Titoli in cerca di storie


Della serie ‘O napulitano sicc se fa ma nun more, invece di piangere sul gioco arenato, Piccole Storie Crescono, ve ne propongo un altro, non nel senso di “al posto di” ma nel senso di “insieme a”, che ho chiamato Titoli in cerca di Storie.
Si tratta di scegliere un titolo e di ideare un racconto, una poesia, un disegno, un quadro, un fumetto, una canzone, un video, un proverbio, un quello che ci pare, della dimensione che ci pare, nel tempo che ci pare. Della serie chi fa da se fa per tre e chi vuol fare assieme torna a Piccole Storie Crescono.
Buona partecipazione.

I TITOLI
1. Rodo
2. Il mantra della pastiera
3. I ciliegi sono in fiore

15 pensieri riguardo “Titoli in cerca di storie”

  1. I CILIEGI SONO IN FIORE

    Il tempo bello è giunto – i ciliegi
    sono in fiore – discendono leggeri
    e come veli coprono il terreno
    quelle rosee corolle così soffici.

    Indovinello: che cos’è omesso?

  2. Storia vera
    La pastiera
    Sono le sette di mattina, una notte insonne, squilla il telefono. Corro ansiosa: mia figlia è partita per il Texas, mio marito è a Prato per lavoro, mia madre a Saronno e non sta tanto bene, mia suocera in ospedale. Dall’altra parte una voce sconosciuta di donna mi dice: ” Buongiorno signora Maria, lei non mi conosce. Sono tal dei tali, abito a Vallo della Lucania. Vorrei tanto una cortesia da lei”. Tra sorpresa e irritata ( pensavo: ma questa che vuole a quest’ora del mattino, con tutti i miei problemi e le mie ansie) chiedo se per caso non ha sbagliato numero. Lei tranquilla mi risponde: ” No, è proprio con lei che voglio parlare. So che è molto brava a fare i dolci e soprattutto la pastiera. Sono anni che cerco di farla buona come l’ho mangiata una volta a Napoli, ma ho provato tutte le ricette senza risultato. Ho provato anche con quella scritta sui barattoli di vetro che contengono il grano ma non c’è niente da fare”.
    A questo punto la interrompo: ” Signora, la ringrazio per la stima, ma mi dica, prima di tutto, come ha avuto il mio numero e chi le ha parlato della mia pastiera”. E lei ” Signora Maria, deve sapere che io viaggio spesso perché i miei figli abitano, per lavoro, uno a Torino e l’altro a Bologna”. Sono appena tornata da Bologna. Nel mio viaggio di andata, ho incontrato suo marito che saliva a Prato. Così tra una parola e l’altra, il discorso è caduto sui dolci. Suo marito ha detto che sono poche le volte che compra dolci in pasticceria perché lei, signora Maria, ama preparare torte e biscotti. Lui, che non aveva mai voluto mangiare la pastiera, mangia con gusto solo quella che fa lei. Per favore, mi dia la ricetta ma anche i suoi segreti per farla così buona”. A questo punto che potevo fare’. Le dissi di prendere carta e penna che le avrei dettato la ricetta, pensando che mio marito parla sempre più del dovuto, anche se in me ero felice di sapere che, se pure per la mia arte culinaria, mi apprezzava. Non mancai nessun ingrediente ma l’amore ( il mio segreto) che metto nel preparare ogni cosa e che, a parer mio, è l’elemento indispensabile per la riuscita di ogni progetto, quello ce lo doveva mettere lei.

  3. Io rodo, disse il topo,
    io buco, disse il tarlo,
    io vedo, disse il falco,
    io canto, disse il gallo.
    Vi prendo, disse il cane, e così fu. Senza fatica, senza gloria.
    Da allora più che i ladri, disprezzò la spia.

  4. i ciliegi sono in fiore
    nascerebbe anche l’amore
    sento quasi un friccicore
    accidenti è solo un banale raffreddore.
    scusate la commozione è solo allergia !

  5. Roba da matti dovrei esclamare
    ormai sono presa e scendo a giocare
    domando ma la k si potrebbe salvare
    ohibo arcano mistero … la tastiera si va a bloccare

  6. Il manta della pastiera.
    Si ma mangio me ngrasso
    Si ma mangio me ngrasso
    Si ma mangio me ngrasso
    ………………………….

  7. Era la fine di Aprile ed io ballavo leggera accarezzata dal profumo dei fiori. Alla festa hanami ci andavo ogni sera ed ogni sera la festa era diversa. Canti, danze, fuochi d’artificio, la luna ed i fiori di ciliegio. Festeggiavo la vita in un paese straniero, la mia vita da vagabonda, da cittadina del mondo. Era facile lasciarsi trasportare dalla poesia, passavo le giornate col naso all’insù e contavo ogni fiore, esprimendo desideri.

  8. Il mantra della pastiera,
    “Un mantra ha due aspetti: il primo è manana, e significa che ciò che si è ascoltato deve penetrare nella mente; il secondo è trānia, e vuol dire che qualunque cosa sia penetrata nella mente vi deve essere fermamente stabilita
    e preservata”
    definizione copiata “precisa precisa” da Wikipedia….
    così vi racconto come è penetrata nella mia mente e come si è stabilizzata ….
    “la pastiera”
    Natale di tanti anni fa…in casa di zii, che amavo tanto, squilla il telefono…risponde un cugino ( tra cugini piccoli e grandi …una dozzina),
    “Francesco …ti vogliono….” e lì una fragorosa risata, il Francesco in questione per noi era Ciccio (adesso nonno), chiaro che chiamava una ragazza alla quale lui si era presentato così…vergognandosi come un ladro di quel “nome”…
    La ragazza ,telefonava da Amalfi, con uno spiccato accento partenopeo, gli “sfottò” non si contavano…Ciccio (rosso peperone), risponde al telefono
    con tutti noi attorno (privacy = zero).
    L’amore vince su tutto…Graziella entra in famiglia, e quando viene in Sicilia a conoscere il vasto parentado….porta una strana “torta” in quantità adeguata al numero di parenti, “la Pastiera”.
    Sublime , deliziosa, una squisitezza…fatta come tradizione comanda, con il grano bollito ( e non quello precotto!) , mia madre, cuoca perfetta, appena ha saputo dell’elaborata fattura, non si è mai azzardata a provarci!
    Successivamente mi è capitato di assaggiarla altre volte, ma ogni volta ricordo con tanta dolcezza quel Natale lontano….

  9. 2 – Il mantra della pastiera

    past past iera
    om
    iera iera past
    om
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