.

Laura online, un sondaggio per partire

Crotone. 7 dicembre 2000. Riccardo e Carlos, 5 e 3 anni, preparano, con l’aiuto del loro papà, la letterina per Babbo Natale. Nella stanza a fianco Maria, la loro mamma, iscritta al Politecnico di Milano, segue le lezioni del corso di laurea di primo livello in ingegneria informatica. Entro 3 anni potrà regolarmente laurearsi. E magari lavorare per una web TV, per un editore multimediale, per un’impresa che fa commercio elettronico.
Troppo bello per essere vero? Niente affatto. A settembre di quest’anno sarà operativo, grazie all’iniziativa del Politecnico di Milano e del Gruppo Editoriale L’Espresso, il primo corso di laurea online.
Ma quanti saranno realmente gli studenti a scegliere la “frequenza” online? Lo abbiamo chiesto al responsabile del progetto, il professor Alberto Colorni, che presiede il METID, Metodi e Tecnologie Innovative per la Didattica, l’organismo del Politecnico di Milano che promuove e supporta l’adozione di strumenti innovativi per la didattica universitaria.
“Secondo un’indagine condotta da Somedia ad iscriversi saranno circa 400 studenti all’anno che dovranno assicurare la loro presenza soltanto per sostenere gli esami e per una settimana a semestre, nel corso della quale prevediamo di chiudere il lavoro del semestre precedente e di impostare quello del semestre successivo”.
Come sarà strutturato concretamente il lavoro?
“Premesso che, come tutti i loro colleghi, anche gli studenti a distanza dovranno sostenere un test d’ingresso, e che alla fine del corso è prevista una sorta di tirocinio, in particolare per i part time, si può dividere il corso di laurea in 3 parti. La prima si svolgerà online; la seconda offline; la terza in video conferenza. Conseguentemente dal versante dei supporti tecnologici si farà largo uso di internet (ciascuno dei 30 insegnamenti previsti nei 3 anni avrà un proprio sito dedicato), di cd-rom, più raramente di videocassette”.
E la carta? Le “famigerate” dispense sulle quali intere generazioni hanno consumato energie e occhi? Dopo l’ufficio avremo il corso di laurea senza carta?
“Beh, non proprio – ci risponde Colorni -. Anche se non è da escludere che nel corso di non molti anni questo possa avvenire”.
Ha già una idea precisa del target interessato alla frequenza a distanza?
“Un’idea precisa no – è la risposta – ma ci aspettiamo di “conquistare” nuove utenze, studenti che diversamente non si sarebbero rivolti a noi. L’indagine svolta da Somedia ha riguardato il Nord ed il Sud, città con università e senza e dappertutto, dopo una iniziale diffidenza superata grazie alla serietà e alla credibilità del progetto e dei suoi promotori, il riscontro è stato positivo”.
Per ora ci fermiamo qui. Con la promessa di tenervi aggiornati. E di festeggiare assieme a voi non appena Maria si sarà laureata.

Concorsi a premi, i siti per chi ama la competizione

Che ne direste di cominciare l’anno con “un tuffo nel passato”? Certo, dovrete accontentarvi. Quelli che Raffaele Cascone ci regalava nel corso di “Per voi giovani”, “mitica” trasmissione radiofonica, mentre le note di “Hotel California” degli Eagles, o di “Child in time” dei Deep Purple riempivano, rigorosamente analogiche, le nostre stanze di vita quotidiana, non sono permessi dal mezzo.
Ma se vi va bene anche l’inossidabile Mike Buongiorno mentre chiede ad una trepidante signorina Longari quale busta sceglie, la 1, la 2 o la 3, allora si può provare.
La prima busta è per chi pensa che la vita è soprattutto un gioco. E contiene l’invito a visitare il Museo dei Bambini di Roma, che è strutturato – come scrivono i curatori del sito – “come una piccola città nella quale è possibile giocare dappertutto e dove tutto si può osservare, toccare, adoperare, il Museo dei Bambini offre l’opportunità di conoscere attraverso esperienze concrete, che prevedono l’uso di oggetti veri e con un forte richiamo alla vita quotidiana”. I suoi principali obiettivi? “incoraggiare e sostenere il naturale desiderio di apprendimento che è in ogni bambino; offrire a genitori e bambini la possibilità di vivere insieme questa particolare e affascinante esperienza; offrire agli insegnanti e alla scuola esperienze sulle quali si potrà continuare a lavorare in classe; suscitare atteggiamenti positivi verso l’interazione multiculturale, la cooperazione, il rispetto per l’ambiente”.
La seconda busta è per chi pensa che formarsi è giusto. E informarsi pure.
A loro segnaliamo il “catalogo dei titoli su supporto elettronico a contenuto educativo o didattico e dei prodotti elettronici allegati ai libri di testo, utilizzabili da insegnanti e studenti di scuola materna, elementare, media inferiore e superiore” di MultimediaScuola, nel quale sono descritti contenuti, caratteristiche e finalità relativi ad oltre 1.200 titoli.
La terza busta è per studenti e insegnanti della serie “voglio una vita competitiva”. Per loro ecco allora Navigando nell’orto concorso a premi per le scuole di ogni ordine e grado promosso da Findus; Costruire un itinerario d’arte con le nuove tecnologie” promosso da ANISA, Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte, e rivolto ai ragazzi delle scuole medie superiori che, entro il 31 marzo 2000, dovranno predisporre ed inviare un itinerario della durata massima di cinque giorni; La Nuova Città del Sole, che premia opere multimediali in lingua italiana dedicate “al sogno di una utopia all’insegna del rispetto dell’ambiente e del progresso civile”.
E’ aperto a tutti gli studenti di ogni grado di istruzione e nazionalità. La nostra busta? La numero 1. Almeno fino alla Befana.

Studenti, gli indirizzi per incontrarvi in rete

A chi dedicare l’ultima rubrica dell’anno, del decennio, del secolo, del millennio, del speriamo che tra qualche giorno l’apologia dell’anno 2000 abbia fine una volta e per sempre? Agli studenti, naturalmente.
Alle ragazze e ai ragazzi che forse ancora ignorano che “lo studio è la migliore previdenza per la vecchiaia” o forse già sanno che “gli studiosi sono di rado bella gente, e spesso il loro aspetto è tale da scoraggiare l’amore allo studio”.
Questa settimana siamo andati insomma alla ricerca, complice ancora una volta una circolare di un solerte funzionario che ha allertato i Provveditorati agli Studi sulla istituzione del Forum delle Associazioni Studentesche rappresentative, di siti e pagine web autogestite dagli studenti.
E partiamo con Studenti.it, il web server della Associazione di Mutuo Soccorso Studentesco. E’ un progetto no-profit che nasce, come spiegano i curatori, “dall’idea di mettere insieme tutte le esperienze dell’associazionismo studentesco italiano e di singoli individui al servizio di tutti gli studenti. Un web server autogestito, aperto, democratico, che mette a disposizione di chi abbia voglia ed energie spazio e opportunità. Il sito potrà diventare uno dei punti di riferimento fondamentali per tutti gli studenti italiani sia delle scuole che delle università”.
Le condizioni perché ciò avvenga ci sono tutte: mailing list per ricevere gli aggiornamenti relativi al mondo della scuola; motori di ricerca; sezione orientamento; accesso ad internet e posta elettronica gratis per studenti messo a disposizione insieme a Quipo; “Studiamo Insieme”, il database per mettersi in contatto con chi studia le tue stesse materie; “Tutor Online”, che permette di fare domande e avere risposte sulle questioni di vita universitaria. E poi ancora il sondaggio sul numero chiuso, la sezione per le scuole secondarie superiori, la Controguida dello studente.
Insomma fate un giro. E se vi piace, provate a collaborare. Studenti.it cerca infatti redattori volontari da tutt’Italia.
Se invece vi frulla qualche buona idea per la testa sappiate che molte Università hanno in rete, assieme agli indirizzi delle associazioni a livello locale, i Bandi per l’attribuzione ad associazioni studentesche universitarie di contributi per la realizzazione di iniziative ed attività culturali, sportive e ricreative (l’indirizzo delle Università è Uni(sigla).it. Bologna sarà dunque http://www.unibo.it, Milano http://www.unimi.it, Palermo http://www.unipa.it ecc.).
E se siete eccentrici al punto giusto prima di prepararvi per il veglione potete sempre cliccare su Studenti Online, dove potrete trovare tra l’altro spazi dedicati ai media, alle consulte, alle associazioni, all’orientamento, all’autonomia, all’arte. Buon Anno.

I menù degli istituti alberghieri? Per la rete top secret

“Far aprire le vongole, dopo averle ben lavate, in una pentola coperta con uno spicchio d’aglio, un filo d’olio e un pizzico di pepe. Sgusciarle e tenerle da parte in una scodella coperte dal proprio liquido di cottura filtrato”.
Sì, avete letto bene. E’ la ricetta degli spaghetti a vongole in bianco per la vigilia di Natale che potete consultare, insieme a quelle del capitone alla scapece, dell’insalata di rinforzo, dei roccocò, dei susamielli e a tante altre su Italmensa. Che qui a scuola medium abbiamo pensato di proporvi per questa settimana in cui in molti, professori, bidelli, presidi, studenti o curiosi che siate, sarete impegnati a districarvi tra pentole e fornelli.
Come motivazione non basta? Abbiamo bisogno di qualche ulteriore alibi? Eccone 2 belli e pronti:
“Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene” (Virginia Woolf); “L’unico tipo di immortalità a cui aspiro sta nell’inventare una nuova salsa” (Oscar Wilde).
Ritorniamo al dunque. Il motore di ricerca Virgilio segnala tra gli altri i siti Mangiare Bene dove potete trovare “dolci, dolcetti e pasticcini per decorare l’albero, menu per tutte le feste e per tutti i gusti. Ricette di Natale anche per i vegetariani e ricette raffinate di grandi chef”; Buon appetito dove troverete tra le altre la ricetta del vero panettone milanese; Il pranzo di Ceppo, con le ricette classiche della cucina toscana; l’Europa in tavola, dove potrete sperimentare il baccalà alla portoghese; il pranzo di Natale in America.
Assolutamente da non perdere sono poi i siti del Gambero Rosso, di Cucchiaio d’Argento, di La Cucina Italiana, di CookerNet.
E se nel corso del vostro tour virtuale vi viene voglia di “uno strumento pratico e facile per saziare ogni curiosità sul Vino Italiano, per entrare in un mondo fatto di cose buone; un sito dedicato agli addetti ai lavori, ai curiosi ed ai buongustai” con link, notizie, mappe enologiche per regione, indici delle migliore enoteche, forum, motori di ricerca e tanto altro ancora, cliccate su Grandi Vini d’Italia.
Per finire, una sottolineatura con la matita rossa per le scuole professionali turistico alberghiere. Avremmo voluto partire da lì. Dai menù e percorsi eno-gastronomici che nascono nelle nostre scuole. Non siamo riusciti a trovare un solo sito degno di tal nome. Saremo ovviamente lieti di esseri smentiti. Ma per intanto non riusciamo a liberarci dal fastidioso sospetto che quelli che saranno i cuochi, i sommelier, gli operatori turistici del futuro oggi continuino ad essere trattati come studenti di serie B. Buon Natale.

Gli occhi azzurri e gli errori matematici

Cosa pensereste se vi dicessi che la lunghezza della costa della Sardegna è infinita?
Probabilmente che sto dando i numeri. Il che è vero, anche se non nel senso che pensate voi. Questa settimana parliamo infatti di numeri. O più precisamente di curiosità, indovinelli, giochi in rete legati al mondo della matematica e della fisica.
Se ad esempio volete sapere in che senso la costa sarda è infinita connettetevi con l’affascinante mondo dei frattali, il sito web dove potrete avvicinarvi a queste “strane” curve che pare abbiano tra le loro proprietà quella che “presi due punti della curva, anche vicinissimi tra loro, la distanza fra essi (misurata lungo la curva) è sempre infinita”. Inoltre potrete scaricare Fractint che, sostiene Pino Navato, il curatore del sito, “può essere considerato il programma definitivo sui frattali”.
Se invece avete voglia di qualcosa di più “leggero” provate con questo: “Due amiche, Anna e Chiara, si rivedono dopo un lungo periodo di tempo. Anna chiede a Chiara l’età dei suoi figli e Chiara, patita enigmista, risponde: “Il prodotto delle età dei miei tre figli è 36 anni”. Anna afferma di avere bisogno di altre indicazioni. Chiara aggiunge: “La somma delle loro età corrisponde al numero civico davanti al quale ci troviamo”. Di nuovo Anna afferma di non avere elementi sufficienti, così che Chiara aggiunge: “Il maggiore ha gli occhi azzurri”.
Pensate di avere la risposta giusta? Andate sul sito Raccolta di giochi matematici, e controllate. Se invece siete di quelli che “…quando il gioco si fa duro…” arruolatevi pure ne l’armata matematica. Potrete misurarvi con disequazioni, funzioni e integrali e partecipare per una volta ad una “guerra” davvero intelligente.
Per quelli che… “cogito ergo sum” una visita al sito Cartesio e la matematica è perlomeno doverosa.
Se invece siete iscritti, o state pensando di iscrivervi, al club degli scettici, il posto giusto per voi è il Glossario di errori matematici, che assieme a rebus e giochi presenta una ricca raccolta di errori e paradossi relativi alla matematica e alla logica.
Se infine volete sapere quali effetti può provocare un campo ellettromagnetico generato da un magnete in ambiente domestico, in che cosa consiste la compressione dei file, come funzionano i sistemi per la visione notturna, o volete visitare il Global Vulcanism Program, un completo database sui vulcani attivi di tutto il mondo, o le sorgenti di luce ultravioletta in un’antica galassia non mancate di fare un salto su www.vialattea.net, uno spazio di divulgazione scientifica estremamente ricco ed interessante coordinato dai prof. Nicola Scarpel e Paolo Sirtoli.

Babbo Natale? Riceve solo posta e-mail

Ricordate i versi che Giacomo Leopardi dedica al sabato che “di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia”?
Adesso immaginate le stesse sensazioni moltiplicate per 1000.
Accadeva (accade?) l’8 dicembre, oggi, quando nelle famiglie napoletane (a proposito, era così solo da noi? Solo nel Sud? In ogni parte di Italia? Fatecelo sapere!) fa il suo ingresso ufficiale il Natale.
Era (è) un ingresso davvero esaltante. Fatto di palline, luci e alberi. Pastori, colla e presepi. Che proprio in questo giorno venivano tirati fuori da scatole e armadi. Con il risultato di portare nelle case allegria, pace, serenità. Ma anche, diciamoci la verità, incomprensioni e litigi (il Luca Cupiello impersonato da Eduardo De Filippo rimane da questo punto di vista un esempio ineguagliabile).
Insomma, lo avrete capito da un pezzo, il tema di questa settimana non può che essere il Natale. Con il suo carico di indirizzi festosi e curiosi.
Volete sapere ad esempio come utilizzare le fibre ottiche per avere sul presepe delle bellissime stelle illuminate? O come fare i fondali?
Come preparare ed illuminare il cielo? Come costruire un mulino che gira?
Un pozzo dove pescare l’acqua?
Come far muovere le statue ed i personaggi nel paesaggio?
Andate all’indirizzo www.presepi.freeweb.supereva.it.
Se invece volete sapere come e dove è nato il presepe inanimato o quali libri potete consultare o comprare sull’argomento gli indirizzi giusti sono www.presepi.it e www.campnet.it/presepe.
In alternativa potete visitare le grotte del percorso archeologico del Pozzo della Cava che, in occasione delle festività natalizie, “diventano lo scenario di un singolarissimo presepio sotterraneo, realizzato con personaggi animati a grandezza naturale, e lo stesso pozzo ospita al suo interno una parte del presepe, sospesa ad oltre trenta metri di altezza”.
E veniamo a Babbo Natale, al quale sono dedicati pagine, siti e veri e propri portali. Tra questi ultimi vi segnaliamo Santas Workshop, dove si può scrivere a Babbo Natale, si possono inviare cartoline (ovviamente natalizie), si può partecipare ai quiz, colorare i disegni, leggere fumetti. Assai interessanti anche i contenuti e le opportunità che potete trovare su Santaclausonline, su www.firstangel.com/kids.htm, su www.thelifestoryofsantaclaus.com/ e su http://christmas.com/worldview dove tra l’altro troverete notizie relative ai 200 Paesi nei quali si celebra il Natale.
Infine tra i siti italiani vi segnaliamo 100Links, che offre ben 12 percorsi a tema (la storia, le tradizioni, i modi di festeggiare, nel mondo, Babbo Natale, per i più piccini, regali di Natale, cartoline virtuali, mangiare, dolciumi, decorazioni, aiutare gli altri).

Rete senza frontiere: i siti multietnici

“Un giorno in una scuola arrivò un bambino di colore nero. Tutti i bambini lo prendevano in giro. Solo uno gli si avvicinò e gli rivolse la parola (…) facendo capire che il colore della sua pelle non aveva importanza. Così nessuno lo prese più in giro e tutti diventarono amici”.
Visto con gli occhi di un bambino di scuola elementare il rapporto con chi ha culture, colori, linguaggi diversi dai nostri ha spesso, quando ci sono maestre e genitori attenti, il lieto fine che avete potuto appena leggere.
Nel mondo degli adulti, come è noto, le cose sono un bel po’ più complicate. Tra clichè e pregiudizi, a destra ma anche a sinistra, le vie per diffondere una cultura della convivenza e della multietnicità appaiono ancora assai impervie.
Ma il bisogno si fa sempre più ineludibile. E non solo per ragioni etiche. Secondo il Ministero dell’Interno al 31 dicembre 1998 sono presenti in Italia 1.250.214 immigrati (481.061 proveniente da paesi europei, 281.087 dall’Est, 360.050 dall’Africa, 241.232 dall’Asia, 164.140 dall’America, 2.823 dall’Oceania) e almeno altri 215.000 hanno presentato domanda di regolarizzazione.
E se ai clichè, di destra e di sinistra, sostituissimo i mattoni? Quelli che con fatica e in diversi ambiti ciascuno di noi può portare nella costruzione di una società un po’ più aperta? E giusta?
Noi di scuola/medium non possiamo che farlo segnalandovi un po’ di “cose” interessanti che si stanno realizzando su questi temi.
Come il progetto “Internet, cittadinanza attiva per il lavoro”, che sta portando avanti Smile, Sistemi e Metodologie Innovative per il Lavoro e l’Educazione, con diverse amministrazioni comunali, l’Arci, il mondo del terzo settore.
Quali sono le finalità di tale intervento? Lo abbiamo chiesto a Sergio Bonetti, direttore del progetto.
“Al termine del percorso formativo (attività d’aula, formazione a distanza, stage) 75 immigrati e 25 dipendenti delle diverse amministrazioni comunali coinvolte (Torino, Napoli, Bologna, Perugia, Roma) saranno operatori di reti informatiche che forniranno servizi all’immigrazione”.
Se dovesse scegliere 3 caratteristiche prioritarie, quali indicherebbe?
“I gestori di reti informative ed informatiche sono e saranno una figura decisiva nello sviluppo dell’economia digitale. Ed il fatto che dei 100 partecipanti 75 siano cittadini immigrati conferisce a mio avviso ulteriore valore all’iniziativa;
Con tale intervento non facciamo solo formazione ma sviluppiamo, qualificandolo, il sistema organizzativo per i servizi all’immigrazione;
Il progetto non nasce dal nulla (abbiamo già promosso attività di formazione diretta a cittadini immigrati) e coinvolge più paesi (Francia, Belgio, Spagna)”.

I nonni telematici raccontano la loro storia

La “trilogia” dedicata ai cambiamenti in atto nel mondo dei saperi e dei libri negli anni della transizione dalla società degli atomi a quella dei bit, con annesso e-poll (a proposito: nei primi 10 giorni avete votato in circa 200, e se è vero che il sì ai libri digitali è ampiamente in vantaggio, con circa il 65% dei voti, il 35% per cento di no, se si considera che a votare è il popolo di internet, è un dato assai significativo) vi propone questa settimana un po’ di enciclopedie da navigare e una considerazione/segnalazione finale che testimonia a nostro avviso fino a che punto il mondo, come diceva una celebre canzone, sta cambiando.
Eccovi dunque a portata di mouse “santuari” della cultura di carta come l’Enciclopedia Britannica e la Treccani e di quella digitale come Encarta. E se cercate qualcosa di più specifico non perdetevi l’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, il Sito Web Italiano per la Filosofia, l’Enciclopedia della fantascienza, Cronologia, l’Encyberpedia, l’Encyclopedia Mythica.
Sono come sempre solo alcuni dei percorsi possibili. Segni dei tanti nuovi modi con i quali si pensa e si vive il rapporto tra le conoscenze, le esperienze, le generazioni.
Ne volete un esempio particolarmente originale?
Cliccate su I nonni raccontano. L’obiettivo del sito è quello di “alimentare la comunicazione tra gli anziani e i molto giovani per migliorare l’inserimento delle persone in età avanzata nella società e, insieme, per valorizzare la loro esperienza, il loro immaginario, la loro fantasia, al servizio dei bambini e (perché no?) dei loro genitori”. L’idea, come scrivono ancora gli ideatori del progetto “è semplice: le persone anziane raccontano le loro storie ai bambini. Come? Una redazione di giornalisti, storici e professionisti dell’assistenza intervista un certo numero di persone anziane scelte con criteri diversi a seconda del contesto sociale e culturale in cui vivono, ma tutte rappresentative. La stessa redazione poi pubblica le storie”.
Sul sito è disponibile un sistema automatico di raccolta che chiunque può utilizzare per inviare la propria storia. E chi lo desidera può, iscrivendosi alla mailing list, ricevere quotidianamente per posta elettronica le favole e le storie.
Morale della favola? Nessuna. Se non quella contenuta nelle parole di uno dei nonni autori che alla domanda: “Cosa pensa di questa iniziativa?” ci ha risposto: “Sono stato molto contento di poter raccontare un pezzetto della mia vita. Non mi accade spesso”. Per il resto, continuate a votare al nostro e-poll sul libro digitale.

Gli inediti approdano nelle antologie in rete

Lo sapevate che è disponibile in rete un archivio sulla poesia italiana antica che va dalle origini fino a Dante? E che tale archivio comprende oggi quasi 200 autori tra maggiori, minori e minimi, per un totale approssimativo di 2.400 opere, 85.000 versi, 350.000 parole?
Noi lo abbiamo scoperto per caso, e ci siamo chiesti se in un qualche mondo prossimo venturo non capiterà, ai sempre più numerosi predatori di futuro che affidano alla rete le loro poesie e i loro racconti inediti, di essere inseriti “d’autorità” nelle antologie della letteratura digitale.
Pari infatti che al tempo dei bit il nostro rapporto con il libro sia destinato a cambiare non solo dal versante del “mezzo”, e della “tecnologia”, ma anche da quello dei ruoli e delle gerarchie fino ad oggi imperanti tra lettore e scrittore.
E una conferma arriva proprio dalla Rete, dove assieme a prestigiosi siti dedicati prevalentemente ai libri di successo, e di “carta”, come quelli di Alice, di Effe, di Internet Bookshoop Italia, diventano sempre più numerosi, e qualificati, i siti che hanno come “missione”, culturale e/o commerciale, l’offerta di spazi senza barriera dove ciascuno può soddisfare la propria voglia di scrivere, pubblicare, condividere le proprie “opere”.
Bookcafè è, con Fabula di cui parleremo prossimamente, tra i più ricchi, eleganti, ben curati.
Tra tante altre cose vi si possono leggere le narrazioni delle sezioni “ultimi arrivi”, “stili di donna”, “fragili ironie”, “pulp fictions”, “sentimentals moods”, “storie” e l’intervista ad Alessandro Golinelli, autore di “Come Ombre”.
Si può consultare e inviare la propria poesia a poet’o’matic, il distributore automatico di poeti e poesia inedita; si può partecipare al Laboratorio delle Prospettive Narrative o al Forum Permanente sulle Letterature Elettroniche.
Ed una volta tanto la proposta di link della sezione “imperdibili” è davvero degna di tal nome. Ve ne segnaliamo tre, con annesso giudizio:
Kult Underground, e-zine di ottima qualità, interamente dedicata alla Science Fiction italiana con la possibilità di scaricare i testi editi nel “geniale” formato e-paperback;
Lettera, elegantissimo ed interessante sito sulle “letture” e sui comportamenti di lettura; Pickwick una delle migliori e-zines nazionali dedicate al mondo del libro e della lettura.
Infine, vi ricordiamo che su AustroeAquilone potete partecipare all’e-poll e al forum di “Book or E-Book”, “Libro di Carta o Libro Digitale” ? La prossima settimana i primi risultati.

Occhio a Reader, il libro si fa software

Un nuovo “mostro” si aggira per la rete. Il suo obiettivo? Il libro, simbolo “per eccellenza” della cultura e della memoria, custode polveroso e prezioso di idee, miti, credenze, avvenimenti di ogni tempo e di ogni parte del mondo.
Proprio così. A 544 anni dall’invenzione della stampa con i caratteri mobili di Johannes Gutenberg; a 509 anni dall’apertura della prima “stamperia” a Venezia; a 279 anni dalla prima traduzione superpagata, l’Iliade di Alexander Pope; a 116 anni dalla creazione della “monotype” da parte di Tolbert Lanston; a 35 anni dalla nascita dell’hypertext per mano di Ted Nelson; a 13 anni dalla produzione del primo eBook portatile da parte della Franklin Electronic Publishers; a 9 anni dall’apertura del supermercato dei libri della Barnes & Noble; a 4 anni da quando Amazon ha iniziato a vendere libri stampati sul web, una nuova rivoluzione è alle porte.
Una rivoluzione resa possibile da Reader, il software che Microsoft metterà a disposizione dei suoi utenti gratis dall’inizio del prossimo anno, prima di includerlo nelle future versioni di Windows.
Grazie ad una tecnologia che i tecnici di Seattle hanno chiamato Cleartype i caratteri sul monitor dei Pc di qualunque tipo saranno tre volte più puliti, chiari, leggibili. E questa volta il fenomeno non riguarderà soltanto gli USA.
Grazie alla definizione di quegli accordi di partnership tanto cari al gran capo Bill Gates, la Microsoft sta infatti definendo intese con le più grandi case editrici di tutto il mondo. Per l’Italia sarà la Mondadori la prima a mettere a disposizione dei suoi clienti libri in formato digitale. Ma è facile immaginare che dietro l’angolo ci aspettano migliaia di titoli a disposizione in formato digitale.
E se state pensando che tanto sul computer non si potrà mai leggere in autobus, né tenerlo in una sola mano mentre i bimbi giocano, cliccate su Rocket-ebook. Con 269 dollari lo potrete comprare, con la formula soddisfatti o rimborsati: circa 30 ore di lettura, attorno ai 700 grammi di peso, schermo di circa 9 centimetri per 14. E se ancora non siete convinti passate per www.softbook.com, dove con poco meno di 600 dollari potrete acquistare il Softbook, incluso di modem e di 100 classici della letteratura.

Come reagire? Basteranno le montagne di quintali di carta, e alberi, risparmiate a ripagarci dallo sconforto di non poter più mettere il naso tra le pagine fresche di stampa di un libro appena acquistato? Ma sarà poi vero crollo? E se ciascuno “salvasse” i 10 libri della propria vita “convertendo” tutto il resto in comodi CDROM? Se volete, potete partecipare al nostro e-poll. Su AustroeAquilone. Ma tenete lontane le vostre mamme. Il loro voto ci condannerebbe ad una sicura sconfitta.

Videogame: preferite Halloween o a’ livella?

Settimana corta a scuola, quella che ieri è cominciata, per la “tradizionale” ricorrenza di Tutti i Santi.
I calendari regionali prima, l’autonomia scolastica poi, hanno come è noto decretato la fine di quei “lunghi ponti” di inizio novembre che per decenni hanno contrapposto il popolo della scuola, insegnanti e studenti, i “privilegiati” che potevano godere di un giorno di festa in più, a tutti gli altri, i “rigorosi – invidiosi” che la mattina del 2 novembre “dovevano” essere al loro posto di combattimento.
La discussione era appassionante. Spesso accesa. Ed in tanti vi prendevano parte. Quasi a voler impedire che gli spiriti astensionisti l’avessero vinta troppo presto.
Il tema della settimana (corta), i giochi online, è dunque un elogio dei videogames e del tempo sprecato (qui l’idea è di Ciro Ascione e della Minimum fax, in libreria), un tentativo molto poco bipolare di dare un’occasione ad insegnanti e ragazzi per trascorrere in classe una settimana un po’ più corta e ai genitori per sfidare, e magari sconfiggere, se non proprio i figli, almeno gli insegnanti.
Prima però ci corre l’obbligo di sollevare una questione. Come è ovvio legata alle “tradizionali” ricorrenze in questione, che pare stiano diventando l’occasione per diffondere nelle scuole patrie il mito di Halloween.
Le ragioni? Anch’esse ovvie: appena c’è un buco c’è qualcosa, spesso a stelle e strisce (non accade solo in politica), che lo riempie.
Ecco dunque la proposta. Promuovere la poesia “A’ Livella” di Totò al rango di “Circolare del Ministero della Pubblica Istruzione” e impegnare le scuole italiane di ogni ordine e grado ad allestire mostre di disegno, pièce musicali e teatrali, ricerche storiche e filologiche sui temi della vita e della morte, recuperando i mille miti, le storie, le fiabe che ci sono su e giù per l’Italia.
Chiudiamo la questione dell’obbligo e veniamo finalmente ai videogames.
Tra i siti che secondo noi non si può fare a meno di visitare ci sono The Adrenaline Vault, 3DFiles, Game Center, Lara Croft, Games Domain, eXtreme, ElectricGames.
Tra quelli per aspetti diversi curiosi vi segnaliamo invece Ludonetwork dove sarete incoraggiati a giocare da cani (per una partita a poker con i nostri amici a quattro zampe è il minimo che si possa fare), e PC Amico che vi promette centinaia di trucchi e soluzioni per i vostri videogames preferiti, le patch per migliorarli, recensioni, possibilità di votare per il vostro videogame preferito.
E per chi non si accontenta? Un bel motore di ricerca. Quello di Arianna vi darà 423 possibilità.

I siti dei ragazzi nella web parade

“E’ molto bello giocare con il castello… ma secondo te perché l’hanno fatto”?
Alessandra frequenta la 2° A della scuola elementare Gianni Rodari di Udine e il suo “grande” interrogativo l’abbiamo scovato tra le risposte al net-poll pubblicate su Il Formicaio, il giornale ipermediale della scuola.
A coordinare il lavoro d’inchiesta, veramente ben fatto, sono Michele e Igor della 5° B. Che non sono certo i soli “under 10” a “lavorare” al giornale. Ogni rubrica ha i propri coordinatori: Tommaso e Alberto della 5° C e Alessandro della 5° A per la “Attualità dai giornali e dalla televisione”; Emanuele della 5° C per lo “Sport”; Alessandra della 5° B e Luca T. della 5° A per la “Fantasia”; Martina della 5° C per i “Viaggi”; Mattia della 5° A e Alessia della 5° C per le “Recensioni”; Silvia della 5 °C e Luca S. della 5° A per gli “Animali”.
Perché vi racconto tutto questo? Per segnalarvi nuovi siti dove curiosare e per rilanciare uno dei temi caldi di questa rubrica: internet per i ragazzi fatta dai ragazzi.
La “web parade” della settimana vi propone www.bambini.it, il sito dove Alessio Sperlinga ha raccolto un bel po’ di link (623 per la precisione, incluso quello alla versione multimediale di Alice nel Paese delle Meraviglie) raccolti per temi, naviganti (genitori, insegnanti, bambini), lingue, oltre a informazioni e servizi assai utili come il Piccolo corso di Internet per insegnanti e genitori, i software per la navigazione sicura dei bambini, i percorsi giochiamo e coloriamo per i bambini.
Ad un certo punto la “scoperta”. I bambini non usano internet solo per la scuola, ma anche per fare delle home page di questo tipo:
“Ciao, sono Lucas, e sono il costruttore di questa pagina www, ho nove anni e mi piace molto stare sul computer e su internet ; soprattutto nella “chat” (un posto in cui si parla con altre persone). Abito in Ancona, a pochi passi dal mare”.
“Ciao, sono Andrea, ho 10 anni. Benvenuto al mio sito, uno spazio a disposizione dei bambini che scrivono racconti, favolette, barzellette o che fanno disegni ed altre creazioni. Ti aspetto! Buon divertimento! ”
“Mi chiamo Meike, ho 11 anni e abito in Italia. Mi piacciono i cavalli. Leggo tanto, soprattutto di indiani e cavalli. Gioco a pallavolo e mi piace nuotare. Programmo un pò con Super Logo. Se anche tu hai Super Logo, vorrei scambiare programmi. Oppure scrivimi qualche barzelletta. Puoi anche scrivermi quale libro ti piace di più, o ciò che ti viene in mente. Ricevo troppe poche e-mail !!!!!”.
Siamo già al grido di dolore? O è ancora un gioco d’élite? E’ solo moda? O un segno del futuro?

Consigli di navigazione contro lo zapping

Ricordate? Qualche settimana fa ci siamo chiesti come utilizzare al meglio la risorsa Internet, quali sono le barriere che ne limitano la diffusione, cosa fare per migliorare la situazione. L’occasione per riparlarne ce la forniscono Ines Bartoletti e Stefano Merlo, insegnanti rispettivamente di Pistoia e di Corsico (Mi).
La prima ci scrive: “…Sono del parere che quello che manca di più è la formazione. Nonostante da anni sia interessata all’informatica e più di recente alla multimedialità (seguendo corsi e con l’autoaggiornamento), ancora non so come funzioni un servizio di chat line o una videoconferenza o come partecipare a gruppi di discussione. Poiché non mi spaventa l’autoaggiornamento vorrei indicazioni su manuali relativi a tali aspetti di Internet”.
Il secondo afferma invece che “… Il problema è come utilizzare Internet in modo didatticamente attivo. Non vorrei che con Internet accadesse ciò che è successo con la TV, la telecamera, il videoregistratore: invece di aiutare i ragazzi ad impadronirsi dello strumento, imparando a smontare e rimontare i programmi, nella maggior parte delle scuole ci si è limitati a far vedere loro programmi preconfezionati. Oggi il rischio è quello di ritrovarsi con dei ragazzi bravissimi a fare zapping da un sito all’altro, proprio come fanno con la TV. Bisogna invece che i ragazzi imparino a ‘fare internet’. Come? Con la didattica in rete”.
Conoscere. Fare. Sono queste le due parole chiave che emergono dalle mail che ci sono arrivate (tra gli altri segnaliamo Luca Paci di Ancona e Salvatore Pirozzi di Napoli dei cui progetti Telescuola e Chance parleremo nelle prossime settimane) e che Ines Bartoletti e Stefano Merlo hanno così bene evidenziato.
I nostri “consigli per la navigazione” della settimana riguardano dunque la formazione a distanza e la didattica on line, a cominciare dalle proposte come sempre assai interessanti presentate dai “mostri sacri” Microsoft ed Apple.
E continuiamo con ThinkQuest2000, il concorso, con ricchissimi premi, per studenti dai 12 ai 19 anni per apprendere ed insegnare con Internet in modo interattivo (una versione in italiano è disponibile su www.edscuola.com/think.shtml); con le proposte di Ghiglieno On Line e di Cyber Hight School, una fra le prime società online a livello mondiale che propone corsi (a pagamento) nel campo dell’information tecnology; con le attività del Consorzio Inter Universitario FORCOM e della Università di Roma per docenti di tutte le scuole (www.uniroma2.it/distanza/corsi/index.html); con Educazione & Scuola Daily e CameraWork.
La discussione è sempre più aperta. Scriveteci.

Quindici, i nonni regalano il computer agli scolari

Come sono le case che Biancaneve, Cenerentola e Hansel e Gretel offrono a Oliver? E che fa Curupira, questo essere a metà tra un diavoletto e un indio tapuio, con i calcagni in avanti e le dita all’indietro, quando sta per arrivare una tempesta?
Per saperlo basta navigare tra le tante proposte www.bdp.it/~miee0001/index.html, www.retesir.net/progelemi7, www.falco.mi.it/setting offerte dalle scuole di ogni ordine e grado del circondario Milano 7, che comprende i comuni di Assago, Lacchiarella, Binasco, Buccinasco, Cesano Boscone, Corsico, Locate, Triulzi, Opera, Pieve Emanuele, Rozzano, Trezzano sul Naviglio, Zibido S.G.
Assieme ai contenuti assai interessanti, dai Giornalini Multimediali a Didamedia, dai Laboratori alla Formazione, dall’Intercultura ai Lavori in Corso, ci pare importante l’idea di fondo del progetto: la rete di scuole, il lavoro didattico cooperativo, la costruzione di iniziative che coinvolgono le scuole del circondario tra loro e con “altre” di ogni parte del mondo.
E del resto se, come afferma Kevin Kelly, l’ormai mitico direttore di Wired, il simbolo del prossimo secolo è la rete, da dove cominciare se non dai ragazzi? E se non ora, quando?
Sono domande sempre più diffuse. Alle quali, per fortuna, sono sempre di più coloro che cercano di dare risposte positive. E concrete.
Un esempio per tante ragioni significativo viene da Quindici, in provincia di Avellino, dove è stato appena inaugurato il Laboratorio di Informatica donato alla Scuola Media “Ugo Foscolo” dai Sindacati dei Pensionati CGIL, CISL e UIL nel quadro delle iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione.
Bruno Donnarumma, preside della scuola, sembra avere le idee molto chiare sul come utilizzare al meglio il laboratorio.
“Nel Piano di Offerta Formativa che approveremo tra pochi giorni abbiamo previsto la realizzazione di corsi di formazione per insegnanti e ragazzi che sono naturalmente i nostri punti di riferimento prioritari. Abbiamo definito un protocollo di intenti che consentirà l’accesso al laboratorio ai bambini della Scuola Elementare. Abbiamo intenzione di approdare, non appena ci saranno le condizioni perché non sia solo una operazione di facciata, su Internet. Vogliamo diventare un punto di riferimento per tutto il territorio.”
Cosa vuol dire tutto questo in un’area fino ad oggi ricca assai più di problemi che di opportunità?
“Vuol dire ad esempio stipulare una convenzione con l’agenzia Informa Giovani ed il Comune di Quindici per l’utilizzo del laboratorio in orario extra scolastico da parte dei giovani. E offrire uguale possibilità alle associazioni socioculturali presenti sul territorio. Il nostro cantiere, del quale siamo molto grati al Sindacato Pensionati, dovrà essere insomma sempre aperto. Un ponte tra memoria e futuro. Un luogo dove incontrarsi, formarsi, stabilire relazioni.” Ancora una volta la rete, dunque. Una rete fatta di tecnologie, contenuti, idee. E soprattutto di persone. Di donne e uomini di diverse generazioni che anche al tempo di Internet (anche grazie a Internet?) non rinunciano a immaginare, e a costruirsi, un futuro migliore.

I regni telematici dell’amato cruciverba

Una fino a pochi giorni fa anonima circolare del Ministero della Pubblica Istruzione, datata 26 luglio, avente come impeccabile e burocratico oggetto “Proposte operative per le istituzioni dell’autonomia. I Cimento nazionale di enigmistica classica per le scuole” è assurta di colpo, galeotto fu il titolo e chi lo scrisse, agli onori della cronaca: “A scuola si faranno i cruciverba”.
Non sappiamo ancora se e quanto la notizia abbia destato scalpore, anche se l’idea di scomodare nell’ordine Talleyrand, la Bibbia, Lameech, Sansone, Plutarco, Aulo Gellio, Pindaro, Simonide, Aristonimo, Cleone, Ateneo, Ulisse, Edipo, Apollo, Sarapis, Sfinge, Nectanebo, Esopo, Talete, Creso, Ciro, oracolo di Delfo, Turing per motivare la necessità di sfatare i pregiudizi che circondano l’enigmistica ci è parsa tradire quella che una volta si chiamava “coda di paglia”. In ogni caso il tema, in un Paese che ancora oggi ricorda con affetto i tempi in cui poteva dividersi tra Coppi e Bartali, Peppone e Don Camillo senza dover attendere il responso di commissioni bilaterali, saggi e quant’altro, pare di quelli destinati a far discutere.
Il mini instant poll, che in casi come questi non manca mai, effettuato tra amici e parenti è stato del resto assai eloquente:
il 50% degli intervistati, l’una, insegnante di lettere, ha dichiarato che già da qualche anno ha introdotto cruciverba, rebus, giochi di parole nell’attività didattica;
il rimanente 50%, l’altro, insegnante di scienze, ha lapidariamente definito “allucinante” l’iniziativa.
Mentre aspettiamo di avere, grazie anche alle vostre segnalazioni, dei dati più significativi su cosa ne pensano gli insegnanti e gli studenti italiani, cerchiamo di non perdere di vista il fatto. Che in questo caso è rappresentato dal concorso che consentirà, alla scuola che avrà realizzato la migliore rivista di enigmistica (completa di anagrammi, cruciverba con e senza schema, enigmi, falsi derivati, indovinelli, rebus, scarti, sciarade semplici, problemi polizieschi, trame di romanzi, zeppe) di ottenere “un riconoscimento formale, un trofeo da esporre in bacheca fino allo svolgimento del prossimo concorso, la pubblicazione della rivista sul sito ufficiale del Ministero”.
Eccovi allora un po’ di indicazioni di siti web dove esercitarvi e raccogliere qualche spunto interessante.
Iniziamo con la versione online de La Settimana Enigmistica, che presenta cruciverba e giochi interattivi, anche con una versione inglese.
Da non perdere sono anche le lezioni, la ricca bibliografia e i giochi che potete trovare all’indirizzo www.enigmistica.it e l’indice tematico proposto da Enigmistica On the Net.
E se ancora non vi è bastato cliccate su Cruciverba Online; Enignet; Ludolinguistica.
Buon allenamento dunque. E non esitate a scriverci. In fondo, in quanti avremmo saputo che l’Iris è un’opera di Mascagni senza i cruciverba?

Navigare a ostacoli per maestre e prof.

Quanti sono gli insegnanti, e le scuole, che, disponendo della connessione ad Internet, e magari di un proprio sito web, riescono a districarsi nello spazio “infinito” delle opportunità presenti sulla rete? A non vivere con “angoscia” la distanza che c’è tra quello che si potrebbe e quello che effettivamente si riesce a conoscere e a fare? Ad accedere insomma con sufficiente facilità alle risorse disponibili su Internet?
E’ quanto ci siamo chiesti mentre, complici alcune insegnanti alle prese con la redazione della versione online di un POF (piano offerta formativa), ci siamo trovati a navigare tra i contenuti, le informazioni, i servizi presenti sul sito web della Biblioteca di Documentazione Pedagogica.
Una scheda sintetica, e assai parziale, dei contenuti offerti potrebbe essere la seguente:
il 30 settembre a Firenze, nell’ambito del progetto European Schoolnet, si riuniscono i Ministri dell’Istruzione europei. Ai lavori parteciperanno, in videoconferenza e su una chat-line, studenti e insegnanti di alcune scuole europee;
autonomia scolastica, progetti pilota e concorsi per favorire la diffusione della multimedialità nelle scuole;
percorso guidato su “handicap e nuove tecnologie”, con notizie e link relativi tra gli altri ai siti dell’Associazione AREA Mediateca del Software , della Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati, di HandyLex, dell’Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR di Genova, del Centro Documentazione Handicap, del Gruppo Interregionale Centri Ausili Elettronici ed Informatici per Disabili.
Per quanto riguarda i servizi c’è tra l’altro la possibilità di usufruire:
di un servizio di chat line (più persone che dialogano trasmettendo messaggi di testo in tempo reale) che consente, di programmare forum in appositi spazi virtuali;
di un server dedicato per attività di videoconferenza che permette, utilizzando gli appositi software, di partecipare tanto a sessioni multi-point che a sessioni point-to-point, con un’area di prova sempre attiva, e a richiesta, la possibilità di aprire proprie aree di conferenza;
di proporre o anche solo partecipare ad aree di discussione;
di iscriversi a mailing list e di scaricare software dalla rete.
Tutto questo da un lato per offrirvi anche questa settimana qualche informazione e qualche spunto che speriamo utile per ulteriori navigazioni; dall’altro per tornare alla domanda “fatale”: quante scuole, perlomeno nei casi di collaborazione “continuata” (scambi di esperienze, progetti comuni, ecc.), utilizzano questi strumenti per comunicare tra loro, piuttosto che attaccarsi al telefono o affidarsi al fax? Probabilmente ancora poche.
Perché? Quali sono le barriere che ne impediscono una diffusione e un utilizzo più vasto? C’è un problema di costi? Di deficit di formazione piuttosto che di informazione? Come e cosa fare per migliorare la situazione?
La discussione è aperta. E, come sempre, se decidete di interagire sarete i benvenuti.

In classe informatica sul pentagramma

Quanti di voi pensano davvero che il mondo sia una “incarnazione della musica”? A quanti piacerebbe che fosse così? E quanti si “accontentano” più modestamente di ritenere che “la musica raggiunge il massimo punteggio nella graduatoria dei linguaggi dell’arte” ?
Non temete. Le domande “difficili” si fermano qui. Non sono un preludio. Non esigono risposte. Rappresentano un affettuoso omaggio al tema di questa settimana: la musica. O meglio: le connessioni tra musica e computer nell’esperienza del Centro Tempo Reale di Firenze, fondato dal Maestro Luciano Berio nel 1987.
Ne abbiamo parlato con il Maestro Jacopo Baboni Schilingi, che, dopo diversi anni di esperienza all’IRCAM di Parigi come compositore in ricerca, è oggi direttore del dipartimento educazione di Tempo Reale.
“Da quest’anno iniziamo un’attività pedagogica che copre diversi aspetti della musica informatica: alfabetizzazione musicale per bambini, corsi di musica informatica per giovani compositori, conferenze, produzione di CD ROM sull’educazione musicale. L’obiettivo è quello di promuovere l’apprendimento della musica in uno spazio attrezzato sia per gli esperimenti con il suono sia per l’assimilazione degli aspetti della musica attraverso l’informatica “.
Come nasce il vostro progetto di alfabetizzazione per bambini? Quando e dove inizieranno i primi corsi?
“La Apple Computer, la cui tecnologia si adatta pienamente alla nostra idea di privilegiare i contenuti piuttosto che la tecnica, si è rivolta a noi per un progetto didattico molto particolare e interessante. E già quest’anno, avvalendoci di strumenti informatici fondati sul concetto di gioco, sull’ascolto operativo, sulla visualizzazione grafica e sull’interazione (una parte importante del programma è dedicato al rapporto tra strumenti tradizionali – percussioni, tastiere e voce in primo luogo – e computer), inizieremo a lavorare con 2 classi di 20 bambini dai 6 agli 8 anni a Firenze e 2 classi con analoghe caratteristiche a Siena. E contiamo di realizzare, ancora in collaborazione con Apple, esperienze simili a Milano ed in altre città”.
Pare dunque che si possa parlare di musica e computer anche senza essere degli esperti informatici, e chiediamo allora al maestro Schilingi se questo privilegio sia riservato solo ai bambini.
“Assolutamente no. Gli stessi corsi per giovani compositori, quelli finalizzati alla nascita di botteghe rinascimentali di artisti, partono dallo stesso presupposto”.
Cosa intende per botteghe rinascimentali di artisti?
“L’idea è quella di tenere assieme didattica e produzione: la commissione di un’eventuale sponsor diventa l’occasione per insegnare il programma di studi, già definito, in funzione di un’immediata applicazione. In questo modo offriamo a giovani musicisti (quest’anno 10 assistiti da 4 docenti) l’occasione di imparare e allo stesso tempo diventare “imprenditori musicali” che realizzano musiche originali e sonorizzazioni per film e pubblicità, organizzano eventi, concerti, ecc.” .
Cosa ne pensate?

Per il futuro, siate tecnici

In che misura si sta diffondendo nel nostro Paese un nuovo modo di pensare e di fare formazione universitaria? E in che modo Internet contribuisce a creare nuovi rapporti tra università e imprese?
Lo abbiamo chiesto a Marco Mezzalama, Vice Rettore e Presidente del Centro Servizi Informatici e Telematici del Politecnico di Torino
“Le tecnologie dell’informazione sono oggi ciò che è stata l’elettricità agli inizi del 900. E lo sviluppo di Internet dipende prima di ogni altra cosa dalla creazione di professionalità intermedie. Da coloro che assicurano l’efficienza e l’integrazione dei 2500 computer del politecnico così come dei 5 computer di un qualunque studio commerciale. Del resto, cosa sarebbe stato lo sviluppo dell’auto in questo secolo ormai declinante senza l’apporto dei meccanici, degli elettrauto, dei gommisti?”.
“I “cervelloni” non sono mai mancati in Italia. Ma non si può dire la stessa cosa per le professionalità intermedie. Qui da noi cerchiamo perciò di formare tecnici che abbiano una buona spendibilità sul mercato. E anche per questo ci è sembrato utile ricercare un rapporto sinergico con aziende come Microsoft, Sun, Oracle, Cisco”.
“Con Microsoft è stato ad esempio attrezzato un laboratorio ad Ivrea con circa 100 studenti e devo dire che si è determinato un ambiente di formazione, anche a distanza, positivo e di sicura efficacia”.
Sapere e saper fare: è dunque questa la strada giusta per creare un rapporto virtuoso tra formazione universitaria, accesso al mondo del lavoro, sviluppo dell’economia digitale? Gianni Degli Antoni e Nello Scarabottolo, (Direttore del Polo Didattico e di Ricerca di Crema il primo, Presidente del Corso di Laurea in Informatica il secondo della Università Statale di Milano) non sembrano avere dubbi.
“E’ ormai il quinto anno che qui a Crema è stato istituito questo corso di laurea e quest’anno avremo i primi laureati. E la stessa cosa avverrà per la laurea breve”.
“Da quest’anno i nostri studenti potranno, ancora prima di iniziare il corso del primo anno, conseguire la European Computer Driving License (sul sito www.aicanet.it si possono trovare tutte le informazioni al riguardo). E la stessa cosa potranno fare tutti coloro che sul territorio intendono ottenere tale patente di abilità. Assieme al sindaco di Crema abbiamo infatti definito la possibilità di estendere l’accesso ai “ferri del mestiere” agli abitanti del territorio. Ci sembra una cosa non da poco. Che non offre solo ulteriori opportunità alle persone. Ma sostiene e diffonde una cultura e un modo di pensare e fare l’impresa estremamente importante”.
“Anche i nostri studenti hanno la possibilità di diventare “Microsoft Certified Professional” (una delle certificazione delle competenze più richieste sul mercato ICT). E da quest’anno il nostro diploma di laurea è ammesso al progetto Campus coordinato dalla conferenza dei rettori universitari italiani“.
“Cerchiamo per questa via di formare competenze, di fare dei nostri studenti dei progettisti, dei ricercatori, dei produttori di infrastrutture e contenuti”.
La seconda puntata del nostro viaggio tra i banchi di scuola al tempo di internet si ferma qui. Non prima di avervi detto che la prossima settimana parleremo di musica e nuove tecnologie con le esperienze maturate dal centro Tempo Reale diretto dal maestro Luciano Berio in collaborazione con Apple. E non prima di avervi ricordato di scriverci.

Ponticelli, cyberviaggio nelle paure dei bimbi

La scuola italiana e i nuovi media: 7157 progetti finanziati nel 1997 e 9020 nel 1998; oltre 11000 nuovi progetti entro la fine di quest’anno e ulteriori 3000 nel corso di quello venturo; una spesa complessiva di 990 miliardi di lire. (Ministero della Pubblica Istruzione)
A tutti coloro che avevano cominciato a sperimentare i loro progetti nella scuola, e ai sempre più numerosi e agguerriti profeti della svolta digitale, l’iniziativa del Ministero ha dunque fornito un contesto assai più favorevole nel quale operare. E i risultati si vedono. Eppure, come sempre accade, ogni problema risolto ne crea di nuovi. E nuove domande prendono il posto di quelle alle quali pensiamo di aver dato risposta.
Quanto di questo cambiamento si ferma in superficie?
E quanto invece è destinato ad incidere in profondità? A dare a bambini e ragazzi di ogni età l’opportunità di apprendere nuovi linguaggi? E dunque nuovi concetti e nuove cose? Di scambiare esperienze? Di orientarsi meglio nel mondo con gli altri?
E’ quello che cercheremo di capire nel corso del nostro viaggio settimanale in cerca di notizie, informazioni, storie, esperienze, nella scuola al tempo di internet. Un viaggio tra chi cerca di utilizzare al meglio i molteplici linguaggi in cui la realtà si può esprimere.
E’ quello che stanno cercando di fare ad esempio a Ponticelli, quartiere della zona Est di Napoli, un gruppo di “capitane coraggiose” del 70° circolo didattico.
Colomba Punzo, che con Anna Potenza e la direttrice Marina Giacummo ne è l’ideatrice, ci racconta, in una scuola che le ferie estive rendono assai più riposante e meno umana, le aspirazioni e gli obiettivi che del progetto “Pensieri e autori per il prossimo millennio”.
“Detto molto semplicemente lavoriamo per fare in modo che lo sviluppo dei nuovi media sia una occasione per combattere discriminazioni e arretratezze; per avvicinare la scuola al mondo che sta fuori da queste mura; per coinvolgere i bambini in un lavoro di riscoperta e valorizzazione della propria identità attraverso il confronto ed il rapporto con realtà diverse”.
Perché tutto questo ha a che fare con Internet?
“Perché il computer, Internet, come per altri versi anche la radio o la televisione, aiutano a trasformare la didattica da un sistema ripetitivo di conoscenze preordinate in programmi e moduli di insegnamento, in un sistema di ricerca educativa più attento ai bisogni e alla cultura di chi apprende”.
Ma quanto ed in che modo i bambini sono per davvero i soggetti, i protagonisti di tutto questo. “In tutte le nostre attività, da “The ball”, a “La mia prima pagina web”, da “Mettiamo in rete le nostre paure” a “Caro Babbo Natale” i bambini disegnano, creano, inventano, ci aiutano a mettere in rete le cose che fanno. Non a caso abbiamo scelto di parlare delle paure, un tema senza frontiere che accomuna i piccoli di ogni luogo e li invita a condividere un vissuto comune. Come abbiamo scritto da qualche parte vogliamo conservare a scuola e nella vita di ogni giorno un piccolo spazio per inventare, dove immaginare risposte diverse a domande sempre uguali”.
Per questa settimana basta così. Se avete voglia di interagire scriveteci. E segnalateci esperienze e storie da raccontare. Vi aspettiamo.