Su certe cose papà non tornava indietro nemmeno se piangevi in tedesco. Tu gli dicevi che la cosa che ti stava chiedendo non l’avevi mai fatta? E lui ti rispondeva “guagliò, dint’ ‘a vita ce sta sempe nà primma vota. Meglio mò, ch’aroppo”. Adesso sarebbe facile dargli ragione. La verità è che non c’è stato mai bisogno di dargliela. Quando era vivo, perché se la prendeva e basta. Adesso che è morto, perché ce l’ha.
Oggi è la volta di Enakapata. Che per la prima volta racconta di un libro diverso da Enakapata. Un libro troppo bello. Ma è meglio cominciare dall’inizio. Cioè dall’altro ieri sera, galeotto Facebook e chi si collega.
Irene: un giorno lontana da napoli e già mi manca tutto … ma se pò fà?
Vincenzo: domani sera stai a roma?
Irene: sì, vieni?
Vincenzo: se mi ospiti si, alle 9.00 p.m. si presenta un libro meraviglioso che tra l’altro volevo regalarti. Fammi sapere.
Irene: e se venissi pure io e dopo ce ne andiamo a casa insieme?
Vincenzo: eccellente, mi fai felice.
Irene: allora zio, la presentazione dov’è?
Vincenzo: Libreria Bibli. Il libro si chiama “I rami della tua assenza”, l’autore è Guido Stabile, è un poema in versi che tratta di un’esperienza di perdita. Io l’ho trovato meraviglioso, nonostante non vada matto per i libri di poesia.
Irene: ua zio, capita a fagiuolo, la mia tesi è incentrata sul tema dell’assenza.
Vincenzo: grande.
Irene: serendipity.
Ieri sera la presentazione a Roma. Una serata stupenda come il libro e il suo autore.
Mi fermo qui. Anzi no. Vi regalo La borsetta dal libro di Guido.
Apro la porta, mi tolgo le scarpe, non la pena.
Bianca e cuoio mi sorprende sempre la tua borsetta.
Frammento di inquitudini e rifugio nascosto,
l’affascinante caos di un’antica bttega,
la scintillante luce delle pietre preziose.
Incato nel mercato di Antibes, stordimento nel suk di Aleppo.
Il mondo della mia compagna, il mondo delle donne.
Il mondo dei maschi, vuole entrare, are la borsetta e si affaccia,
fruga con la volontà del sesiderio, gesto sempre inconcludente.
Di solito le cose non sono mai dove pensiamo,
neanche l’amore è là dove lo cerchiamo,
nelle donne e nei sogni c’è sempre un altrove,
voli spezzati, dischiuse ferite,
sentieri persi nella notte, invisibil combinazioni.
Irene Gonzalez su Facebook
“Di solito le cose non sono mai dove pensiamo,
neanche l’amore è là dove lo cerchiamo,
nelle donne e nei sogni c’è sempre un altrove,
voli spezzati, dischiuse ferite,
sentieri persi nella notte, invisibil combinazioni.”
… Al che Irene smoccolava vergognosamente accanto a Nanni Moretti che non stava messo poi tanto meglio …
Concetta Tigano su Facebook
Insolito il tema di questa poesia che citi, ma vero … le borse di noi donne racchiudono il nostro mondo … dimenticavo…mi è piaciuta tanto! Mi ha incuriosito molto, lo cercherò in libreria, grazie di averlo suggerito.
Carmela Talamo su Facebook
L’ASSENZA…l’assenza di una persona che amavi profondamente è un dolore devastante per lo spirito, certo, ma anche per il fisico. E’ un’amputazione a cui il cervello non riesce ad abituarsi: tu continui a penssre il tuo corpo nella sua interezza e, invece, ti manca un braccio, una gamba non sei pi… Mostra tuttoù tu e più ci provi più ti rendi conto che senza quel pezzo non puoi sopravvivere come prima, hai bisogno di un nuovo assetto una metabolizzazione diversa. Una doppia amputazione è insostenibile, ci sono istanti in cui rischi di sconnetterti dal cervello. Il cordone ombelicale che ti lega a coloro che ti hanno generato non viene reciso alla nascita, nè si spezza con la morte è tanto invisibile quanto avvolgente e ti accompagna per sempre…sempre.
P. S.
scusate lo sfogo ma a volte il dolore può essere solo condiviso.