Ma la crema di Strega è un dolce o non è un dolce?
Sono da un pezzo passate le 10 p.m. quando l’enigma finalmente si scioglie e l’ottima Maria Rosaria Napolitano, prof. di Marketing alla Sannio University e fino a quel momento impeccabile skipper dell’equipaggio della 1° Benevento Enakapata Dinner deve ammettere la sconfitta: sì, la crema di Strega è un dolce. E che dolce.
Ma se volete sapere cosa ci facevamo a Benevento è meglio cominciare dall’inizio. O quasi.
L’appuntamento con Luigi Glielmo è intorno alle 5.30 p.m. nei pressi della Prefettura. Luigi l’ho conosciuto a Procida complice Salvatore che con gli anni assomiglia sempre più a un personaggio partorito dalla fantasia di Hemingway.
Luigi è uomo di mare, appassionato di jazz, prof. di Controllo Automatico al Dipartimento di Ingegneria dell’Università del Sannio e tanto altro ancora ed è stato lui, assieme all’Associazione Umanitas e alla sua presidente Stefania Ferrara, ad organizzare la presentazione di Enakapata all’Università del Sannio.
Con Cinzia ci muoviamo da Bacoli in perfetto ritardo, alle 3.35 p.m., ma riusciamo non so come ad arrivare all’appuntamento con Luca e Salvatore in perfetto orario,come non manca di sottolineare la perfida guidatrice. Alle 4 p.m. in punto si parte, alle 5.40 p.m. l’incontro con Luigi, i saluti, i 4 passi verso la sede dell’incontro.
Il buon giorno si vede dal mattino, così come l’organizzazione accurata : microfoni, registratori, addirittura la videocamera, la sala presto popolata, l’incontro con i prof. colleghi – amici di Luigi, cito per tutti Felice Casucci, delegato per la cultura dell’ateneo sannita.
Ci sono tanti ragazzi, immagino studenti di Luigi e dei suoi colleghi, e la cosa mi fa molto piacere, così come mi fa piacere la presenza della mia studentessa special, Suor Maria Rosa Lorusso, psicologa che segue il mio corso di sociologia dell’organizzazione a Salerno per non so quale abilitazione all’insegnamento. Ha una gran bella testa e la sua partecipazione attiva ha dato un contributo significativo alla mia attività in aula.
Di cosa si è discusso? Soprattutto di Serendipity, di organizzazione della scienza, di processi di competizione – collaborazione. Troppo secondo Cinzia, Luca e Salvatore, che hanno rilevato che il libro non è solo questo. Inevitabile oltre che estremamente interessante, secondo me, perchè imi piace l’idea che il libro possa essere anche un’occasione per discutere di talento e di organizzazione.
Loro sostengono che forse con una discussione più “leggera” gli studenti avrebbero partecipato di più. Io ribadisco che di certo le persone che sono intervenute nella discussione hanno segnalato un interesse intorno al tema che produrrà ulteriori approfondimenti. Tutta saluta. per noi e per Enakapata. Ci mettiamo a ridere tutti e quattro, in realtà molto contenti della bellissima serata. Che avrà una conclusione altrettanto degna. Quella di cui vi ho raccontato all’inizio. Di cui cercheremo di rinverdire presto il piacevole ricordo.
Dopo la lettura di questo DIARIO SPECIALE, sono ancora più convinta dell’indefinita “capacità “delle parole, sia per un significato condiviso che ne rafforza il senso comune, sia quello legato alla nostra persona, alla nostra esperienza , al nostro zaino sempre aperto a nuove conoscenze e competenze. Grazie ancora agli autori e collaboratori di questo libro. ( anche qui la parola GRAZIE ha un SIGNIFICATO davvero particolare!!)
Complice l’essere fresco di un viaggio a Tokyo , la lettura di Enakapata e’ stata estremamente interessante . L’ho acquistato dopo la presentazione fatta a Benevento e l’ho letto tutto d’un fiato in poche ore : prima a Milano durante l’attesa per il rientro a Napoli ( con due ore di ritardo) , poi al mare , sulla spiaggia di Paestum . Ho apprezzato soprattutto la freschezza del linguaggio e l’acuta osservazione del Giappone , che e’ davvero un altro pianeta !
Considerando che serendipity compare al primo foglio del moleskine di cartabianca dell’autore maggiore [con la V Maiuscola], si potrebbe declinare il titolo in ” Enafissazione! “.
E tuttavia 😉 è tuttaltro che fuori contesto.
Mi pare giusto che le ragazze [che partecipano massicciamente a questi lunedì, letterari, ben più dei maschietti] si abituino a frequentare ambienti semplici per avvicinare argomenti complessi. E viceversa pongano argomenti semplici tali da scatenare ambienti sociocognitivi serendipitosi, ove si faccia ricerca. In rapporto con l’attivazione e lo sviluppo di processi virtuosi “per genio e per caso, o crowdsourced: A Taxonomy of Collective Intelligence.
We | Noi : il mio personaggio collettivo dell’anno 2008, per la copertina di Time.
P.s.: per me la crema di Strega è dolce, ma non so dire se sia anche un dolce.