Immagino che voi tutte/i conosciate il Duca Alfonso Maria di Santagata dei Fornari. Non lo conoscete? E allora guardatevi il video. Anzi no. Il video guardatelo comunque, che è un pezzo di storia del cinema italiano. Fatto? Bene. Il gioco è semplice. Raccontate a chi vi sarebbe piaciuto o vi piacerebbe fare un pernacchio così, e perché.
Una sola raccomandazione: evitiamo ogni riferimento a chi sto pensando io. Perché vige il divieto di propaganda? No, no, che quello lui fa finta che non esiste, impegnato com’è a occupare televisioni e a far spedire in giro sms. E’ che come sapete sono scaramantico tendente al superstizioso. E spero che il pernacchio glielo possiamo fare tutti assieme domani sera. Buona domenica. E non dimenticate di mandare le vostre storie. Vere o immaginarie non importa, basta che siano condite con una dose abbondante di ironia.
ma la telepatia funziona davvero: ho pensato di fare una bella pernacchia a chi la faresti tu!
Possiamo
Emettere
Rumori
Napoletani
Andando
Contro
Chi
Ha
Interessi
Antidemocratici
Mio padre: – Ancora a sto coso, ti si fissata.. e perchè ridi?- ne approfitto subito per recitargli le vostre divertentissime storie, enfatizzandole di sonorità… mentre facevo addormentare Michele,( dorme qui perché già in vacanza!) già rimuginavo la storia della mia pernacchiata..
Un tempo, quando il signor Bossi era sconosciuto ai più, fu invitato a presentare il suo( sic) pensiero da un gruppo culturale sardo… Ascoltavo rapita, tallonata dagli organizzatori,preoccupati dal mio eloquente e ridanciano stupore … di fronte agli esordi del suddetto che declamava il libretto verde-lega dell’ideologo Miglio… non riuscivo a non ridere per affermazioni altisonanti quali…
_ i matrimoni MISTI ( fra lumbard e terroni) sono consentiti dopo 5 anni di naturalizzazione lombarda!-
Ero seduta di fronte all’oratore e lo spettacolo era esilarante… al che Il tipo furente mi disse di smetterla di ridere… figuratevi se mi fermavano… Risposi che era uno spettacolo così comico che l’avrei menzionato per i circuiti d’arte varesini… Più ridevo..più si infuriava, le vene del collo quasi esplodevano–Vada fuoriiiiiii !.. continui a ridere imperterrita…. è stato il mio modo di spernacchiarlo! ciaoooo sorri-sorridente a tutte/ tutti!
un altro pernacchio, con motivazioni più serie del precedente e senza sonoro, lo rivolsi, anzi lo scrissi, irriverentemente ma meritatamente a quello che allora era il mio Capo sezione [personaggio di cui ho già accennato in un’altra rubrica]. un vero piccolo ducetto, nell’aspetto, nella foggia del suo abbigliamento e nei modi, sicchè vi lascio immaginare. correva l’anno 1981, all’epoca dei fatti avevo 23 anni, e mal sopportavo le vessazioni di un cretino matricolato che entrava in ufficio tutte le mattine, dando il buongiorno ai suoi sottoposti militari, me compresa, col saluto romano. all’epoca ero addetta alla dattilografia, trascrivevo a macchina cose orribili, buttate giù sulle minute, in un italiano incerto e zeppo di errori. il mio tempo lavorativo trascorreva lento, pesante e ammantato di tristezza, unica consolazione, la mia scrivania posizionata davanti a una bella balconata affacciata sul parco del “monastero”. [rido] dallì, con lo sguardo e tanta fantasia, fuggivo sulle ali dei gabbiani del vicino lungotevere. una mattina il ducetto mi diede da battere a macchina una lettera importante, indirizzata a un Ufficio importante e minutata nel suo solito linguaggio raffazzonato. la mia mente ancora giovane e inesperta delle cose della vita lavorativa, si rifiutò di trascrivere quella sequela di “orrori” tutti insieme e pensai bene di procedere alla correzione, senza farne parola al gaglioffo. consegnai il lavoro eseguito in bella copia, allegando come di consueto anche la minuta. dieci minuti dopo, il putiferio! l’uomo d’orbace vestito [oggi ne rido divertita] mi urlò di andare davanti alla sua scrivania e innanzi alla stanza ammutolita, mi fece una reprimenda coi fioccchi. per farla breve, strappò platealmente il mio elaborato [sigh!] e mi ordinò di rifare tutto “senza spostare una virgola!” [ce ne fossero state di virgole… :D] eseguii l’ordine, ma la rabbia montava ad ogni strafalcione trascritto, sicchè, finito il lavoro e armata di pennarello rosso, oramai accecata dalla collera, scrissi sulla sua minuta: “PRRRRRRR, alla Totò!” finimmo davanti al Direttore Generale, per onor di privacy, nn ne farò il nome completo. Giasone P. è stato un GRANDE Uomo, un vero Direttore Generale, colto e dall’animo gentile che nn ce ne sono quasi più in giro; ascoltò le mie ragioni paternamente – riferii anche del quotidiano saluto fascista – nn pensò affatto di punirmi, anzi di lì a poco venni trasferita, con mio grande piacere, ad altro servizio.
Io, sin da piccola, soffro di una fastidiosissima allergia: song allergica e’ sciem! Tutti quelli che hanno la presunzione di sentirsi quello che non saranno mai. Magari una pernacchia non mi guarirà, ma chissà che non potrà almeno alleviare la sofferenza
ne, cuncè, ma abitiamo nello stesso condominio? hehe, anche la mia vicina del piano di sotto prega e fa macumbe verso le mie piante che imperterrite, crescono più belle e rigogliose che mai. eh, un bel giorno, si era d’estate, nn potendone più di essere accusata di allagamenti inesistenti se nn nella sua testa, anche di quelli provocati dalle condizioni atmosferiche, le feci un bel pernacchio; fu un pernacchio molto ben articolato, accompagnato oltre che dal suono [e dall’abbaiare dei miei cani che son sempre i più fedeli in tutto] anche da un gesto, oserei dire emblematico [rido]: esasperata dal suo rimbrottare oltre misura, presi il tubo – ‘o caucciù – e la inondai a dovere, poi aggiunsi – “ora a ragione puoi dire che ti ho allagata tutta!” – e rientrai in casa. a volte, assumere atteggiamenti da “matta”, paga. da quel giorno – son passati diversi anni – nn ha più proferito parola, anzi quando ci incontriamo [molto di rado] accenna anche a un breve saluto. ma io dico, siamo uomini o caporali? 😀
buona l’idea del tubo….
è come dici tu, tutta invidia!!!!
Prima di dirvi a chi farei una pernacchia, vi racconto la mia giornata.
Premetto che nel mio seggio elettorale non succede mai niente. Anni fa si animò un po’, per un malore della mamma di Cacciari: – la mamma di Cacciari, si sente male!- la mamma di Cacciari si sente male! – ….
Oggi vado a votare ed incontro un amico pittore, che non appena si apparta dietro il paravento, esce subito urlando: – ho sbagliato, voglio una scheda nuova!- Ecco, penso, il solito artista con la testa tra le nuvole…a questo punto esce mio marito, liceo classico, una laurea in ingegneria civile, uomo di robuste letture: – ho sbagliato anch’io, voglio un’altra scheda – …a questo punto c’è stato un viavai di tutti i presidenti di seggio, che hanno cominciato a consultare, in modo compulsivo, i vari manuali…il caos!!!
Subito dopo vanno a votare le mie figlie e trovano gli scrutatori affranti: -oggi è successo di tutto- .
Dopo, entro al supermercato, per fare un po’ di spese, dove trovo un mio vicino di casa, un famoso voltagabbana, che ha tentato con i partiti di tutto l’arco costituzionale ed ora si presenta con una lista civica. Addirittura, quando avevamo le bambine in prima elementare, cercò di presentarsi come rappresentante di classe (ruolo, che nessuno vuole avere, per non dover acquistare la carta igienica…) e si fece campagna elettorale con “santini”…non lo eleggemmo e lui ci apostrofò come mamme di “m…”.
Ebbene oggi, con una bottiglia di acqua minerale, indugiava al supermercato per farsi vedere e ricordare a tutti il proprio nome…Avrei gridato: Sergio, “prrrrrrrrr”….
Mi avete tutti fatto ridere moltissimo… siete grandissimi!
Io ne avrei mille di pernacchie da fare.. eeeeee hai voglia! Facciamo così comincio con una “condominiale”…no perché ditemi che le vostre riunioni di condominio non sono come quelle di Fantozzi, in cui bisogna andare con armatura e armamentari illegali almeno in 50 stati…
Sono vent’anni che dovremmo rifare la cassa scale, ero una bambina quando ne sentivo parlare, ormai mi sembra una leggenda metropolitana… qualcosa di cui la gente narra da secoli, ma resta solo tradizione orale! Forse il primo che ne ha accennato potrebbe essere stato Omero… mi pare se ne trovino tracce nell’Iliade… o probabilmente ci sono segni dei primi accordi e preventivi nei geroglifici e sui papiri sumeri… ma la cassa scale resta scassata!!!!
Bisognerebbe fare come nel Texas Hold’em e giocare “all in”… invece di sceglierli tutti faccio un bel pernacchio a una categoria speciale di automobilisti: quelli che credono che la strada sia tutta loro e strombazzano e sorpassano e si incazzano se rispetti i limiti di velocità o semplicemente ti va di prendertela comoda. Avevo anche scritto un raccontino una volta sui tipi così: insomma, uno che con il suo SUV corre e corre e sorpassa e ti butterebbe fuori strada e poi arriva a casa in anticipo e trova la moglie nuda a letto con l’idraulico. Ecco, a loro un bel pernacchio come quello di Don Ersilio Miccio nell’Oro di Napoli.
Ma quanto mi piace giocare con voi tutti!!!!
appena ho letto la parola “pernacchio” ho subito pensato ad Eduardo, infatti….
la pesia di Musa è forte!!!
allora mettetevi comodi , la lista è lunga!!!
ma no….solo i primi 5! dal più vicino al più lontano…
1-quello del piano di sotto, che vuole la morte di tutte le mie piante….visto che ogni volta che le annaffio mi aspetta davanti al portone!!! e giuro che sto attentissima!!!! si arrabbia con me anche se piove, dice che cade acqua dal mio balcone…e quando una volta gli ho risposto che se piove non dipende da me, mi ha risposto (davvero!) “..e lei non faccia piovere più!”..l’imbecille!!!
2-il mio preside che è un po’ troppo diciamo “superficiale”
3-il mio sindaco che …ma fa il sindaco?
4-tutti i “furbi” che pensano che rispettare gli altri sia da “fessi”
5-tutti i mafiosi che stanno distruggendo la mia terra, ma che si stanno anche allargando….purtroppo!
e se dico:
“Qualcuno ha fatto un grosso rumore con la bocca”
“E’ stata fatta una pernacchia”
“Con la bocca?”
Di che parlo?
Genio!
altro che pernacchio, capisc’ a mme! in attesa che raccolga qualche idea da buttare giù – nn che mi manchino i destinatari di pernacchi, eh – godetevi questa breve poesia di Benedetto Casillo, cabarettista napoletano:
‘O pernacchio non è un suono.
‘O pernacchio è RiVOLUZiONE, è
libertà. ‘O pernacchio è ‘a voce
d’ ‘a gente ca nun tene voce. ‘O
pernacchio è un calcio in culo a
tutt’ ‘e putiente.