A ‘e gruosse le piaceno ‘e nummarielle

by Matteo Arfanotti
by Matteo Arfanotti

Una parte della citazione che potete leggere sotto l’avevo già pubblicata su Sottolineato Il libro dei libri del mio amico Adriano Parracciani, ieri e oggi dedicato al rapporto tra la testa e le mani, tra il dire e il fare, tra il fare e il pensare. Ho un gran mal di testa, l’umore non è dunque dei migliori, e le cose con cui solitamente mi destreggio mi sembrano oggi particolarmente pesanti e difficili da trattare.
Sulla mia scrivania è ricomparso da qualche giorno ‘O Princepe Piccerillo, è il mistero davvero glorioso delle case dove i libri vanno e vengono, sono sempre di passaggio, l’ho aperto, mi sono ritrovato a pagina 18, mi sono messo a fare copia copiella. Il mal di testa sta sempre là, ma tutto il resto mi è sembrato un pò più leggero.

A ‘e gruosse le piaceno ‘e nummarielle. Quanno vuje lle parlate ‘e n’amico nuovo, nun se ne mportano maje d”e ccose essenziale. Nun v’addimannano maje: “Che voce tene? Qua’ juoche le piace ‘e fa’? Facesse cullezione ‘e palomme?” Ma v’addimannano: “Quant’anne tene? Quanti frate? Quanto pesa? ‘O pate quanto abbusca?” Sulamente accussì penzano d”o conoscere. Si vuje dicite a ‘e gruosse “Aggio vista na bella casarella pittata rosa, cu ‘e ggeranie é ffeneste, e ‘e palomme ncopp’ ‘o titto …” loro nun so’ capace ‘e se l’affiurà. Avita ‘a dicere: “Aggio visto na casa ‘e cientomila lire,” e allora diceno: “Comm’é bella!” […] So’ fatte accussì. Nun v’avite ‘a piglia’ collera. ‘E piccerille hanno ‘a essere accundiscendente cu ‘e gruosse.
Antoine de Saint-Exupéry, ‘O princepe Piccerillo, traduzione in lingua napoletana di Roberto D’Ajello, Franco di mauro Editore, pagina 18.

4 pensieri riguardo “A ‘e gruosse le piaceno ‘e nummarielle”

  1. Hans Hans il piccolo Hans, bimbo che la storia tramanda
    lui viveva il Olanda
    in quel bel paese pieno di tulipani e spighe
    si sa che lì ci son le dighe
    una diga si sfaldò
    mmmmmmmm
    e un buchetto si formò
    mmmmmmm
    era largo un dito appena
    ma poteva portare terrore e pena
    e l’Olanda così bella e asciutta
    la poteva bagnare tutta
    mmmmmmm mmmmmmm
    Hans hans che aveva buon naso passò di lì per caso
    e dato che come tutti i bimbi era un tipo arzillo
    saltò verso la diga veloce come un grillo
    il ditino ci infilò
    mmmmmmm
    e il buchetto lui tappò
    mmmmmmm
    evitando un alluvione che avrebbe ucciso milioni di persone
    mmmmmmm mmmmmmm
    ora voi che siete scettici vi chiederete con stupore
    come abbia fatto un bimbo così piccolo a tappare una diga di 2,5km almeno di spessore
    ma non lo chiedereste più se aveste visto a sera
    mentre i campi si fanno tetri
    tornare a casa il piccolo Hans
    portandosi dietro il suo dito lungo
    duemilacinquecento metri
    mmmmmmm mmmmmm

    heheheeheheheh scusate…. non ho resistito…. è di Giobbe Covatta, una canzoncina che purtroppo non riesco a trovare su you tube….

  2. “Di magico i numeri hanno che sono semplici. In fondo non ti serve nemmeno la calcolatrice” da “Il mago dei numeri” di H.M. Enzensberger
    Ho comprato questo libro anni fa , la mia sorpresa è stata quella di trovarlo scritto in forma di favola ma con contenuti potenti, dal punto di vista matematico, un argomento per tutti “le serie numeriche”, vero scoglio all’università, qui trattato come un giochetto….
    Ho pensato… e se il trucco fosse davvero questo?
    A scuola, a cominciare dalle elementari ,questa materia viene spesso insegnata senza gioco, senza coinvolgimento, chi riesce a vedere l’aspetto giocoso sicuramente avrà un approccio meno angosciante e si porrà in modo positivo.
    Ho cominciato a sostituire in Geometria la parola “problema” con la parola “esercizio” e già andava meglio, a secondo i casi aggiungevo “Questo esercizio.. sembra un giochino della Settimana enigmistica ” ….il mago dei numeri colpisce ancora….
    Spesso metto gli alunni in competizione a file , per vedere chi arriva prima al risultato corretto…
    Un baccano…..ma uno spasso….!!!!
    Io mi diverto più di loro…
    Altra cosa ,invece, per la frase tratta da “IL piccolo principe” ,ecco questo è l’uso più brutto che si può fare dei numeri, ridurre tutto quantità e non qualità della persona,
    numeri usati per ridurre tutto a cose , mentre si possono guardare le meravigligle che la natura combina con la matematica , a questo proposito mi viene in mente il post di Adriano sulla serie di Fibonacci che qui riporto

    è sempliicemente affascinante!!!!!

  3. Se i grandi fossero come i bambini, il mondo sarebbe diverso: non ci sarebbe cattiveria, ne ingiustizie, per non parlare delle guerre e della brutta gente ke fa del male gratuitamente.
    Non ci sarebbe falsità, ipocrisia, non ci sarebbe tutto questo schifo di realtà quotidiana! Ci sarebbe bontà, innocenza, ingenuità e pace! Voglio tornare bambina e non essere il prodotto delle brutte esperienze della mia vita! Ke paura il futuro! 😦

  4. Eh, se ‘e gruosse sapessero raccontare a ‘e piccerille il mistero dei numeri, la loro presenza in tutto quello che li circonda, in tutto quello che vedono, in tutto quello che fanno, allora ‘e gruosse avrebbero molto da insegnare a ‘e piccerille.
    Che i numeri non sono solo quantità, che sono strani, matti, irrazionali, a volte trascendono, altre volte sono immaginari. Che li puoi vedere in un quadro, in un girasole, in un pentagramma, in un palazzo, in una strada affollata, nel fumo di una ciminiera.
    Che il mondo è regolato dalla magia di numeri bizzarri, incomprensibili, inafferrabili, come 1,6180… o come 3,1415.. o come 2,7182..
    Che i numeri sono infiniti, e che di infiniti ce ne sono tanti, alcuni più infiniti di altri

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