Come dovrebbe essere

di Lucia Rosas

by Matteo Arfanotti

Sto passando giorni, per non dire mesi in posta con una persona, iniziamo sempre con una frase, ultimamente con le canzoni, stiamo lavorando ad un puzzle chiamato vita.
Le nostre stanno diventando sincroniche per quanto manteniamo le distanze, città, pensieri, idee politiche, calcio. Non riusciamo a litigare ma a colpi di lama arriviamo a dire quasi tutto.
Ecco quel quasi tutto sta diventando un problema.
Sentire una vita propria a te parallela e della quale non avresti saputo nulla ti lascia sgomenta e ti fa sognare quei possibili futuri di tanti romanzi fantastici.

COINCIDENZA. Dannazione se non riguarda il treno mi mette ansia, non che odi viaggiare anzi, ma quando è fatta da gesti, parole, occasioni, quando diventa sincronica devi pensare e non sempre fa bene.
Per questo quando in bacheca FB mi arriva un tag con la domanda meglio toccare che taggare, meglio amici che @mici io non ho più la certezza di un anno fa.
La maggior parte di noi alla domanda del perché ci si è iscritti risponde mi ha invitato un amico, alcuni per curiosità, quindi si parte da un concreto per lanciarsi verso l’ignoto, il fantomatico web.
Qui parte la cospirazione, cerchi gruppi con i tuoi interessi, posti brani, ti suggeriscono amicizie o leggi una persona su una bacheca e scatta quel desiderio di chiedere l’amicizia.
Con alcune di queste persone si crea un feeling così forte, una specie di ubriacatura che è pari ad una cotta. il desiderio impellente di sapere se è collegata, se passa in chat o lasciare in posta qualcosa che dimostri come sia importante.
Leggendo certa cronaca ti prende il panico: chi c’è davvero oltre lo schermo? sarà chi dice, sarà onesto/a, sarà la foto, e quello che vorrei vedesse CON me, stalking tramite mail: esiste anche questo reato. sigh. io lo sto rischiando. confesso.
Il mio rapporto con fb doveva essere una vetrina per evadere da casa qualche ora non potendo, talvolta camminare.
Gli accordi in casa erano niente dati personali, niente foto precise, niente numero di telefono, niente appuntamenti; siamo adulti ma non dobbiamo essere sconsiderati.
poi si cambia, lentamente, e quando ti prende il famoso raptus del “se potessi ti farei uscire dallo schermo” è finita, bruci di questa voglia e cerchi una soluzione e cambi, giustifichi le regole che infrangi.
Vorrei taggare diventa uno sfiorare, un po come quando non hai il coraggio di uscire mano nella mano, @mici e non sempre indica i gatti e inventi una crittografia dentro un pubblico scritto, una musica segreta che rende forte quel legame.
quindi si passa da accettare un contatto a un condividi a un scrivi a una cartolina a un telefona. succede, non con tutti ma ti fa pensare a cosa stai cercando, a quanto puoi libera da pregiudizi fidarti e decidere vediamoci.
a volte. ci sono persone con le quali non percorri tutto questo iter, che ti danno una sensazione positiva, che le immagini a volte anche nel tono della voce, nella movenza fino a quella battuta che ti condanna: quando beviamo un caffè insieme.
è finita, la curiosità ha deciso per te, il virtuale viene sconfitto.
se racconti a qualcuno cosa hai in mente con terrore ti dice pensaci, come già detto la cronaca non aiuta a fidarsi.
per una serie di motivi alcune di queste persone le ho incontrate una volta e la foga mi ha portato a parlare a raffica, a ubriacarmi di immagini.
quando è arrivato il tag con la domanda è stato un tuffo al cuore, avevo avuto una specie di appuntamento al buio di FB, un mio contatto di posta passava da qua e quindi potevamo varcare il monitor.
alla richiesta ho accettato sorpresa, non è una di quelle persone che per un certo affetto desidero assolutamente incontrare ma, il piacere di parlarsi in certi momenti in cui una spalla valeva una medicina rendeva gradita la richiesta.
Vi dirò solo che quell’ora è stata breve, la compagnia ancora più piacevole e vedere confermato quanto l’istinto mi aveva suggerito (fidati, è una brava persona, è onesto) mi ha quasi spaventato, davvero sono oltre il monitor quando sto bene con alcune persone.
Sono mesi che dico facciamo un raduno enakapata e poi tiro il pacco per motivi ben noti ma, vincenzo panico: se con lui è stato così, con voi come sarà? a parte dedè salvata in corner dai minuti e da piccola iena che mi è stato in braccio tutto il tempo?
Ripenso ancora ad una amica fb, sei mesi fissi di scrittura, sms, matta come una cotta finchè l’ho vista e mi sono tranquillizzata, non era un troll e la porto sempre nel cuore.

Avevo intenzione di scrivere un racconto un po diverso, una cosa seria. un’assonanza con un romanzo scritto davvero che non ho mai letto ma che ho messo in pratica, volevo usare due citazioni colte ma sono già in bacheca, volevo farti aggiungere un brano musicale con un bel suono e il titolo che avrei dato alla storia, volevo fare la stesura a penna come un tempo e ho fatto il contrario.
Domanda: ma quando si sogna non siamo virtuali? e quindi quando siamo qua non sogniamo a occhi aperti trascinando con noi chi vorremmo?
rido davanti allo schermo, quella sera che ti ho incrociato sulla bacheca dell’uomo che mi ha sconvolto la vita (se ho conosciuto certe persone, parlato e imparato un po di pc è tutta colpa sua) e ho accettato il contatto. si allora ti avrei detto certissima meglio taggare e @mici. oggi: sospiro!

12 pensieri riguardo “Come dovrebbe essere”

  1. Cara Lucia,
    ricordi quando ero terrorizzata per quello che sai? La notte prima dell’intervento un viso a me sconosciuto mi ha consolato, abbracciato, dato forza e ha condiviso con me la trepidazione di quei momenti. Ce l’ho fatta ancora, ho stretto i pugni e, durante il calvario delle mani addosso, ho pensato ad un’amica mai toccata eppure a me tanto cara.
    Dici che stavo sognando? A me pare proprio di no.

  2. Il web è solo lo strumento: come si è parlato e si parla ancora con gli amici per telefono, come gli si è scritto per lettera (lo so che chi è più giovane non ne ha mai scritta una, ma io ne conservo ancora pacchetti che ogni tanto rileggo). Il legame quello è, e lo si dice in “Uno, doje, tre e quattro”, che è un esempio di come il web possa far crescere questo nuovo genere di amicizie: Lucia lavora attivamente per i gruppi relativi alla dislessia e all’endometriosi, mette in piedi una rete di contatti che non sono soltanto virtuali, e lo fa interagendo con il web. Il progresso ci ha dato questa opportunità: sta a noi sfruttarla nel modo migliore. Con stilo e pergamena Seneca scriveva parole piene di saggezza all’amico Lucilio, lontano da lui. Noi abbiamo tastiera e monitor e cavi ADSL, ma il principio è lo stesso, anche se non siamo saggi come Seneca e ogni tanto infiliamo anche qualche cavolata…

  3. io penso che le emozioni che proviamo quando ci approcciamo ad @mico non sono poi così diverse da quelle relative ad un amico. Una volta c’erano gli amici di penna, io ne avevo tanti, che magari vedevo una volta l’anno e poi ci scrivevamo lunghe lettere, attendendo per settimane la risposta, per sapere come procedeva la vita di quell’amico/a che portavi nel cuore anche se non era presente fisicamente nella tua vita. Storie d’amicizia, storie d’amore, a volte così superficiali da durare un’estate. Idem su internet, amicizie che diventano solide e durature, altre che restano conoscenze superficiali, alcune che si perdono definitivamente… ma la bellezza sta nel poter essere in contatto in maniera semplice, una piazza sempre aperta, raggiungibile da tutti. IN questo “tutti” come è giusto, ci sono persone destinate a cambiarci la vita, ad appartenerci ed altre destinate giusto a sfiorarci, ma niente di più. Ma perché è stato poi diverso al liceo o all’università? ci sono persone che tengo ancora per mano, altre che ho perso per strada. E va bene così. Ma doc’è che più o meno avevo già scritto queste cose??? ah certo! Uno, doje, tre e quattro!!!! ;-)))))

  4. non c’è nulla di virtuale nella nostra vita digitale; l’emozione di cui parla Lucia è reale; il dialogo che si crea con persone mai viste è reale; l’acquisto del biglietto del treno online è reale; il bonifico che fate dal vostro home banking è reale; la senzazione di felicità che si ha chiaccherando in chat è reale quanto la chiaccherata fatta al bar. La differenza è che il web (la vita digitale) abbatte non solo tempo e spazio cosa impossibile nella vita analogica, ma anche gli ostacoli del falso formalismo o della timidezza, favorendo il dialogo.
    Non la faccio lunga, ma vi dirò cosa penso: il web è molto più reale del “reale”. Perchè noi, ognuno di noi essere unico e irripetibile, siamo una rete, la nostra struttura biologica è una rete, così come lo è il nostro sistema di conoscenza e di consapevolezza; siamo fatti di rete e siamo nodi rete. Il web è la cosa più simile all’essere umano che esista; e l’essere umano sta scoprendo di essere un “web-inside”.
    Ovviamente scherzo, ormai lo sapete…

    1. si Adriano…lo sappiamo, ma certe volte scherzando si dicono tante verità.
      In rete si bruciano i tempi, si arriva subito al dunque, si raggiungono livelli di confidenza che tra persone “reali” richiederebbero molto più tempo, per i muri che noi stessi alziamo.

    2. continuano i sospiri, allora non sono tanto pazza e quella sensazione fisica non è solo mia. quel famoso sesto senso appannaggio femminile scivola fin qui e arriva a quei maschietti pronti al dialogo vivace, allo scambio.

      vero, talvolta troppo veloce ma diretto, senza balbettii e rossori come quando vorremmo dire tutto di un fiato qualcosa di importante.

      grazie adriano

  5. CARA CONCETTA,
    TEMO DOVRò RIVEDERE PARTE DELL’ARTICOLO.
    I BEATLES NOOOOOOOOOOOOO

    ha ragione, abbiamo ritmi concitati, traffico, preoccupazioni, lavori, relazioni obbligate (parenti, colleghi, vicini) e non sempre intonate ai nostri gusti, ma è proprio grazie alle differenze e ai desideri che cerchiamo, sempre. forse qui … serenedipty ?

  6. sta tutto qui….
    Ci regaliamo in rete amicizie ed affinità che durante la frenesia delle nostre giornate, non riusciamo quasi più a coltivare nella realtà.
    Esagero?

  7. Ecco come Lucia sa scatenare quest’intreccio di passioni che vibrano oltre lo schermo: essere qui, in questa forma anomala di amicizie, per alcuni finte o fittizie, ma per me e te e molti come noi è un costante incontro di possibili mondi paralleli e singolari,una meravigliosa mescolanza di sospiri, di sospensioni del giudizio, di palpitanti attese di riconoscimento, di timori divelti dall’allegria gioiosa del fidarsi,del”sentire” la vita con il suo carico mai vano di intrecci ardui, di atmosfere che si intrecciano e formano quel tessuto epidermico e organico che ci fa desiderare anche il “toccare” oltre che il “taggare”. Mentre bevevo il caffè ho riletto le pagine dei nostri “uno, doje , tre e quattro..” e l’espansione di questo desiderio si fa urgenza e sospiro per gli impedimenti a praticare quel volo di annullamento dello spazio/tempo…
    cara Lucia che meraviglia sperimentare l’incontro! Attimi che racchiudono un riconoscersi pensato, una ventata di allegria condivisa,un frangersi delle barriere che ci costruiamo negli arzigolanti tentennamenti dell’autoescluderci per timore di essere troppo invadenti e “disturbanti” oppure per timore di percepire rifiuti…
    Io ho avuto la fortuna di incrociare le profondità di sguardi amicali che mi hanno ridato coraggio per esprimermi e certezza di non essere mai vani.
    In attesa di nuovi sguardi allargati, un abbraccio!
    ( Ma anche una poesia che amo molto…)
    ARCOBALENI
    Siamo compagni di viaggio
    spiriti inquieti.

    Siamo anime intrise di sogni
    come nuvole evanescenti.

    Siamo passioni e speranze
    folate di vento
    granelli di sabbia
    albe e tramonti.

    Siamo arcobaleni feriti
    eppur voliamo.

    Attraversiamo il buio
    raccogliendo sorrisi
    e la fragilità
    diventa forza.
    ( A tutti buoni arcobaleni..Santina)

  8. Come è vero!
    Il virtuale ha un suo fascino, legato alla scoperta di persone nuove, potenzialmente costruttive nel rapporto con noi stessi e con il mondo, talvolta sorprendentemente affini a noi. Il dilemma nasce quando si manifesta il desiderio-naturalissimo- di dare un volto umano a quelle parole che sono state lette sullo schermo.
    Ed è capitato anche a me, spesso, di incontrare qualcuno “oltre il monitor”, con tutte le ansie dovute a quanto si legge in cronaca nera. Invece, nel peggiore dei casi, ho incontrato superficialità. Altre volte sono nate delle amicizie pulite, profonde, vive anche a distanza di anni.
    Non si placa lo spirito guardingo, che si fa sentire anche quando gli incontri avvengono nella dimensione del “reale”. Ma, in definitiva, ogni “piazza” è un’opportunità di confronto e, perché no?, anche di sospiro.

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