Far funzionare un’organizzazione è un’attività necessaria e specializzata, tale da porre dei problemi che nulla hanno a che fare con i fini (originari) o dichiarati dall’organizzazione stessa e che spesso sono del tutto opposti a questi. Il comportamento di routine del gruppo è tutto dedicato a problemi specifici e fini parziali che hanno importanza solo sotto un profilo interno. D’altra parte dal momento che queste attività consumano la maggior parte del tempo dei membri delle organizzazioni, esse divengono dal punto di vista del comportamento effettivo di essi i veri fini dell’organizzazione, sostituendosi a quelli proclamati tali.
La cooptazione è il processo di assorbimento di nuovi elementi nella leadership o nella struttura che determina la politica di un’organizzazione, come mezzo per allontanare le minacce alla sua stabilità ed alla sua esistenza.
Spesso nelle organizzazioni si formano dei centri di interesse che tendono a preoccuparsi più del mantenimento e dell’accrescimento dell’organizzazione che del raggiungimento degli scopi originari. Tutte le classi di élite tendono ad autolegittimarsi, formarsi ed alimentarsi per cooptazione. In genere le élite che governano un’organizzazione selezionano i nuovi componenti seguendo il proprio schema di valori e di credenze. Tendono ad assorbire risorse che siano, in qualche modo, in grado di condividere la loro visione del mondo. In questo modo si autoperpetuano, concentrandosi talvolta più sul mantenimento e il rafforzamento dell’élite di controllo che che al perseguimento dei fini originari per cui l’organizzazione stessa doveva servire.Robert Michels ha studiato per la prima volta la grave forma di distorsione che si verifica quando un’organizzazione modifica o sostituisce ai suoi fini legittimi altri fini, diversi da quelli per cui essa era stata creata.Da quando Michels enunciò la sua “ferrea legge dell’oligarchia” ad oggi, questa tendenza delle organizzazioni a sostituire i fini è stata ampiamente evidenziata e documentata.Esempi di questo tipo si possono individuare nella pubblica amministrazione, nelle organizzazioni sindacali, nel terzo settore, e, non ultimo, nelle strutture organizzative dei partiti politici, dove tipicamente il gruppo dirigente, formato da apparati e da funzionari di partito, tende a perpetuarsi e a chiudersi in se stesso in una condizione di autoreferenzialità.