Ma io e Adriano siamo amici? E io e Concetta? E io e Bruno? E io e …

Vincenzo, I’d like to add you to my professional network on LinkedIn. Il messaggio è quello di prammatica, ma l’invito viene da Carninci, che peraltro è da un bel po’ che non sento. È domenica mattina e lo stress non è quello dei giorni migliori. Mi connetto alla piattaforma LinkedIn, digito login e password, accetto la richiesta di Piero, mi metto a sistemare le mail in entrata e in uscita. […]
Ma io e Piero siamo amici?, mi domando. Sì, certo, mi rispondo. Ma sono quasi 2 anni che ci conosciamo e non ci siamo ancora visti una volta che fosse una, mi dico ancora. Non un caffè preso assieme. Non una stretta di mano. Vero, controbatto. Ma ci siamo sempre sentiti ben accolti nella cerchia dell’ospitalità. Abbiamo condiviso il piacere della conoscenza. Abbiamo trovato impressioni e connessioni come solo ai veri amici accade.
Eppure qualcosa non torna. Sono come preso da un attacco di mancata fisicità. Com’era diverso a Secondigliano. Se si stava a scuola, bene. A lavoro, anche. Ma in tutti gli altri casi la parola d’ordine era una sola: stare tutti assieme.
L’appuntamento era al bar di don Peppe Testolina, di fronte a casa mia, a fianco della merceria gestita dalla signora Carmela, la mamma di Tonino Parola. Se qualcuno mancava? Facile. Si passava a prenderlo a casa. Due le possibilità. La chiamata via citofono, modello classico. Oppure la chiamata a cappella, modello Lello. Chi è Lello? Lello Sodano, quello che all’inizio di
Ricomincio da tre inizia a gridare Gaetano, Gaetanoooo, Gae-tano, Gae-tà e non smette fino a quando l’amico non scende. […]

Assieme a Cinzia, ho inviato per la prima volta una mail a Piero Carninci a inizio ottobre 2005. Sono diventato suo amico su LinkedIn il 27 maggio 2007.  Ci siamo scritti e  parlati via Skype più volte nel corso dell’anno. Ho stretto la sua mano per la prima volta a Tokyo la sera del 3 marzo 2008. Magie di internet. Tecnologie che riarredano il mondo nel quale viviamo. E mentre siamo intenti a disporre le nuove cose, a dare significato le parole che le definiscono,  a gestire l’incertezza che ad esse è associata, ci scopriamo in un mondo diverso da quello al quale eravamo  abituati.
Prendiamo la parola amico. Su Facebook ne ho quasi 800. Alcuni li conosco da una vita. Altri da poco. Altri ancora li ho conosciuti o li conoscerò grazie a Facebook. Con parecchi di loro mi scrivo, scambio idee e contenuti con più regolarità di quanto accada di fare con molti amici “in carne e ossa”. Eppure ogni volta mi viene da dire “siamo amici su Facebook”.  Perché? Perché non c’è “una parola una” che definisce questo rapporto? E se fosse l’ora di inventarla?

28 pensieri riguardo “Ma io e Adriano siamo amici? E io e Concetta? E io e Bruno? E io e …”

  1. Le finestre di casa mia si affacciano su quelle della Lilla.
    Da piccole giocavamo assieme, poi nel tempo ci siamo allontanate.
    Vicendevolmente abbiamo visto la nostra vita allungarsi e riempirsi di altra vita.
    Quando dalle finestre di casa mia vedo le luci accese in quelle della Lilla, sono contenta. Mi fa piacere sapere che c’è, che è lì a produrre ancora vita.
    Così come, quando sul mio computer vedo il passaggio, il commento di taluni con cui non ho mai fatto un tratto di strada assieme.
    Ma di cui intuisco una sensibilità comune.
    Io le chiamo affinità elettive.
    Le affinità elettive non temono frontiere perchè frontiere non ne hanno.

  2. è sempre un piacere vedere in facebook che enakapata lancia il suo suono.
    porta piccoli racconti di un vissuto prospettive che magari camminando per strada non noteremmo mai, piccoli tesori sguardi odori che valicano un mezzo freddo come viene accusato essere lo schermo.
    il bello della rete, anche se vivo su fb è inciampare su certe frasi, rileggerle, ascoltarle e pensare, vedere con altri occhi e magari cambiare strada o idea senza urla, imposizioni perchè magari passo la pagina in posta e la riguardo e il giorno dopo sarà magari di nuovo nuova o io convinta della mia idea e se l’ha detta un personaggio celebre o un “amico di tastiera” sarà sempre una compagnia desiderata in quell’istante pertanto vera a tutti gli effetti. per me.

  3. Persone e Webpersone

    Vincenzo Moretti dice che io e lui siamo diventati amici e complici ancora prima di conoscerci, ed aggiunge che a lui questa cosa è gia capitata; ma questo lo trovate scritto nel suo bel libro Enakapata

    Confermo le parole di Vincenzo, e qui si riapre il dibattito sul tema dell’amiciza nell’epoca di facebook già acceso e scaldato da un recente articolo di Maria Laura Rodotà.

    Bisognerebbe presentare a MLR queste esperienze non per dimostrarle che ha torto, ma per con-dividere e con-vincere con i fatti. Qui ci troviamo di fronte ad una empatia di tastiera , amicizia e complicità digitale prima che analigica (“prima di conoscerci”, dice Vincenzo). Che poi non si capisce perchè ci si debba stupire quando in passato c’era l’empatia tutta epistolare fatta di carta ed inchostro.

    Certo: confermo che esiste anche l’indifferenza, l’odio e l’ignavia di tastiera.
    Non faccio parte della schiera degli apologeti della rete. Provo per il genere umano il disprezzo sufficiente per respingere l’illusione e la falsa retorica della webfratellanza, ed anzi vedo all’opera i futuri grandi fratelli telematici di orwelliana memoria.

    Ciò detto rimane la grande rivoluzione epocale che le webtecnologie stanno alimentando. Le persone di stanno trasformando in webpersone, individui che fanno parte di un tessuto connesso, tessuto essi stessi, dotati di vita analogica e digitale . Le webpersone hanno gli stessi pregi e difetti delle persone; anche alle webpersone piace vedersi, toccarsi, camminare sotto la pioggia e bere una birra con gli amici. Non ci sarebbe differenza se non fosse per le enormi opportunità in più che hanno persone con il prefisso web.

    (da http://www.facebook.com/notes/adriano-parracciani/persone-e-webpersone/168380459981)

  4. Ancora Adele Dedé Gagliardi su Facebook
    Ma conoscere Enzo attraverso i suoi scritti, non significa essrgli amico, altrimenti avremo tutti per amico Dante o Petrarca,essere amico è anche stare in sillenzio e non parlare.

  5. Paola De Gioia su Facebook
    Vincenzo io non lo conosco assolutamente, è un @mico a tutti gli effetti: siamo entrati in contatto tramite percorsi strani, misteriosi, oscuri, ignoti che credo solo FB possa offrire. Non so se sia alto o basso, non so che voce abbia, non so se lo incontrerò mai. Ho scoperto, però, immediatamente, che molto di quello che scrive mi porta a riflettere: molto di più di alcuni amici reali. Mi aiuta a conoscere: come molti amici reali. E’ molto probabile che nel momento di difficoltà non mi rivolgerò a lui nè da lui avrò un aiuto spontaneo: come talvolta capita anche dagli amici reali.

  6. Ancora Adele Dedé Gagliardi su Facebook
    carissimo Enzo ,per me l’amico virtuale non è proprio un amico,ma un fantasma … tutti i miei amici di FB sono persone che comunque conosco realmente, tranne una, ma è un velista!!!
    Non conoscere direttamente le persone significa non poter condividere, in quanto non sai se sono alti, bassi, grassi, magri e poi il loro pensiero: non saprai mai se è di convenienza o vero.

  7. nessuno ci costringe a scegliere, gli @amici o gli “amici”, possono convivere benissimo , non si escludono vicenda.
    gli amici che avevo, li ho ancora, in più ho potuto conoscere in rete persone con le quali scambiare e condividere opinioni che in qualche modo arricchiscono.
    sempre più spesso mi capita infatti di chiacchierare delle iniziative che ci sono in rete, dei vari blog e gruppi e dei loro contenuti .
    fb è un mezzo, se buono o cattivo, dipende da come lo usiamo.
    altro che “virtuale”!

  8. a latere, vi propongo questa riflessione
    Dovremmo abbandonare l’uso del termine “virtuale” quando ci riferiamo a quello che facciamo in rete. Non è virtuale: è Reale, punto. A differenza del pre-internet, oggi l’umanità si trova di fronte ad un cambiamento epocale dato dal fatto che noi viviano, oltre ad una vita analogica anche una vita digitale. Non c’è nulla di virtuale nell’acquistare su ebay, nel fare home-banking, nel telelavoro, nello scrivere un blog o nel frequentare un social network. La mia @micizia con Vincenzo non è virtuale, scrivo sulla sua bacheca, nel suo blog, lui risponde sulla mia, partecipa alle mie iniziative, ci scriviamo per posta, ci siamo sentiti per telefono e presto ci vedremo. Il fatto che la rete abbia i suoi aspetti negativi (e basta con questa dicotomia buono-cattivo!), non dipende dalla rete ma dall’essenza stessa dell’essere umano, dalla sua complessità. Che ci (vi,o gli) piaccia o no la vita digitale sarà sempre più integrata a quella analogica fino un giorno, a con-fondersi, in quello che probabilmente sarà il “nuovo essere umano”. Troppo??

  9. Quando mi sono iscritta a facebook cercavo un ulteriore modo per esprimere il mio essere socievole. Un mondo virtuale dove confrontarmi con persone o semplicemente con delle icone senza volto. Ho ritrovato chi non ricordavo più, memorie perdute di eventi passati, vicende rimosse dalla mente riafforate al primo accenno. Ma soprattutto ho riascoltato il rumore dei miei passi nel cammino della vita. Quelli che credevo @mici, come Ernesto o Enza, mi hanno cercato e ritrovato con gioia, persone con cui ho condiviso solo un piccolo tratto di strada hanno parlato di me con profondo affetto. Altri, con cui ho avuto prima di facebook un rapporto formale e distaccato, come Sabato o Pino, si sono rivelati amici disinteressati pronti a sostenermi quando ho chiesto aiuto. Gli amici di sempre sono rimasti lì ma non mi sorprendono più, non li riconosco. Qui sono faccine….

  10. Mario Furlan, per i fatti suoi (della serie “Scoperte Multiple Indipendenti”), su Facebook
    Tremila amici su Fb. Ma quanti sono Amici? Amico è chi si avvicina a te quando il mondo si allontana.

  11. Bruno Patri su Facebook
    Quando avevo 15 – 18 anni avevo una grande passione. Ero un radioamatore. Allora non c’erano i telefonini, non c’era internet. A casa non avevo nemmeno il telefono fisso (i miei lo fecero montare quando partii militare). Grazie al mitico “baracchino” mi mettevo in contato con persone mai viste, di qualsiasi età, di qua…lsiasi estrazione sociale. Si venivano a creare così delle amicizie che diversamente da internet avevano un solo “canale”: la voce. Era vera amicizia? Semplice conoscenza? Semplice passatempo? Non lo so. Per anni ed anni, di giorno e di notte, parlavo con questi “amici”, nasceva un rapporto, ci si confidava, spesso si “litigava” in modo colorito. Ogni volta che accendevo il rx-tx e sentivo una “voce amica” era per me un momento “magico”. Ho nostalgia di quei tempi.,

  12. questa domanda mi ha messo un tarlo nella mente..
    l’amicizia, anche quella su fb, secondo me non si può “definire”, cioè chiuderla dentro una frase, perchè ci coinvolge profondamente, mi piace conoscere davvero le persone, scoprire gli interessi e piaceri comuni, discutere, confrontare e fb consente proprio questo, saltando certi convenevoli o certe paure, che rallentano le relazioni, ti butti e… via! scopri persone interessanti , gradevoli con le quali ti ritrovi a parlare di cose che magari prima non ti sarebbero venute in mente..
    manca la fisicità? fino un certo punto, vuoi mettere l’emozione di ricevere messaggi o mail che aspetti!!
    ho letto tutti i commenti e si vede che è un tema che che a noi “amici” sta a cuore, grazie Vincenzo, molto intrigante questa provocazione!

  13. Sono perfettamente d’accordo con queste ultime affermazioni. A volte è impossibile mantenere rapporti continui ed intensi con amici che abitano lontano e spesso manca anche la volontà di farlo con i mezzi tradizionali. fb ci tiene in contatto ed offre spunti interessanti di discussione e confronto continui. E’ difficile che si prenda il telefono per commentare con l’amico che sta a mille chilometri le sciocchezze della Rodotà…. ma su fb SI, lo facciamo…

  14. Adriano Parracciani su Facebook again
    Potrei scrivere un articolo esattamente di tenore opposto a quello di MLR sul Corriere, di amicizie recuperate, di legami rinforzati, di persone conosciute e frequentate poi anche fisicamente e magari amate, di relazioni impensabili ed impossili altrimenti, di persone che hanno trovato l’unico modo di relazionarsi, della volontà a partecipare che non ci sarebbe mai stata; e potrei continuare molto ma molto a lungo.

  15. Adele Dedé Gagliardi su Facebook
    tu sei amico di Adriano se Adriano è amico tuo,lo stesso collegamento logico vale per Concetta,cioè siete legati solo se la tabella di verità del “and” è vera

  16. Come la maggior parte di noi internauti, anch’io ho una piccola cerchia di amici “informatici”, ma… io chiamo “Staff” semplicemente perchè sono gli admin e mod del mio forum… Forum creato nel 2007 e che vive florido den fantastico mondo del web! 🙂

  17. E’ che la rete sconvolge, modifica, apre, gira, capovolge, sbaraglia, sposta, macina, allunga, deforma, ri-forma, insomma, innova, nel senso che porta il nuovo dentro, il non conosciuto, l’inedito; come gli @mici

  18. Adriano Parracciani su Facebook
    uhm..dunque amici del poker, amici di scuola, amici di lavoro, vecchi amici, amici del bar, ex amici, amici perduti, amici cos… Mostra tuttoì tanto per dire, amici del cuore, amici del militare, amici di lettera, amici di letture, amici del club, amici del partito, amici dei giochi on-line, amici manco per niente, amici di bevute, amici della palestra, amici degli amici, e-amici, @mici ed poi i famici, i facebook-amici, un sottoinsieme degli @mici.
    Tra i miei “amici” pochi sono tanti tipi di amici, altri meno tipi, molti sono @mici e moltissimi famici

  19. su Nòva Della Leggerezza
    Le considerazioni di Daniele mi hanno suggerito una possibilità: gli “amici su Facebook, e su Twitter , e su FriendFeed, e su” da ora in poi saranno per me semplicimente @mici.
    Dite che qualcuno ci ha pensato già? Non lo so. E neanche mi importa. Io volevo una parola che definisse una differenza. E adesso ce l’ho.

  20. Daniele Riva su Facebook
    Bella domanda… È un’amicizia mentale, una comunione di idee e pensieri, un confronto. Certo, con molti ci si trova come con i passeggeri di un treno, ci si scambiano convenevoli e quattro chiacchiere, con altri la cosiddetta “amicizia” si approfondisce, si addentra nel vero e proprio legame sociale – rimanendo sempre fisicamente lontani. Una relazione sociale, dunque, quella di Facebook. Ma “relati” è un brutto termine, continuiamo pure a chiamarci “amici”…

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